Hartley: "Abbiamo azzeccato un set up ottimale"
Brendon Hartley, autentico eroe del terzetto vincente, pone in risalto la perfetta preparazione della Porsche nonostante le qualifiche non ottimali. Ed ora con questa seconda affermazione il campionato può riaprirsi anche per loro
Foto di: James Holland
Quello che ha fatto Brendon Hartley alla 6 Ore del Messico resterà ben impresso nella memoria di tutti. Il neozelandese è infatti stato il vero artefice della vittoria della Porsche 919 Hybrid numero 1 nella corsa probabilmente più pazza dell'intera stagione del WEC. Brendon ha pilotato da par suo, non commettendo errori. Ha ottenuto il giro più veloce, riuscendo in gara ad abbattere la barriera del 1'26". Non contento ha poi rimediato all'errore di Timo Bernhard quando il tedesco in un momento di confusione con la radio ha fatto per entrare ai box per poi tagliare e riprendere la via della pista con conseguente penalizzazione. È stato proprio nel momento in cui è stato comunicato al team che la 919 Hybrid avrebbe dovuto subire uno stop and go che Brendon si è esibito nel giro più veloce. Poi è rientrato ai box per scontare la penalizzazione, ripartendo al terzo posto. In poco meno di tredici tornate si è ritrovato al comando dopo aver passato prima il compagno Marc Lieb e poi Loic Duval, in quel momento tornato in testa con la sua Audi R18. Ma è stato l'atteggiamento con il quale ha effettuato i suoi stint che ha fatto di Hartley il migliore del terzetto vincente.
" Non lo so, di sicuro è stata una gran gara. Prima di me Mark-ndr Webber-aveva fatto un gran lavoro e lo stesso Timo. Sapevamo di poter disporre di una buona vettura in grado di potersi adattare ai cambiamenti di temperatura dell'asfalto e alle problematiche di aderenza che questi causano. Abbiamo effettuato delle soste perfette, rimediato alle sorprese che ci sono state e credo che ognuno di noi, team compreso, abbia svolto un lavoro ottimale".
- Il compromesso di set up che avete sviluppato nel corso delle prove si è rivelato azzeccato quindi
" Diciamo di si. In qualifica per una serie di ragioni le cose non erano andate secondo i piani. Avevamo svolto il lavoro di messa a punto focalizzandoci soprattutto sulla corsa ma cercando di non tralasciare l'aspetto qualifiche. È per questo che al termine delle prove non ero completamente soddisfatto. Un po'di traffico e qualche problema con la gestione delle gomme ci avevano rallentato. Ma in corsa le cose sono cambiate".
- Quest'anno sembra che in Porsche più che ricercare le prestazioni secche in prova voi lavoriate pensando alla corsa e al passo che dovrete tenere. È vero?
"Con Timo e Mark ormai lavoriamo ad occhi chiusi e cerchiamo di scoprire gli eventuali difetti della vettura. Di sicuro nel WEC devi basare il lavoro sulle prospettive della corsa, di cui le qualifiche sono solo una piccola parte. L'anno scorso abbiamo vinto il titolo. Ora non posso dire che speriamo di ripeterci perché troppe cose sono andate storte nelle prime tre corse del campionato. Ma dopo la vittoria al Nurburgring e questa del Messico contiamo di proseguire in questa striscia positiva".
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