Trionfi e disperazione, il sacro e il profano del Tempio della Velocità
Nelle gare di Monza non sono mancati i duelli da batticuore, con diversi piloti a mostrare i muscoli, mentre altri si sono piegati mestamente allo strapotere altrui e alla sfortuna.
Foto di: Davide Cavazza
Il Tempio della Velocità è la definizione dell'Autodromo Nazionale Monza, dove lo scorso weekend i protagonisti della TCR International Series hanno dato grande spettacolo con due gare ricche d'azione.
Sul podio sono saliti cinque concorrenti diversi, ognuno con la sua storia da raccontare, mentre qualcuno si è dovuto accontentare di piazzamenti e altri hanno fatto i conti con sfortune di ogni genere e tipo.
Sulla via della Santità
Inutile dire che la prima parte di questa analisi va a riservare un posto fra gli Dei per Roberto Colciago, Stefano Comini e Frédéric Vervisch.
Partiamo dall'esperto pilota di casa, che armato di una Honda Civic TCR decisamente di un altro pianeta rispetto alle altre auto, ha bastonato tutti in Gara 1 partendo dalla prima fila, facendo un vero e proprio capolavoro in rimonta in Gara 2, nella quale ha raggiunto il secondo posto dal nono della griglia invertita.
E' bene anche sottolineare che il veterano della M1RA non era in condizioni fisiche perfette, dunque il doppio podio è qualcosa di straordinario. Con un unico rammarico: essersi trovato davanti un osso durissimo come Comini nel secondo round brianzolo.
Il ticinese, che a Monza aveva chiamato a raccolta i propri fan, vistosi e rumorosi nel paddock, ha potuto regalare alla sua gente e alla Comtoyou Racing la seconda vittoria di fila dopo quella ottenuta a Spa. Ma quanto ha sudato il Campione in carica per averla? Tantissimo, forse troppo, partendo da qualifiche in salita dovute ai 75kg di zavorra sulla sua Audi RS 3 LMS TCR, e da una Gara 1 che lo ha visto tamponato alla prima variante e finire nelle retrovie.
Il riscatto di Comini non si è fatto attendere e al via della battaglia di domenica ha preso saldamente il comando delle operazioni, resistendo a denti strettissimi agli assalti portatigli da un Colciago che le ha provate davvero tutte per sfilargli il trionfo di mano.
I due ora sono al secondo e terzo posto della classifica piloti: si attendono con ansia le prossime gare, perché conoscendo la grinta di entrambi, le emozioni sono assicurate.
Ma dicevamo anche di Vervisch: incredibile vedere di cosa sia capace questo "novellino", appena giunto nel TCR e subito in grado di firmare una fantastica pole position in qualifica, prendendo buoni punti in Gara 1 e giungendo terzo in scia a Comini e Colciago in Gara 2.
Il belga era stato dato come alleato di lusso per Comini alla Comtoyou Racing, ma viste le prestazioni viene il sospetto che potrebbe rivelarsi anche un avversario ostico.
Miracolati e dannati
La Dea Bendata è cieca, diceva un tale. Sì, ma la sfiga ci vede benissimo, rispondeva l'altro.
In questo caso possiamo tranquillamente mettere sui due piatti della bilancia Jean-Karl Vernay, Gianni Morbidelli e Giacomo Altoè.
Cominciamo dal leader del campionato, che anche a Monza si è portato a casa 22 punti totali che gli consentono di mantenere la vetta della classifica piloti. Ora, è vero che la Volkswagen Golf GTi TCR non era propriamente un fulmine sui lunghi rettilinei italiani (e questo è un discorso che riguarda anche gli altri due personaggi sopracitati), ma al ragazzo della Leopard Racing sono andati bene tutti gli episodi.
In Gara 1 il francese non è incorso in alcuna penalità, nonostante alcuni tagli di variante lo avessero obbligatoriamente fatto finire nel mirino dei commissari. A quanto pare i conti non erano chiusi qui, perché alla partenza dell'altra gara Vernay ha visibilmente spedito nella ghiaia il connazionale Hugo Valente. Ma anche qui si sono chiusi occhi, orecchie e via dicendo.
Peggio è andata alla coppia della WestCoast Racing, ma qui stiamo parlando di un mistero che avvolge le vetture di Morbidelli e Altoè: entrambi molto volenterosi e combattivi, non sono riusciti a portarsi a casa nemmeno un punto per contatti subiti che li hanno fatti finire K.O., ma anche perché le loro Golf non sembrano affatto all'altezza della situazione. Ed è un peccato vedere un leone in gabbia come è il pesarese, così come la crescita frenata del giovane veneto.
Biscione con gli altri in purgatorio
Nel paddock di Monza sventolavano alcune bandiere dell'Alfa Romeo, ma le Giulietta TCR di Dušan Borković e Davit Kajaia non sono state fra le protagoniste. O meglio, lo sono state nel male, visto che il georgiano ha solamente portato a casa un piazzamento in Top10 in Gara 2, mentre il serbo ha speronato tutto e tutti creando non pochi malumori nei box adiacenti a quello della GE-Force.
Mat'o Homola ha cercato di salvare l'onore della Opel, ma le Astra TCR hanno clamorosamente fatto un passo indietro a livello di prestazioni e bisognerebbe probabilmente rivedere i BoP, dato che dal Bahrain non hanno più potuto dire la loro.
Fra il trio della Craft-Bamboo Lukoil l'unico a salvarsi è Pepe Oriola, a podio in Gara 1, ma rimasto imbottigliato nel traffico nella 2, mentre James Nash e Hugo Valente non hanno saputo sfruttare al meglio la partenza dalla prima fila del secondo round per imitare il loro compagno di squadra spagnolo. La verità è che le SEAT León TCR rosse non sono ancora competitive in qualifica e spesso il trio è costretto a lottare nel mucchio per trovare il bandolo della matassa. Diciamo comunque che dei tre, a salvarsi è il solo Oriola.
Redenzione e purezza di spirito
Attila Tassi ha ribadito che fra i grandi vuole starci anche lui: il pilotino ungherese della M1RA ha davvero volato nelle qualifiche e in Gara 1 chiudendo in Top3, mentre un contatto alla prima variante dopo la partenza di Gara 2 lo ha privato della possibilità di mettersi nuovamente in mostra. Stavolta l'applauso il giovane Tassi se lo merita tutto e pare che i numeri per diventare un nome di spicco ci siano.
Infine un commento su Mister TCR DNA, al secolo Daniele Cappellari. Il veneto era presente con la sua SEAT León dotata di cambio DSG, dunque nettamente inferiore alla concorrenza, ma quello che ha incuriosito è vederlo impegnato a tutto tondo nella preparazione del mezzo. Cappellari non ha infatti una squadra alle spalle, se non la compagna Fabiola che lo aiuta nella gestione di tutto; per il resto è lui ad operare come meccanico, ingegnere e trasportatore, montare e smontare la vettura, analizzare i dati e prendere tutte le decisioni del caso. Oltre che a spostarsi coi propri mezzi, ossia un camper e un furgoncino che traina la SEAT. Uno che ha messo in mostra cosa significa avere la totale passione per il motorsport. Citando Fantozzi, "92 minuti di applausi" per Daniele e il suo DNA.
Un giro in confessionale
Non si possono non commentare i comportamenti dei commissari sportivi: di tutti gli episodi controversi visti a Monza, solo due sono stati puniti. Un taglio di chicane da parte di Ferenc Ficza e un contatto fra Colciago e Vervisch. Ma il resto? Vernay che tampona, Borković che sperona, Valente che tocca e accelera facendo girare gli avversari? Su tutto ciò (e anche altro), neanche mezza parola, se non il classico "under investigation" che ha tenuto "sub-judice" le classifiche finali per un po' di tempo, salvo poi arrivare al classico dei classici "no further action".
Ma nei box qualcuno ha cominciato a storcere il naso invocando una mano un po' più pesante. Ok le bagarre e le scaramucce, ma il TCR non è il Rallycross e concedere troppo significa poi rischiare di andare a rovinare il giochino...
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