Per la Ferrari un week end all'insegna della perfezione
Il dominio delle 488 non è mai stato messo in discussione durante la corsa, grazie all'abile gestione dai box delle full course yellow e alla bravura dei piloti.Il Cavallino è ora al comando tra i costruttori GT. Matteo Cairoli a podio tra le GTE-AM.
Foto di: JEP / Motorsport Images
Quella di Spa è stata una Ferrari grandiosa. Le due 488 GTE di Davide Rigon-Sam Bird e James Calado-Alessandro Pier Guidi hanno fornito una prestazione senza se e senza ma, sbaragliando la concorrenza, restando di fatto al comando dalla prima all'ultima ora, vincendo duelli anche cruenti e lanciando un avvertimento ai rivali che alla 24 Ore di Le Mans anche la Gran Turismo italiana sarà della partita e non scatterà battuta.
Ford e Porsche qui nulla hanno potuto contro le 488 dell'AF Corse. Le prime hanno avuto anche un po'di sfortuna perchè l'esemplare di Priaulx-Ticknell-Derani ha subìto un guasto di natura elettronica che già poco prima della partenza, in uno dei giri di warm up pre schieramento, l'aveva bloccata per qualche secondo all'uscita della pit lane. Il guaio si è ripetuto mentre al volante vi era Ticknell che aveva appena rifornito. La vettura ha iniziato a ratare nella discesa che porta al Radillon ed ad ammutolirsi all'esterno dell'Eau Rouge. C'è voluto parecchio per resettare il tutto e questo ha precluso alla Ford la possibilità di avere il proprio equipaggio più veloce in lizza per una posizione da podio. L'altra GT del team Ganassi, quella di Pla-Mücke-Johnson ha conquistato il terzo posto ma molto distante dalle Ferrari, nonostante il bel duello risoltosi sempre all'Eau Rouge tra Pla e Pier Guidi, autore di un sorpasso mozzafiato all'interno al 43.giro mentre i due erano in lotta per il primo posto, con il piemontese che aveva le gomme fresche e il rivale che stava soffrendo per via del doppio stint.
Le Porsche invece non sono mai state realmente in corsa. Come aveva confidato il venerdi dopo le qualifiche Richard Lietz i problemi, palesatisi sia a Silverstone sia in alcune corse dell'Imsa, qui si sono ingigantiti costringendo i piloti all'unica tattica possibile:la sopravvivenza.
Da evitare i rischi e i contatti tra compagni
Era da parecchio che la Ferrari non era così in palla. Proprio nella 6 Ore belga dell'anno passato la 488 aveva fornito una prestazione del genere che poi, con questo dominio schiacciante, non si era più ripetuta. Nemmeno al Nürburgring. La chiave di volta è stata la gestione dell'intero week end da parte della squadra e il set up sostanzialmente perfetto per evitare un eccessivo degrado delle gomme che in terra belga sono particolarmente stressate in appoggio da entrambi i lati. In più, la prima full course yellow ha avvantaggiato gli equipaggi ferraristi perché i box sono stati lesti a effettuare il pit stop frustrando qualsiasi velleità degli avversari, che dovendo viaggiare a 80kmh come da regolamento, non hanno più avuto alcuna possibilità di recuperare il distacco.
L'unico momento buio è giunto sempre al 43. giro con il contatto tra Bird e Pier Guidi che ha rischiato di mandare a gambe all'aria una prestazione acquisita sul campo. Cose che succedono ma che è bene non si ripetano, perché in endurance è sempre la squadra che ha la priorità. Non i piloti e non in questa fase del campionato.
Grazie a questa doppietta la Ferrari è passata a comandare, con 72 punti, la classifica iridata e di avere sia Pier Guidi-Calado sia i vincitori Rigon-Bird a soli due punti dai leader della serie Priaulx-Tincknell-Derani che sono saliti a quota 38 contro i 36 dei ferraristi. Infine c'è da ricordare la bella prestazione, sempre molto solida, di Matteo Cairoli che ha portato la Porsche Proton che divide con Ried e Denst al secondo posto di classe dietro agli irraggiungibili Lamy-DallaLana-Lauda: il ragazzo della Porsche sta crescendo a vista d'occhio in maturità oltre che confermare le sue doti velocistiche. Farà strada.
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