Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia
Test

Hartley sfiora il primato e la Porsche si conferma anche nel prologo

Il neozelandese è a due decimi rispetto ai tempi del 2015. Ma il prologo si conclude con la certezza che la 919 Hybrid sia ancora la vettura da battere. Buono il debutto della Toyota. Audi in chiaroscuro

#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley

#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley

Vision Sport Agency

#7 Audi Sport Team Joest Audi R18: Marcel Fässler, Andre Lotterer, Benoit Tréluyer
#44 Manor Oreca 05 - Nissan: Tor Graves, Matthew Rao, Will Steves, James Jakes
#36 Signatech Alpine A460: Gustavo Menezes, Nicolas Lapierre, Stéphane Richelmi
#83 AF Corse Ferrari 458 Italia: Francois Perrodo, Emmanuel Collard, Rui Aguas firmano autografi ai
#7 Audi Sport Team Joest Audi R18: Marcel Fässler, Andre Lotterer, Benoit Tréluyer firmano autografi
#67 Ford Chip Ganassi Racing Team UK Ford GT: Marino Franchitti, Andy Priaulx, Harry Tincknell

Quattro su quattro: è il risultato ottenuto dalla nuova Porsche 919 Hybrid nelle sessioni di test organizzate come prologo del WEC al Paul Ricard. Dopo avere dominato nella giornata di venerdi, la Casa tedesca si è riconfermata  il sabato ottenendo anche nella sessione conclusiva, iniziata alle 14 e conclusasi alle 17, il miglior tempo con Brendon Hartley che ha migliorato con 1'37"445 la prestazione  di Neel Jani di venerdi, sfiorando ma non abbassando il primato della pista per le LMP1 ottenuto l'anno scorso dal pilota svizzero con 1'37"220.

Incremento anche per l'Audi che pur essendo dietro alla Toyota di Kobayashi, secondo nella gradutaoria con 1'38"527 è riuscita a infrangere la barriera dell'1'39" con Benoit Treluyer accreditato nell'ultima sessione di un buon 1'38"827, anche se la distanza dalla Porsche da parte di entrambe le nuove vetture resta rilevante. Forse troppo per essere credibile. È innegabile che la Porsche ormai abbia un'affidabilità assoluta. Nella sola giornata di oggi la 919 Hybrid numero 1 di Hartley-Bernhard-Webber ha percorso un totale di 76 giri per un totale di 440 km, il che dimostra quanto la vettura tedesca sia in grado di mantenere un passo molto regolare senza avere alcun tipo di problema legato ai consumi sia di carburante sia di gomme. Ma che la vettura fosse già a posto lo si era compreso dai test di Abu Dhabi e dalla serenità con la quale i piloti hanno affrontato questo prologo.

Piuttosto restano indecifrabili le prestazioni delle rivali. L'Audi era forse la più attesa perchè differente come concezione rispetto a tutte le altre LMP1. La Casa di Ingolstadt, che resterà al Ricard anche domenica e lunedi, ha nettamente migliorato le prestazioni dell'anno passato ma ha trovato la continuità solo il venerdi. I tempi l'hanno avvicinata alla Toyota  nel finale:  la R18 sembra ancora bisognosa di essere svezzata nella propria interezza. La base sembra ottima ma complessa e troppe cose sono cambiate rispetto alla R18 e tron Quattro dell'anno scorso per poter esprimere giudizi definitivi.

Per contro nessuno si attendeva la prestazione, anche di affidabilità, che ha riguardato la Toyota 050 Hybrid-Hybrid. La vettura ha sempre girato in configurazione scarica: anche nella mattinata Stephane Sarrazin ha toccato i 340,7kmh, 30 km in più dell'Audi R18 e addirittura 42 della Porsche di Timo Bernhard che nel pomeriggio non ha nemmeno toccato la soglia dei 300kmh. Chiaro che sia un valore ben poco significativo in previsione di Silverstone, dove tutti quanti avranno il massimo carico disponibile, ma è la dimostrazione del miglioramento che gli uomini della Casa giapponese sono riusciti a ottenere grazie al nuovo propulsore V6 2.4 e al nuovo sistema ibrido.

Una sorprendente Rebellion

Velocissima sul dritto, 335,4 kmh per Nicolas Prost, con tempi all'altezza delle LMP1 ibride dell'anno passato, 1'41"733 per Alexandre Imperatori, la Rebellion è stata la grande sorpresa di questa due giorni. Solo pretattica di chi ha giocato in casa? Non proprio. Da quest'anno il team francese può contare sull'appoggio ufficiale della Dunlop per la quale svolge anche opera di sviluppo pneumatici. Il binomio sembra promettere bene: l'incremento nelle prestazioni è stato notevole e questo dovrebbe consentire alle due vetture schierate dalla squadra nella LMP1 privati di mantenere a distanza di sicurezza le migliori LMP2. I due equipaggi della Rebellion alla fine hanno occupato il quinto e sesto posto assoluto, davanti alla CLM di Oliver Webb che ha avuto qualche problema alle sospensioni. Il pilota britannico è stato l'unico schierato dal team ByKolles, visto che Kaffer era impegnato in Giappone con l'Audi e Simon Trummer in degenza ospedaliera per una piccola operazione programmata da tempo.

LMP2 all'insegna dell'equilibrio

Molto equilibrio, come nelle previsioni, in LMP2: la lotta tra le Alpine- di fatto un'Oreca- Gibson Ligier è stata serrata. Le vetture transalpine hanno infranto la barriera dell'1'47" mentre le BR01 sono rimaste nel mucchio. Dopo essere passate dalle Michelin alle Dunlop, le belle LMP2 italiane hanno bisogno di un ulteriore messa a punto. C'è da segnalare Il livello qualitativo della classe: è altissimo perché tra i piloti ci sono personaggi come Senna, Petrov, Stevens che uniti a gente come Rast, Albuquerque, Aleshin, Derani e compagnia ne fanno un polo di eccellenza all'interno del WEC. Misteriosa infine la situazione in GTE: è chiaro che tutti si sono nascosti, girando in ogni sessione sempre più lentamente della precedente. La Ferrari è sempre stata davanti senza spingere troppo, mentre la Ford ha girato tantissimo tra le GTE PRO svolgendo però prove di routine con i suoi piloti. I tempi di tutti, quindi, sono stati poco credibili. Ora per tutti quanti la parola passa a Silverstone: lassù nessuno dal 15 al 17 aprile potrà più nascondersi.

 

P.CatTeamGiriTempi
1 1 P1 Porsche Team 76 1:37.445
2 5 P1 Toyota Gazoo Racing 60 1:38.527
3 7 P1 Audi Sport Team Joest 60 1:38.827
4 13 P1 Rebellion Racing 67 1:41.733
5 12 P1 Rebellion Racing 68 1:43.035
6 4 P1 Bykolles Racing Team 23 1:43.626
7 26 P2 G-Drive Racing 59 1:47.024
8 44 P2 Manor 51 1:47.696
9 35 P2 Baxi DC Racing Alpine 49 1:47.704
10 37 P2 SMP Racing 31 1:48.138
11 42 P2 Strakka Racing 53 1:48.309
12 36 P2 Signatech Alpine 48 1:48.454
13 27 P2 SMP Racing 55 1:49.092
14 31 P2 Extreme Speed Motorsports 60 1:49.093
15 43 P2 RGR Sport by Morand 72 1:49.192
16 30 P2 Extreme Speed Motorsports 31 1:49.590
17 67 Pro Ford Chip Ganassi Team UK 49 1:58.786
18 71 Pro AF Corse 10 1:59.034
19 66 Pro Ford Chip Ganassi Team UK 41 1:59.068
20 86 Am Gulf Racing 52 1:59.248
21 83 Am AF Corse 38 1:59.249
22 78 Am KCMG 23 2:00.373
23 97 Pro Aston Martin Racing 45 2:00.533
24 98 Am Aston Martin Racing 57 2:01.508
25 88 Am Abu Dhabi-Proton Racing 23 2:01.553
26 77 Pro Dempsey-Proton Racing 7 2:04.305

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Coletta: "Spero che il BOP della 488 sia meno penalizzante che negli USA"
Prossimo Articolo Lotterer: "La Super Formula è la miglior categoria per arrivare in Formula 1"

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia