Di Grassi: "La nuova R18 è diventata una vera 4x4"
Lucas Di Grassi conferma i miglioramenti dell'Audi e ammette che anche i piloti devono adattarsi a una vettura ben più estrema della precedente. Il cambiamento del sistema ibrido impone un diverso stile di guida. Per la R18 test anche a Pasqua.
Lucas di Grassi, Audi Sport Team Joest
Lucas Di Grassi non salirà sull'Audi R18 prima di domenica e lunedi. La Casa tedesca ha infatti programmato un ulteriore allungamento dei propri test e resterà al Paul Ricard sia il giorno di Pasqua sia a Pasquetta per saggiare in via definitiva la nuova vettura, dando la possibilità anche al brasiliano e ai suoi compagni Loic Duval e Oliver Jarvis di provare dopo il prologo del WEC.
Pur non girando in questo fine settimana, Di Grassi ha già pilotato la nuova e bellissima R18 che tra tutte le LMP1 presenti è di sicuro la più estrema come concetto e costruzione. E non è stupito del miglioramento delle prestazioni "generali" in ambito LMP1.
"Non sono sorpreso e non credo che questo incremento sui tempi del giro dipendando solo dall'evoluzione delle gomme. Noi per esempio abbiamo una vettura interamente nuova in ogni suoi componente e non solo nella forma aerodinamica e credo sia la sfida più forte che l'Audi abbia portato negli ultimi anni".
"L'essere più veloci, almeno nel nostro caso, è abbastanza naturale. Ma questo ha un'importanza relativa: non dobbiamo solo essere migliori dell'anno passato ma cercare di essere meglio dei concorrenti. Non tanto qui nei test ma almeno da Silverstone in poi ".
Che tipo di configurazione aerodinamica state utilizzando?
"Quella media. Né scarica per circuiti come Le Mans, né carica".
Dall'esterno sembra che stiate nascondendo le vostre potenzialità. Vero?
"Stiamo volgendo un lavoro di preparazione, facendo alcuni controlli generali sui vari particolari. Controlliamo se i sistemi, anche dell'ibrido, funzionino; cerchiamo un set up ideale della meccanica. Questo è lo scopo dei test. In ogni caso a Silverstone avremo una configurazione diversa: quella è una pista che richiede il massimo carico aerodinamico".
Il nuovo sistema ibrido vi ha imposto un cambio radicale dello stile di guida?
"Direi di sì; è il fattore che più differenzia il nostro impegno come piloti rispetto alle stagioni scorse. Il comportamento della vettura è molto diverso e noi stessi dobbiamo abituarci. La R18 è molto più guidabile rispetto alla vecchia".
"Con le batterie possiamo usare l'energia quando ne abbiamo bisogno; con il sistema del 2015 invece era sempre. Inoltre questa è una trazione integrale autentica. La R18 e tron Quattro del 2015 la definirei più una 2 ruote motrici + 2. Questa nuova invece è una 4X4 vera e quindi cambia anche la tecnica di guida, soprattutto in accelerazione. Ripeto è il maggior cambiamento che noi piloti avvertiamo. Le reazioni diverse della R18 rispetto all'esemplare del passato sono nuove".
Sei soddisfatto di come è stata realizzata la R18 che dall'esterno è molto bella ma che sembra anche estrema e quindi potrebbe essere fin troppo complessa da mettere a punto?
"Non so se sia la più bella del lotto; di sicuro è differente e meno omologata come linee. Quanto alla domanda non so cosa rispondere: in ingegneria c'è una legge. Se restringi al massimo la carrozzeria e il telaio dovrai poi adeguare le altre componenti miniaturizzandole".
"È vincente colui che riesce a trovare il giusto compromesso tra le varie esigenze, cosa che spero sia stato fatto da noi in Audi. Io sono molto fiducioso e i test che ho svolto con la vettura mi hanno confermato della bontà di questo progetto che per noi rappresenta tanto. Penso proprio che Audi disputerà una grande stagione".
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