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Coletta: "Spero che il BOP della 488 sia meno penalizzante che negli USA"

Antonello Coletta analizza l'inizio di stagione nel WEC certo della competitività della nuova Ferrari e della lealtà degli avversari. E spiega i motivi per i quali con l'arrivo di Sam Bird sono state rimescolate le coppie dei piloti

Conferenza stampa Finali Mondiali Ferrari: da sinistra a destra, Gianmaria Bruni, AF Corse, Antonello Coletta, Direttore per le competizioni GT e Corse Clienti e Andrea Bertolini, SMP Racing
#83 AF Corse Ferrari 458 Italia: Francois Perrodo, Emmanuel Collard, Rui Aguas
#67 Ford Chip Ganassi Racing Team UK Ford GT: Marino Franchitti, Andy Priaulx, Harry Tincknell
#66 Ford Chip Ganassi Racing Team UK Ford GT: Billy Johnson, Stefan Mücke, Olivier Pla
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: Gianmaria Bruni, James Calado
#98 Aston Martin Racing Aston Martin Vantage GTE: Paul Dalla Lana, Pedro Lamy, Mathias Lauda

È difficile riuscire a interpretare le prestazioni delle GTE nel prologo del WEC al Paul Ricard. Tutte quante più lente delle vetture che prendono parte ad altri campionati nonostante lo schieramento di forze messo in campo da Ferrari, Ford e Aston Martin. Strano, considerando che la sfida, anche tecnologica, è fortissima e nessuno vuole fare sconti agli altri. Per il direttore di Ferrari Corse Clienti e delle Competizioni GT Antonello Coletta il motivo è abbastanza chiaro.

"Come abitudine questi test servono per verificare che tutto funzioni. È quasi uno shake down in vista della prima corsa di Silverstone. In effetti noi siamo i meno lenti di tutti, non i più veloci. Se prendiamo i tempi che stiamo registrando e li confrontiamo con quelli di vetture meno performanti come quelle del vecchio regolamento abbiamo lo specchio delle prestazioni. È per questo che non dobbiamo guardare al cronometro. A Silverstone la musica sarà ben diversa per tutti quanti".

"Noi come Ferrari speriamo che il BOP emesso dalla Federazione sia abbastanza equo, cosa che purtroppo non è accaduta negli USA dove siamo stati molto penalizzati e lo siamo ancora. Nel WEC, almeno ad oggi, abbiamo una relativa certezza che possiamo combattere ad armi pari e che ci sia una competizione limitata al puro ambito sportivo.

Come vedi la situazione dei vostri sfidanti? 
"Per prima cosa siamo contenti che ci siano degli sfidanti. È un rafforzamento della validità del WEC ed è un confronto per tutti quanti perché ognuno propone vetture che esistono nella realtà o almeno quasi tutte esistenti"

La Ford sembra essere molto estrema...
"Credo non ci siano problemi. Come da regolamento entro la fine dell'anno tutto andrà a posto perché siamo sicuri che l'autorità sportiva stia vigilando su questo e su altro. Per cui, riprendendo ciò che dicevo prima, molto bene che ci sia Ford e che ci siano Aston Martin e Porsche. La Casa britannica poi dispone di una fornitura ufficiale da parte della Dunlop che potrebbe anche essere l'ago della bilancia. Ma questo, lo ripeto, non fa che alimentare la competitività del campionato e la ricerca tecnica. Dove c'è quest'ultima per Ferrari è il massimo. Siamo molto fiduciosi del lavoro che abbiamo effettuato sulla 488 ma è chiaro che solo le corse potranno fornire delle risposte adeguate, sperando di concludere il campionato in modo migliore rispetto al 2015".

"L'anno scorso a penalizzarci è stata l'affidabilità non certo la prestazione. È venuto a mancare proprio il nostro punto di forza, la nostra eccellenza. Basta guardare quanto è valida ancora oggi la 458 che è un progetto ormai di parecchi anni fa ma che rappresenta una delle migliori Ferrari di sempre".

Non ti sembra che nel mondo delle GT ci sia uno scatto tecnologico che fatalmente porti a penalizzare le squadre più piccole?
"Di sicuro il livello sta crescendo. L'ingresso di nuove Case non fa altro che alzare l'asticella. Però se si vuole l'impegno dei costruttori è chiaro che la tecnologia debba esserci. Anche qui spezzo una lancia a favore del mondo GT: si tratta di tecnologia che va avanti ma in modo pragmatico, applicabile alle vetture di tutti i giorni.Posso dirti che sono davvero tanti gli elementi che abbiamo introdotto nella nostra produzione sperimentati  nelle corse GT. Se riusciamo a mantenere i costi su valori accettabili credo che il ricorso alla tecnologia non sia un male. Il problema potrebbe nascere se tutto ciò lievitasse ma ad oggi non siamo giunti a questo ed è la sfida di tutti noi costruttori: non far salire i costi. Tengo poi a precisare che anche squadre che gareggiano nella categoria PRO-AM riescono a gestire alla perfezione le nostre macchine e molte volte riescono a stare davanti a squadre ufficiali".

Con la 488 avete scelto una strada tecnologica elevata che in ogni caso ha un prezzo. Altri costruttori nel campo delle GT stanno applicando una diversa filosofia. Forse vetture meno sofisticate ma tentativo di aver un maggior numero di clienti sportivi. Non è un rischio per il mercato?
"È vero: la nostra macchina non costa poco; altri nostri competitor costano meno ma anche se andiamo a comprare una Ferrari stradale ci accorgiamo che costa di più delle altre vetture dello stesso segmento. Non giudico quello che fanno gli altri. Posso solo dire che abbiamo un piano commerciale ampiamente rispettato. Tutte le 488 che ci eravamo proposti di vedere le abbiamo vendute. E non mi sembra proprio che la Ferrari abbia perso dei clienti. Anzi devo dire che ne abbiamo portato a casa qualcuno".

Perché la decisione di cambiare gli equipaggi rispetto all'anno scorso? 
"È già accaduto in passato che gli equipaggi siano stati rimescolati. Ci sono anche esigenze sportive da non sottovalutare. Con tutto il rispetto nei confronti del campionato del mondo esistono anche serie internazionali dove la Ferrari è presente. Abbiamo un mercato U.S.A. molto importante e quindi abbiamo voluto rafforzare anche gli equipaggi in America. Diciamo che ci siamo rinforzati sia nel WEC sia negli U.S.A".

"Siamo felicissimi di aver portato Sam Bird nella famiglia Ferrari. È un pilota velocissimo: è campione del mondo nella LMP2, è stato grande protagonista nella GP2, ha già corso con noi in passato nella classe PROAM ben figurando. Il suo ingresso nel nostro mondo è la dimostrazione di quanto vogliamo progredire e la spinta che abbiamo nel puntare a gestire equipaggi sempre più performanti. James Calado e Davide Rigon sono cresciuti tanto l'anno scorso in una classe che non è così semplice come può sembrare. È proprio il contrario; direi che la GTE PRO sia più complessa di altre categorie del WEC: per essere ad alto livello ci vuole una conoscenza approfondita delle tematiche della vettura, della tecnica, il saper sfruttare al massimo anche i giri dove si è doppiati o si è in bagarre mentre si è doppiati dalle classi superiori. L'esperienza nel GTE paga ed è logico che due ragazzi come Davide e James siano cresciuti parecchio nelle ultime stagioni. Il fatto di averli divisi è per rafforzare gli equipaggi e per noi sono due elementi chiave".

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