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Venduta a oltre 22 milioni di dollari l’ultima Ferrari 290 MM Scaglietti del 1956

Dopo una battaglia serrata a suon di rilanci, il martelletto di Sotheby's ha battuto all'asta per 22.005.000 dollari il quarto e ultimo esemplare del bolide di Maranello progettato per la Mille Miglia del 1956.

Ferrari 290 MM del 1956

Ferrari 290 MM del 1956

RM Sotheby's

Quello di RM Sotheby's al Museo Petersen è stato un vero e proprio ritorno in grande stile.

Nella vendita tenutasi a Los Angeles, la Casa d'aste britannica ha messo in cassaforte ben 39.8 milioni di dollari, quasi due terzi dei quali sono arrivati dalla vendita della rarissima Ferrari 290 MM Scaglietti del 1956, completamente restaurata nel 2014 dal dipartimento Ferrari Classiche.

Tre agguerriti collezionisti si sono sfidati a colpi di rilanci telefonici per accaparrarsi l'ambito gioiello, entrato nella Top 10 delle auto più preziose mai battute all'asta con un prezzo di vendita di 22.005.000 dollari. Una cifra che l'ha resa la seconda auto più costosa del 2018, alle spalle soltanto della Ferrari 250 GTO del 1962, venduta ad agosto dalla stessa RM Sotheby's per 41.7 milioni di euro.

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A rendere così appetibile la Rossa con telaio numero 0628 non è stato solamente il fatto che si tratta dell'ultimo esemplare delle quattro 290 MM progettate per prendere parte alla Mille Miglia del 1956 (a cui si deve la sigla MM) e per portare alla Ferrari la vittoria del titolo nel Worlds Sports Car Championship. È stato anche l'importante pedigree della barchetta, portata in pista da piloti del calibro di Peter Collins, Juan Manuel Fangio, Phil Hill, Wolfgang von Trips e Stirling Moss, in tre continenti diversi.

La prestigiosa storia della vettura è iniziata appunto nel 1956, quando il bolide con carrozzeria Scaglietti e motore da 3.4 litri da quattro cilindri e 280 CV ha fatto il suo debutto nella Mille Miglia. Affidata alle sapienti mani del pilota di Formula 1 Peter Collins, affiancato dal fotografo Louis Klemantaski, la Rossa di Maranello ha chiuso la gara al secondo posto, alle spalle della 290 MM gemella guidata da Eugenio Castellotti.

Dopo un incidente alla 1000 Km del Nürburgring, e il quarto posto conquistato da Olivier Gendebien e Hans Hermann alla Targa Florio, il 1956 del telaio 0628 si è chiuso con il Gran Premio di Svezia, dove un guasto al motore ha messo fine alla gara di Juan Manuel Fangio ed Eugenio Castellotti, lasciando la vittoria a un'altra 290 MM, pilotata da Maurice Trintignant e Phil Hill.

Convertita nel 1957 in una 290 MM Spider, con una nuova carrozzeria e un motore V12 da 3.5 litri, la barchetta ha subito raggiunto Buenos Aires per la 1000 km, dove ha chiuso terza con Alfonso de Portago, Wolfgang von Trips ed Eugenio Castellotti, prima di recarsi a Sebring per la 12 Ore che ha chiuso la sua carriera agonistica con la Scuderia Ferrari. Una gara sfortunata per la Rossa #14 guidata da Phil Hill e Wolfgang Von Trips, che è stata costretta a ritirarsi al 106° giro per un guasto della batteria.

L'attività della Ferrari 290 MM con telaio 0628, tuttavia, non si è chiusa col ritiro sul circuito della Florida.

Gareggiando da privato alla Bahamas Speed Week del 1957, Stirling Moss ha regalato alla vettura il trionfo nella Memorial Race e nella Nassau Trophy Race, mentre Dan Gurney l'ha portata sul secondo gradino del podio nel Gran Premio Internazionale di Formula Libre a Watkins Glens, dell'anno successivo.

La Rossa venduta per 22 milioni ha continuato a correre sul suolo americano fino al 1961, per poi entrare a far parte di collezioni private di grande rilievo.

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