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Coletta: "Spero in un campionato equilibrato e con regole certe per tutti"

Antonello Coletta, direttore Competizioni GT e Corse Clienti Ferrari, analizza a ruota libera la situazione delle GTE dopo il prologo di Monza. E spiega i motivi delle scelte dei nuovi piloti e i desideri del Cavallino per il futuro della categoria

Antonello Coletta, Direttore per le competizioni GT e Corse Clienti, Ferrari
Alessandro Pier Guidi
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi
Miguel Molina
#54 Spirit of Race Ferrari 488 GTE: Thomas Flohr, Francesco Castellacci, Miguel Molina
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird
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#92 Porsche Team Porsche 911 RSR: Michael Christensen, Kevin Estre
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#67 Ford Chip Ganassi Racing Ford GT: Andy Priaulx, Harry Tincknell
#67 Ford Chip Ganassi Racing Ford GT: Andy Priaulx, Harry Tincknell
Andy Priaulx, Harry Tincknell, Ford Chip Ganassi Racing, guardano la vettura #51 AF Corse Ferrari 48
#67 Ford Chip Ganassi Racing Ford GT: Andy Priaulx, Harry Tincknell
#97 Aston Martin Racing Aston Martin Vantage: Darren Turner, Jonathan Adam
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#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi
#54 Spirit of Race Ferrari 488 GTE: Thomas Flohr, Francesco Castellacci, Miguel Molina
Antonello Coletta, Direttore per le competizioni GT e Corse Clienti, Ferrari

L'avventura nel WEC della Ferrari, vincitrice della Coppa costruttori GT nel 2016, è iniziata a Monza senza Sam Bird, impegnato in Messico per la corsa di Formula E, ma con Alessandro Pier Guidi e Miguel Molina che si sono aggiunti a Davide Rigon e James Calado. Lo spagnolo, che sarà impegnato in GTE AM sulla vettura di Castellacci e Flohr, è salito anche sulla 488 GTE PRO con la quale gareggerà alla 24 Ore di Le Mans. Alla formazione di Maranello si aggregherà in quella occasione Lucas Di Grassi, il cui impegno principale nel corso dell'anno resta il campionato di Formula E con l'Audi. A Monza le due vetture iscritte nella GTE PRO hanno girato senza particolari problemi, meno delle rivali soprattutto perché la AF Corse aveva già messo a punto gli ultimi particolari in vista di un campionato che si annuncia più difficoltoso di quello del 2016, con il temibile ingresso della Porsche RSR  che va ad aggiungersi alla Ford GT e all'Aston Martin Vantage.

"Un rivale in più - commenta Antonello Coletta, direttore Competizioni GT e Corse Clienti - dotato di una vettura molto estrema. Noi, avendo una macchina omologata, non possiamo cambiarla e quindi siamo rimasti esattamente dove eravamo alla conclusione dell'anno passato. Quindi potrebbe prospettarsi una stagione ancora più in salita dove daremo il massimo. Ma non sarà facile".

Vede quindi un campionato interlocutorio per i vostri colori?
"Spero di no per un motivo. Non è che tra due anni cambierà qualcosa. Abbiamo delle vetture che sono omologate e se il 2017 dovesse essere interlocutorio lo sarà anche il 2018. Credo che per il bene della categoria si troverà la soluzione per permettere a tutti quanti di battagliare ad armi pari. La speranza è che il BoP di base sia ben fatto perché è quello che ci accompagnerà nelle prime due corse. A Le Mans ce ne sarà uno specifico e quindi la prima modifica avverrà soltanto al Nurburgring. A quel punto saremo già a metà stagione; da allora partirà il BoP automatico che però prenderà spunto dalle basi di quello creato subito dopo il prologo. Per questo mi auguro sia il più corretto possibile".

Quanto sono reali le prestazioni delle GT viste nel prologo di Monza?
"Il prologo è un'ottima occasione per le attività mediatiche e per fare conoscere il WEC al pubblico e Monza ha rappresentato un successo che definirei clamoroso perché c'era davvero tantissima gente. Ma il valore delle vetture non si vede di sicuro dalle prestazioni ottenute".

Quest'anno vi presentate con piloti in parte nuovi. Perché le scelte di Pier Guidi e di Molina?
"Per ovvii motivi si è creata molta attenzione circa la nostra scelta ed è comprensibile. Onestamente abbiamo sempre cercato di scegliere piloti che avessero dimostrato qualcosa e spesso abbiamo privilegiato l'italianità, anche se molti fingono di non saperlo o lo dimenicano. Alcuni hanno la memoria corta: non è che facciamo corse Gt da un paio di stagioni e mi sembra che la percentuale dei piloti tricolori impiegati ufficialmente dalla Ferrari sia superiore a quella degli stranieri".

Pier Guidi è sempre stata la nostra prima scelta

"La scelta di Alessandro Pier Guidi era già stata decisa al novanta per cento alla conclusione del 2016 e non va confusa la sua promozione con il test che abbiamo svolto a Vallelunga durante l'inverno. Quello fa parte di un programma che ogni due anni  svolgiamo per visionare alcuni piloti che reputiamo interessanti. Non avevamo certo bisogno di capire i suoi pregi sottoponendolo a un collaudo valutativo. Conosciamo il suo valore perché è da parecchio che gareggia con vetture Ferrari. Alessandro non ha avuto una carriera troppo fortunata perché non gli è mai stata offerta una occasione completa. Ha corso quasi sempre  con vetture PRO AM ma avevamo ben presenti sue qualità. Non a caso era alla 24 Ore di Le Mans del 2016 con la nostra 488 GTE ufficiale e già allora aveva di fatto un piede nella nostra famiglia. Siamo molto convinti di questa scelta. Trovo giusto aver premiato un ragazzo che ha sempre dimostrato fiducia nei confronti del nostro marchio anche quando altre Case costruttrici si erano fatte sotto per assumerlo, offrendogli opportunità che per noti motivi la Ferrari non riusciva a fornirgli. Credo che assieme ci toglieremo molte soddisfazioni".

"Per quanto riguarda Molina devo dire che eravamo stati vicini dall'assumerlo parecchi anni fa. Poi lui aveva scelto altre strade professionali perché aveva obiettivi differenti. Ma lo abbiamo sempre stimato e tenuto sott'occhio. Ha gareggiato in campionati importanti e quando ha provato la Ferrari ci ha colpito positivamente. Molina sarà con noi con la vettura GTE AM e farà il terzo su una delle due 488 ufficiali alla 24 Ore di Le Mans. È sempre difficile spiegare i motivi per cui si opta per un pilota piuttosto che un altro, anche perché di gente che va forte ne esiste parecchia. Miguel è un under 30, ha esperienza e ha già lavorato con i costruttori. Un bagaglio professionale che si sposa con ciò che stavamo cercando".

L'impegno spot di Lucas Di Grassi per Le Mans può preludere a un maggior coinvolgimento futuro del brasiliano nelle vostre attività?
"Lucas in passato aveva corso con noi a Macao al volante di una GT3. Ci era piaciuto molto il suo approccio sia alla squadra sia all'ambiente. Quanto alle sue qualità non devo certo essere io a descriverle, sono note a tutti. Essendo molto impegnato con la Formula E abbiamo colto al volo l'occasione di schierarlo alla 24 Ore. Devo anche ringraziare chi lo ha lasciato libero (ndr.l'Audi) in nome di un ottimo rapporto di collaborazione tra costruttori. Quest'anno però il suo impiego è limitato a Le Mans".

Capitolo Bruni: che significato può avere per la Ferrari la perdita di un pilota così importante?
"Con Bruni abbiamo reciprocamente ottenuto risultati importanti. È stato un bene per la Ferrari ed è stato un bene per lui. Purtroppo non tutti i matrimoni durano in eterno. Noi ovviamente eravamo pronti a proseguire il rapporto. Ma le cose sono cambiate e ognuno ha preso la propria strada".

Il futuro del WEC: al momento ci sono tante discussioni tra costruttori ma non si riesce a comprendere come verrà sviluppato il regolamento del 2020. Quale è la vostra posizione?
"Discussioni ce ne sono molte. Tutto dipende dal futuro delle LMP1 che è la massima vetrina di questo campionato. Per contro vedo un grande interesse da parte di molti costruttori sulla nostra categoria. È un fattore importante e che non va sottovalutato. Bisognerà mettere delle regole di ammissione al WEC molto chiare e precise. Non possiamo permetterci di inserire nel campionato qualsiasi modello di vettura pur di avere un costruttore presente. Tutti noi siamo ben felici se entrano altri competitors perché questo non fa altro che migliorare il valore e la qualità della serie iridata e di conseguenza di un'eventuale vittoria. Però bisogna mettere dei paletti fissi perché potremmo rischiare di trovare, tra le GT,  vetture che nulla hanno a che fare con quella che è la produzione stessa del marchio. Deve esistere un regolamento base, un perimetro in cui o si sta dentro o si sta fuori. Nel primo caso si corre nel WEC nel secondo no o ci si deve adeguare scegliendo un modello dedicato".

La forza del WEC è la promozione, quella dell'Imsa l'ascolto

Essendo la Ferrari impegnata anche in Imsa cosa ruberebbe a quell'organizzazione da trasferire nel WEC e viceversa?
"Domanda difficile perché si tratta di mondi diversi. La forza del WEC sta nella sua promozione, che è fatta benissimo. Il campionato è cresciuto molto, è uno dei meglio organizzati al mondo ed è qualitativamente eccelso. Lo vediamo dal numero di persone che soprattutto in Europa accorrono a vedere le gare. Il prologo di Monza, per esempio, pur non essendo una corsa ha richiamato la folla dei grandi eventi, segno che c'è voglia di endurance e di vetture belle e importanti. Negli Stati Uniti si predilige maggiormente lo spettacolo e si offre la possibilità a tutti fino all'ultimo di giocare le proprie carte. Quello che mi è piaciuto degli Usa è che anche là ci sono state tante discussioni sul fronte tecnico e gli organizzatori, dopo iniziali irrigidimenti, si sono rimessi in gioco accettando di rivedere alcuni concetti sui quali basavano le loro fondamenta. Oggi, anche a detta dei nostri rivali nessuno escluso,  con l'Imsa c'è un ottimo dialogo. Il WEC ha i numeri per fare sempre meglio. L'importante è che venga garantito a tutti di poter battagliare per vincere. Questo è fondamentale perché più competitors possono vincere e maggiore diventa il fascino del campionato. È la legge delle competizioni".

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