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Intervista

I campioni in coro: "Vittoria dell'affidabilità"

Neel Jani, Romain Dumas e Marc Lieb sono dispiaciuti per l'ennesima corsa sfortunata della stagione ma affermano che il loro titolo è frutto della regolarità e della capacità della Porsche di tagliare sempre il traguardo

#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb

Foto di: Porsche Motorsport

Neel Jani, Marc Lieb, Porsche Team
Romain Dumas, Neel Jani, Porsche Team
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley, #2 Porsche Team Por
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb
#8 Audi Sport Team Joest Audi R18: Lucas di Grassi, Loic Duval, Oliver Jarvis

Si sarebbero aspettati un finale diverso, migliore del sesto posto che per dei neo campioni del mondo rappresenta il minimo sindacale. Purtroppo per Neel Jani, Marc Lieb e Romain Dumas le cose si sono messe male quasi subito, come fin troppo spesso è accaduto nel corso della stagione. Verso la fine della prima ora di corsa, quando Jani si trovava comodamente al terzo posto lo svizzero ha avuto un incidente con la Porsche RSR GTE AM di Christian Ried con il danneggiamento della gomma posteriore sinistra e di conseguenza della carrozzeria.

L'intervento dei box Porsche è stato immediato ma si sono persi dei giri che hanno impedito al trio iridato di compiere la corsa che avevano in mente. È chiaro che alla fine della 6 Ore del Bahrein Jani, Lieb e Dumas non sprizzassero gioia da tutti i pori. L'avvenuta conquista del campionato piloti, però, ha lenito la rabbia per l'occasione di concludere a podio l'anno più importante, almeno per Jani e Lieb, della loro carriera agonistica. Neel Jani ha analizzato la corsa in modo molto oggettivo:

"È stata l'esatta fotografia di un anno pazzo, nel quale ci sono accadute cose bellissime come la vittoria alla 24 Ore di Le Mans e altre cose inspiegabili. Oggi mi sono urtato in fase di doppiaggio con una GTE AM e da quel momento non abbiamo pensato ad altro che a concludere la corsa. E dire che tutto era iniziato nel migliore dei modi: ero partito benissimo, non avevo alcun problema e tutto sembrava sotto controllo. Il bilancio comunque è più che positivo: c'è stata una competizione molto equilibrata nel corso dell'anno tra noi, l'Audi e la Toyota".

Romain Dumas che alle tante affermazioni ottenute in carriera, ben nove 24 Ore di Le Mans  di classe e assolute, ora può aggiungere il titolo mondiale nel carniere, è stato ironico.

"Sapevo quando ho ereditato la vettura che avevamo dei danni e che non sarebbe stato per nulla semplice. Però ho capito subito che la nostra Porsche andava molto bene nelle curve a sinistra. Il problema era in quelle a destra.....Insomma voglio farvi capire che non ci siamo trovati nelle condizioni ottimali nella gara che decideva il mondiale. È stato simile a ciò che abbiamo provato nelle ultime tre corse. Dovevamo sopravvivere, prendere i punti che ci servivano ed è quello che è avvenuto. Le corse di endurance sono queste: l'importante è concluderle".

Il più commosso del trio è stato senza dubbio Marc Lieb che probabilmente dopo questo titolo e l'affermazione a Le Mans abbandonerà il mondo della LMP1. Il tedesco sembrava vivere un sogno ad occhi aperti, stringeva la mano con gli occhi lucidi senza perdere, però, la propria visione pragmatica delle cose.

"Il lavoro che ha svolto la squadra è alla base del nostro successo e del doppio titolo mondiale. Noi abbiamo vissuto un anno fatto di alti e di bassi e la chiave del mondiale vinto è stata propria l'affidabilità che ci ha permesso di finire le corse ai punti anche quando le cose non adavano, come oggi, per il verso giusto. La 919 Hybrid è stata velocissima nella prima parte della stagione, poi c'è stato il ritorno degli avversari. Oggi l'Audi sarebbe stata in ogni caso imprendibile. Le R18 avevano un passo invavvicinabile".

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