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Sgomitate in Thailandia: chi vola, chi corre, chi cade, chi si rialza

Anche a Buriram è successo di tutto, con una Honda sempre più su, SEAT ed Opel da alti e bassi, Alfa Romeo in (ri)spolvero e il mistero Audi. E nove piloti in corsa per il titolo a due weekend dalla fine...

Podium race 2

Podium race 2

TCR Media

Aurélien Panis, Boutsen Ginion Racing, Honda Civic Type-R TCR with the team
Podium: Race wimmer Aurélien Panis, Boutsen Ginion Racing, Honda Civic Type-R TCR, second place Giacomo Altoé, M1RA, Honda Civic TCR, third place Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Race winner Aurélien Panis, Boutsen Ginion Racing, Honda Civic Type-R TCR
Norbert Michelisz, M1RA, Honda Civic TCR
Aurélien Panis, Boutsen Ginion Racing, Honda Civic Type-R TCR
Kantadhee Kusiri, West Coast Racing, Volkswagen Golf GTi TCR
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Duncan Ende, Icarus Motorsports, SEAT León TCR
Aurélien Panis, Boutsen Ginion Racing, Honda Civic Type-R TCR
Mato Homola, DG Sport Compétition, Opel Astra TCR
James Nash, Lukoil Craft-Bamboo Racing, SEAT León TCR
Frédéric Vervisch, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Rob Huff, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Golf GTi TCR
Duncan Ende, Icarus Motorsports, SEAT León TCR
Dusan Borkovic, GE-Force, Alfa Romeo Giulietta TCR
Frédéric Vervisch, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Rob Huff, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Golf GTi TCR
James Nash, Lukoil Craft-Bamboo Racing, SEAT León TCR
Start action, Davit Kajaia, GE-Force, Alfa Romeo Giulietta TCR
Kantadhee Kusiri, West Coast Racing, Volkswagen Golf GTi TCR
Jean-Karl Vernay, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Golf GTi TCR, Norbert Michelisz, M1RA, Honda C
Start action
Start action
Frédéric Vervisch, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Norbert Michelisz, M1RA, Honda Civic TCR, Jean-Karl Vernay, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Golf
Daniel Lloyd, Lukoil Craft-Bamboo Racing, SEAT León TCR
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Mato Homola, DG Sport Compétition, Opel Astra TCR
Dusan Borkovic, GE-Force, Alfa Romeo Giulietta TCR, Rob Huff, Leopard Racing Team WRT, Volkswagen Go

Quattro gare da disputare negli eventi di Cina e Abu Dhabi. 110 punti in palio. Nove piloti ancora matematicamente in lizza per il titolo. I primi quattro di questi racchiusi in appena 14 lunghezze. Quattro auto di marchi diversi in Top5 fra i concorrenti.

Se questa non è una delle stagioni più belle delle corse turismo, poco (ma molto poco) ci manca. Dopo otto weekend dell'annata 2017, in TCR International Series tutto è ancora apertissimo e solo all'ultimo metro di gara negli Emirati Arabi sapremo chi l'avrà spuntata, poiché anche in Thailandia è successo di tutto e di più.

Honda sempre più in Alto(è)

A Buriram è stato un (quasi) dominio totale delle Honda. Non tanto in qualifica, quanto in gara, dato che le Civic hanno agguantato quattro podi in totale con due trionfi, un secondo ed un terzo posto all'attivo. Un applauso vero va ad Aurélien Panis, assolutamente perfetto nell'andare a prendersi la sua prima vittoria alla seconda uscita con la Honda della Boutsen Ginion Racing. Il francesino figlio d'arte, abbandonato il WTCC, si è tuffato nella nuova avventura TCR e sfruttando al meglio la pole position della griglia invertita, si è portato a casa un successo meritatissimo grazie ad una prova consistente e priva di sbavature.

In casa M1RA si è sopperito alla mancanza di Roberto Colciago (sfortunato infortunato) schierando il capo-squadra Norbert Michelisz e aggiungendo un'altra macchina per Giacomo Altoè. "Norbi" ha fatto il vuoto in Gara 1, poi ha difeso Attila Tassi in Gara 2 in maniera perfetta, consentendo al giovane magiaro di mantenere la vetta della classifica iridata, anche perché "Attilino" va a punti - pesanti - in Q3 (quinto), Gara 1 (terzo) e Gara 2 (quarto).

Per quanto riguarda Altoè, non poteva esserci debutto migliore nonostante un mezzo preso in prestito da un pilota della TCR Thailand Series, il quale glielo ha messo a disposizione con qualche ammaccatura e segni di... ruggine! Grazie all'ottimo lavoro degli uomini M1RA, il 16enne di Adria ha centrato il suo primo podio in TCR International con una pulizia di guida davvero da applausi. Naturalmente con largo merito del mezzo che aveva fra le mani, decisamente diverso dalla Volkswagen Golf che ha avuto fino alla settimana scorsa.

Volkswagen, pesi e misure diverse

A proposito di Golf: il primo avversario del leader Tassi continua ad essere quell'osso durissimo che risponde al nome di Jean-Karl Vernay. Il pilota della Leopard Racing prosegue nella raccolta punti (come nei migliori supermercati) per arrivare all'ambito premio. Il francese anche quando non va a podio ci finisce vicinissimo, ma soprattutto mostra ancora di avere anche la Dea Bendata dalla propria parte.

In Thailandia l'ha scampata per un pelo evitando una penalità che, ai più, sarebbe sembrata sacrosanta visto il tamponamento all'ultima curva di Gara 1 che ha rischiato di mandare in testacoda proprio Attila. Sempre in cerca di un varco anche quando non c'è e oltre i famigerati track-limits più volte, "JKV" in Gara 2 si è ritrovato davanti Michelisz, il quale gli ha dovuto cedere strada solamente quando si è rotta la sua Civic, regalandogli un'ulteriore posizione e punti che potrebbero essere decisivi a fine anno.

Fra l'altro Vernay deve anche ringraziare il suo collega Rob Huff, che proprio in Gara 1 ha inchiodato sulla linea del traguardo per evitare di superarlo. Buona la prova del britannico, come suo solito molto combattivo a centro gruppo, dove si è trovato ad incrociare le armi anche con la Golf di Gianni Morbidelli.

I 30kg di Success Ballast si sono sentiti per il pesarese della WestCoast Racing, tornato a casa solamente con un punticino dopo l'exploit di Oschersleben. Peccato perché il "Morbido" avrebbe potuto certamente continuare ad essere protagonista, viste anche le buone cose che è riuscito a fare il suo nuovo compagno di squadra Kantadhee Kusiri. Il leader della TCR Asia Series aveva mostrato le sue qualità già nel 2016, confermando di essere un pilota molto interessante per la categoria.

SEAT e Opel: colpa o sfortuna?

Qualche domanda se la debbono porre gli uomini di SEAT Sport e di Opel Motorsport. León TCR e Astra TCR continuano a mostrare ottime velocità, ma anche una fragilità preoccupante. Nel caso del trio di vetture spagnole della Lukoil Craft-Bamboo Racing, non pervenuto Daniel Lloyd, mentre James Nash e Pepe Oriola sono stati traditi da semiasse e cambio, dopo che entrambi si erano trovati in odore di podio.

Peggio è andata in casa DG Sport Compétition. Il debuttante Munkong Sathientirakul non si è visto anche a causa di problemi tecnici, mentre si registra l'ennesima amarezza sul più bello per Mat'o Homola. Lo slovacco aveva riportato la Astra in pole position e comandato Gara 1, poi una maledettissima foratura lo ha privato di un successo che ormai sembra proprio non vole arrivare.

Assenza inAudita

Stefano Comini ha limitato i danni fra le mille difficoltà, raccogliendo qualche punto in Gara 1 con una buona dose di fortuna visti i ritiri di parecchi avversari, e un bel terzo posto in Gara 2 frutto soprattutto della partenza dalla prima fila della griglia invertitita. Ma bisognerebbe porsi una domanda: ad Audi Sport interessa vincere il titolo? Ormai la scusa del tanto strombazzato Balance of Performance non sta più in piedi, non avendo una colossale zavorra (come ad inizio anno) sulle RS 3 LMS TCR, che continuano a mostrare una preoccupante inferiorità nei confronti delle altre auto.

La conferma arriva non tanto dai piazzamenti che Comini riesce a portarsi a casa (stiamo parlando comunque del Bi-Campione TCR), quanto dalla totale assenza di risultati decenti in qualifica del suo compagno di squadra Frédéric Vervisch, visto solamente per qualche istante in Top10 in Gara 1, per poi tornare a sparire nelle retrovie. Inammissibile accusare distacchi così pesanti al sabato e addirittura +0"5/+0"8 al giro in gara dai migliori. Audi pare avere dei problemi di natura congenita al mezzo, ma allora non si spiega il perché non fossero presenti più tecnici della Casa dei Quattro Anelli nei box della Comtoyou Racing, e soprattutto per quale motivo non sia stato allestito un programma di test di sviluppo coinvolgente anche il ticinese, il quale fra l'altro aveva chiesto espressamente al costruttore di provare essendo terzo in classifica di campionato, ora a -14 dalla vetta.

Giulietta, all'inferno e ritorno

Weekend strano, triste e allegro allo stesso tempo per le Alfa Romeo Giulietta TCR schierate dalla GE-Force. Finalmente tornate a competere su un circuito a loro favorevole, le vetture della Romeo Ferraris hanno mostrato ancora una volta un potenziale invidiabile fare da contraltare ad una fragilità a tratti preoccupante. Dušan Borković e Davit Kajaia hanno dovuto compiere il possibile per riconquistare le posizioni perse in qualifica. Nel caso del serbo, fuori già in Q1, si è trattato di una rimonta da spellarsi le mani che lo ha visto risalire dall'undicesimo posto fino al podio a suon di sorpassi (e beneficiando di qualche ritiro) in Gara 1, mentre in Gara 2 il recupero è rimasto parziale a causa della bagarre in cui si è ritrovato invischiato a centro gruppo.

Il georgiano invece deve la sua rimonta più che altro ad un regolamento a tratti privo di logica. Un perdita d'olio aveva causato un principio d'incendio sulla sua Giulietta in qualifica, ma il materiale degli estintori con cui i commissari hanno spento le fiamme ha causato alcuni danni al motore, che quindi è stato sostituito inevitabilmente dal team italo-georgiano. Peccato che l'operazione lo abbia retrocesso in fondo alla griglia di partenza di Gara 1, nonostante le proteste invocanti la "causa di forza maggiore".

In tutti i casi, la Giulietta TCR è tornata, per la gioia degli "Alfisti", ad essere fra le protagoniste di un campionato che continua a riservare sorprese di ogni genere. Quali saranno le prossime?

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