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Supertest: una gara col brivido nel MINI Challenge al Mugello

Ecco il racconto del fine settimana vissuto al volante della MINI John Cooper Works Challenge Lite da Matteo Nugnes, redattore di Motorsport.com. Il finale è stato sfortunato, ma è stata anche una gran bella esperienza.

Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite

Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite

Mini

Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia
La tabella di Matteo Nugnes
Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia, dettaglio
Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia, dettaglio del logo Mini
Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia, dettaglio dell'abitacolo
Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia, dettaglio anteriore
Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia, dettaglio dell'alettone posteriore
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite
Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia, dettaglio di un fanale anteriore
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia
Matteo Nugnes al volante della Mini John Cooper Works Lite
Partenza
Matteo Nugnes con una Mini John Cooper Works Lite
Cartello
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia, in griglia di partenza
Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia, dettaglio
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite
Matteo Nugnes con una Mini John Cooper Works Lite
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia, in griglia di partenza
La tabella di Matteo Nugnes
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite
Andrea Tronconi, Mini John Cooper Works Lite
Pneumatico sfilacciato
Sfilacciatura di uno pneumatico
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia, in pit lane
Matteo Nugnes, Mini John Cooper Works Lite, Mini Italia
Matteo Nugnes
Matteo Nugnes con una Mini John Cooper Works Lite

Vi sarà sicuramente capitato di fare un bel sogno e svegliarvi di soprassalto, dicendo: "Peccato, avrei proprio voluto vedere come andava a finire!". E' un po' quello che è capitato a me due settimane fa al Mugello, con la mia avventura nel MINI Challenge che si è interrotta proprio sul più bello.

Ma andiamo con ordine, perché di cose da raccontare su questo weekend ce ne sono davvero tante. A partire dal fatto che si trattava di un ritorno in pista dopo tanti anni d'assenza: l'ultima volta che avevo corso era stata nel 2007 e quindi quando il direttore mi ha detto che era arrivato l'invito di MINI Italia e che sarebbe toccato a me mettere tuta e casco, non mi sembrava vero.

Poi al Mugello, su una pista che negli ultimi anni ho frequentato parecchie volte seguendo la MotoGP, ma sulla quale non avevo mai avuto il privilegio di guidare. Insomma, una sfida completamente inedita, visto che si trattava anche di salire per la prima volta sulla MINI John Cooper Works Challenge Lite, la "piccolina" del Challenge, comunque capace di sprigionare una potenza di 231 cavalli con il suo motore 2 litri biturbo, che è lo stesso della vettura di serie.

MINI John Cooper Works Challenge Lite: un'ottima entry level

La MINI John Cooper Works Challenge Lite prende vita dalla base della vettura stradale, ma si tratta di una vera e propria auto da corsa, pensata soprattutto per i debuttanti ed i gentleman driver.

Se il motore 2.0 biturbo da 231 cavalli ed il cambio manuale a sei marce sono esattamente gli stessi della MINI John Cooper Works, non mancano gli elementi racing: basta una rapida occhiata, per esempio, per notare lo splitter anteriore, l'ala posteriore, l'estrattore e lo scarico racing.

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Gli ammortizzatori sono regolabili sia sull'anteriore che sul posteriore e a migliorare le prestazioni in frenata ci sono le pastiglie racing. Senza dimenticare il differenziale autobloccante meccanico, che sicuramente è un elemento molto importante per sfruttare al massimo il potenziale della vettura in pista.

Per quanto riguarda il format del weekend di gara, prevede due sessioni di prove libere da 25 minuti, una qualifica da 30 minuti e due gare da 25 minuti più un giro. Dividendo l'abitacolo con il collega Andrea Brambilla, a me spettano il primo turno di libere, un run di quattro giri cronometrati con gomma nuova in qualifica e la prima gara del weekend, quella del sabato.

Prove libere: maledetta Virtual Safety Car...

Quando è ora di entrare in pista per il primo turno di prove libere, la tensione si fa sentire tutta. E nei primi giri, nei quali provo a prendere le misure alla macchina ed alla... pista, è un susseguirsi di MINI John Cooper Works Challenge Pro (la versione più spinta, quella con 265 cavalli ed il cambio sequenziale ad innesti frontali) che mi infilano da tutte le parti. Anche perché siamo in ben 22 al via, 15 nella Pro e 7 nella Lite. Record di partecipanti per il MINI Challenge!

Questo però è utile per osservare all'opera i miei avversari e capire che l'impianto frenante, di serie ma con pastiglie racing, consente di andare a staccare praticamente a 50 metri in quasi tutte le curve del saliscendi toscano, fatta eccezione ovviamente per la San Donato, dove invece si comincia a frenare a 130 metri, passando dalla sesta alla terza, visto che in fondo al rettilineo di partenza si arriva ampiamente oltre i 200 km/h.

Una volta rotto il ghiaccio, speravo di poter iniziare a spingere, ma ecco il primo imprevisto: doppia bandiera gialla all'Arrabbiata 1, con la Pro di Roberto Gentili contro le barriere all'interno (un applauso ai suoi meccanici, che hanno fatto davvero un grande lavoro per rimetterlo in pista il giorno dopo!). Di attaccare, quindi, per il momento non se ne parla.

Appena risolta la situazione di pericolo, finalmente c'è la possibilità di provare a sfidare il cronometro, ma anche qui dura lo spazio di appena tre giri lanciati, perché poi arriva addirittura la Virtual Safety Car a "congelare" tutto fino alla bandiera a scacchi, con un'altra vettura insabbiata, questa volta in uscita della seconda dell'Arrabbiata.

Purtroppo proseguiamo a 60 km/h (il limite imposto dalla VSC) per tutti gli otto minuti rimanenti dei 25 a disposizione per l'intera sessione e chiudo con il sesto tempo di classe in 2'15"396, beccando circa quattro secondi dal miglior crono di Ugo Federico Bagnasco, ma con la convinzione di avere tanto margine per migliorare in qualifica. Come? Lasciando scorrere di più la macchina in alcuni punti chiave come la Casanova-Savelli, le Arrabbiate e la Bucine cercando di usare un po' meno angolo di sterzo per affrontare con più velocità quelle curve che fanno venire i brividi solo a pronunciarne il nome...

Se c'è una cosa che ho imparato in questo weekend, infatti, è che la MINI è una macchina che, essendo molto stabile e sincera nel comportamento, richiede proprio molta scorrevolezza in curva per essere veloce, anche perché il differenziale autobloccante fa il suo lavoro a meraviglia nell'aiutarti a trovare un buon inserimento in curva. Inoltre, non bisogna aver paura a frenare con forza sul pedale del freno e il più vicino possibile alle curve, cercando di portarsi dietro una buona velocità di percorrenza.

Qualifiche: che fatica mettere insieme il giro buono su una pista così lunga!

Non posso negare che il risultato della qualifica sia stato deludente, perché con il 2'14"191 realizzato nel secondo dei quattro giri lanciati a disposizione con le gomme Michelin nuove mi ritrovo ultimo e staccato di ben 1"6 da Andrea D'Angelo, che in griglia precede me ed il mio compagno di avventura Andrea Brambilla, col quale ho diviso la #59, bravo invece a girare in 2'12"744 a parità di condizioni.

In realtà però quello non è stato il mio giro migliore, perché nel terzo e nel quarto passaggio avrei potuto fare decisamente meglio senza qualche problemino legato al traffico. Nel terzo giro vengo infilato alla San Donato da Marco Santamaria, che però mi offre la scia garantendomi un buon traino per il resto della pista e infatti segno i miei parziali migliori nel secondo e nel terzo settore. Il tempo perso al T1 però mi impedisce di fare meglio di 2'14"639.

Nel giro decisivo sono più convinto: best al T1, in linea al T2, ma poi nell'ultimo settore sono troppo concentrato a guardare avanti e non mi accorgo che alle mie spalle arriva sfanalando Thomas Biagi, ex campione del mondo GT che in questo caso era il mio compagno di squadra, ospite di MINI Italia, ma per correre con la Pro. Quando lo vedo nello specchietto, ormai mi stavo inserendo al Correntaio. Provo a togliermi di mezzo, ma non c'è niente da fare: la morale, giro rovinato per entrambi! E per fortuna che poi Thomas è stato molto comprensivo quando sono andato a scusarmi!

A questo punto il timore di ritrovarmi a girare da solo in gara, staccato da tutti, è stato veramente grande. L'andare però a riguardare i cronologici con calma mi ridà morale: il mio ideal time era di circa 2'13"2, quindi decisamente migliore, e nel T3 ero arrivato addirittura ad appena un paio di decimi dalla pole position della Lite. Ma è evidente che ha fatto la differenza anche la capacità dei trofeisti di sfruttare la Michelin nuova per fare il tempo subito, cosa che io invece non sono riuscito a fare per la mancanza di esperienza.

Gara: un finale sfortunato e con il brivido, ma che bella esperienza

Il via della gara è fissato poco prima delle 15 di sabato pomeriggio e al Mugello fa un caldo quasi africano. La temperatura è di circa 35 gradi e nell'abitacolo, con la tuta ignifuga, è quasi infernale. L'adrenalina però spazza via tutto appena si spegne il semaforo e non c'è tempo di pensare a quanto fa caldo, perché bisogna stare concentrati sulle curve, che arrivano in rapida successione.

La partenza lanciata non è mai stata il mio forte e quindi mi presento alla San Donato in coda al gruppo, ma avere una "lepre" da seguire è un bell'aiuto e così mi metto negli scarichi di Alessandro Tronconi che mi precede. Nell'arco di un paio di giri mi rendo conto di essere probabilmente più veloce di lui e quindi inizio ad approcciare qualche manovra di disturbo alla San Donato e alla Bucine.

Poi esco vicinissimo dall'Arrabbiata 2 e capisco che è arrivato il momento di provarci: lui si difende con una traiettoria centrale al Correntaio e io rispondo facendo una linea che mi avrebbe favorito alle Biondetti. Infatti esco più forte, mi affianco all'interno e passo in staccata alla Bucine: sono sesto di classe e quanto meno il timore di fare la gara da solo è spazzato via!

Non è il momento di gioire perché sono un po' lontano dal terzetto davanti a me che lotta per la terza posizione, ma con il fatto che sono in battaglia tra di loro, ad occhio, mi rendo conto che piano piano inizio ad avvicinarmi e devo ammettere che la cosa comincia a gasarmi abbastanza. Ma, come vi ho detto all'inizio, è proprio qui che mi "sveglio di soprassalto" dal sogno.

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Arrivo all'Arrabbiata 2 e quando provo a dare un colpetto di freno prima di inserire la MINI in curva, il pedale all'improvviso va giù. Non c'è il tempo neanche per avere panico, perchè in quel punto si va veramente forte: inizio a vedere la via di fuga che si avvicina e la macchina non ne vuole proprio sapere di fare la curva perché sono troppo veloce. E allora riesco ad entrare nella ghiaia con le ruote abbastanza dritte, perché a quella velocità c'è il rischio di capottare. La MINI galleggia sulla ghiaia e riesco anche a non insabbiarmi.

Provo a riprendere la via della pista, ma capisco subito che è finita perché, anche provando a pomparlo, il pedale del freno non ne vuole sapere di tornare su e quindi prendo mestamente la via dei box. I meccanici controllano cosa è successo e mi dicono subito che non c'è niente da fare: la gomma anteriore sinistra si è delaminata nella parte interna e la parte di battistrada che si è avviluppato alla sospensione come un... serpente, ha strappato il tubo dei freni! Mi è andata davvero bene e tutto sommato me la sono cavata egregiamente in una situazione di pericolo nel punto più impegnativo della pista...

Il finale è stato decisamente sfortunato, ma mi ha dato l'opportunità di trovarmi per una volta dall'altra parte della barricata, quando Camilla Ronchi, la pit reporter dell'ACI Sport, è arrivata ad intervistarmi durante la diretta streaming per chiedermi cosa fosse successo. Di solito sono io quello che fa le domande ai piloti e questa è stata una cosa che mi ha fatto sentire davvero "pilota" per qualche secondo.

E il problema è proprio questo: per due giorni i ragazzi di MINI Italia mi hanno fatto sentire davvero un pilota, anche perché la John Cooper Works Challenge Lite, pur essendo la vettura entry level per la categoria, adatta quindi a chi è alle prime armi o magari è un po' arrugginito come me, è una macchina che ti mette davvero alla prova se vuoi andare forte.

Ora, quindi, tornare dietro alla scrivania a fare il giornalista e a raccontare solo le corse degli altri non sarà per niente facile...

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