Bahrain, 6° Ora: l'ultimo trionfo dell'Audi. Lieb-Jani-Dumas campioni piloti
Vittoria per Di Grassi-Duval-Jarvis davanti a Lotterer-Fässler-Treleuyer. Terza la Porsche di Webber, alla sua ultima corsa. Solo sesti i neo iridati, attardati da una foratura. Grande gara dei piloti della Ferrari, che regalano al Cavallino il titolo!
È finita come doveva. L'Audi nel giorno dell'addio ha ottenuto una facile doppietta con Di Grassi-Duval-Jarvis-hat trick per loro con pole giro più veloce e vittoria- davanti a Lotterer-Fässler-Treleuyer. Jani-Lieb-Dumas con il sesto posto finale si sono laureati campioni del mondo piloti, mentre la Ferrari ha portato a casa il titolo iridato riservato ai costruttori GTE PRO e Thiim-Sorensen quello riservato ai conduttori.
È stata una corsa che ha offerto ben poco spettacolo, forse la più brutta delle ultime due stagioni con le R18 che hanno fatto l'andatura dall'inizio alla fine, la Porsche che è sembrata accontentarsi e il trio campione del mondo piloti sfortunatissimo nel vedersi un'altra volta ancora complicata la vita alla seconda ora quando Neel Jani si è toccato con una GTE AM in fase di doppiaggio, distruggendo la gomma posteriore sinistra con relativi danni alla carrozzeria che hanno richiesto parecchio tempo per la riparazione e la conseguente perdita del treno dei migliori.
Le uniche emozioni fornite dalle GTE PRO
Le uniche emozioni, vere e autentiche, sono venute dalla GTE PRO. Contro le Aston Martin, si sapeva, sembrava esserci poco da fare. Troppo veloci le vetture britanniche per chiunque e soprattutto con delle gomme, Dunlop a loro dedicate, che essendo state sviluppate proprio qui in Bahrain l'anno passato-dove iniziò la collaborazione nel corso del rookie test-, accusavano meno degrado delle Michelin di Ferrari e Ford, entrambe penalizzate soprattutto da un peso eccessivo che qui si fa sentire proprio per le caratteristiche della pista bahreinita.
Ma ci ha pensato un errore dei box della Casa inglese a far precipitare le cose: una ruota, l'anteriore destra, avvitata male è stata persa da Johnny Adam, quando il britannico e il suo compagno Turner, stavano comandando davanti a Thiim e Sorensen e a Bruni-Calado. La sosta ai box della Vantage ha rimescolato le carte e da quel momento in poi le 488, grazie alle prestazioni individuali dei propri equipaggi-è stata grande la prima parte di corsa di Bruni e bellissimo il sorpasso di Bird ai danni della Ford di Priaulx-hanno potuto conquistare l'obiettivo più importante dell'anno: il campionato del mondo che giustifica una stagione molto complessa nella quale le vetture di Maranello hanno dovuto fare i conti con i continui cambiamenti di Bop che hanno colpito sia loro sia le Ford, guarda caso le due vetture tecnologicamente più avanzate del lotto. All'Aston resta la soddisfazione del titolo piloti GT. Sorensen e Thiim sono stati i piloti più costanti nella seconda parte dell'anno e il campionato lo hanno portato a casa con pieno merito.
Senza Audi e Webber si chiude un'epoca
Come abbiamo scritto è stata la corsa degli addii: dall'anno prossimo non vedremo più i ragazzi dell'Audi. Ma non ci sarà nemmeno un personaggio importante dell'automobilismo degli ultimi dieci anni del calibro di Mark Webber. Assieme a lui, che si ritirerà, in Porsche dovrebbero farsi da parte sia Marc Lieb sia Romain Dumas, ovvero due dei tre campioni del mondo conduttori protagonisti con Neel Jani di una stagione fatta di alti iniziali e di troppi bassi.
Insomma al di là della monotonia di una corsa che nulla ha aggiunto a ciò che il WEC aveva già detto in questa stagione, la 6 Ore del Bahrain ha di fatto concluso un'epoca. Non vedremo più Wolfgang Ullrich sul suo ponte di comando;alcuni piloti prenderanno altre strade. 300 persone, il numero che lavorava attorno al progetto WEC di Ingolstadt, si occuperanno di altro. Si dice che sia la vita e che aziendalmente la decisione sia stata giusta. Forse, ma a tutto il mondo del motorsport queste persone mancheranno e il WEC non sarà più lo stesso. Su questo siamo pronti ad accettare scommesse.
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