Capello: "Le Case scelgono l'elettrico non per necessità politica"
Il tre volte vincitore della 24h di Le Mans ha parlato in esclusiva con Motorsport.com riguardo il progressivo avvento dell’elettrico nel mondo delle corse, e non solo...
Motorsport.com ha intervistato Dindo Capello, il pilota vincitore di tre edizioni (quella del 2003 su Bentley Speed 8, quella del 2004 con un’Audi R8 Sport e nel 2008 al volante di un’Audi R10) di una delle gare di durata più affascinanti di sempre, Le Mans.
È dal 1994, con il campionato di SuperTurismo, che Dindo lega il suo nome a quello di Audi, prima come pilota poi come imprenditore, andando a creare un indistruttibile doppio filo. Oggi, la Casa a quattro cerchi si mostra sempre più volta a percorrere la strada dell’elettrico. Una via, che sta prendendo sempre più piede.
Ecco come Dindo ha commentato questa scelta, raccontandosi nella sua esperienza da imprenditore ed ex pilota, da appassionato e da spettatore di un mondo sempre più in evoluzione...
Ti piacerebbe correre la Dakar con l’Audi RS Q e-tron (la vettura elettrica che Audi schiererà nella Dakar 2022)?
"Non ho mai preso in considerazione neanche come idea durante la mia carriera di cimentarmi nella Dakar. Non penso proprio di voler partecipare, soprattutto in questo momento della mia vita. Per Audi è un’esperienza nuova, un’avventura che mancava nel palmares di Audi, poi fatta con l’elettrico è sicuramente qualcosa di innovativo. Siamo curiosi di vedere come proseguirà il progetto, è un progetto tanto ambizioso quanto complicato. La cosa positiva è che la competizione viene usata per sviluppare dei prodotti di serie ed è un bel messaggio per chi come me, che ha avuto una vita da pilota e poi da imprenditore legato al marchio, saper coniugare competizione e prodotto. È qualcosa di molto interessante".
Essere pilota prima e essere imprenditore poi, come cambia l’approccio?
"Sono due cose completamente diverse, è molto più divertente fare il pilota, però secondo me tante cose che lo sport ti insegna possono essere trasferite anche a livello aziendale e quindi mi è venuta molto utile l’esperienza che mi sono fatto in tanti anni di corse, soprattutto a quel livello lì e correndo per una casa come Audi che ha sempre investito tantissimo anche per quanto riguarda i piloti su diversi fronti: sulla formazione, sulla professionalità non solo in pista ma a livello globale. Tutte questo mi è utile nelle attività imprenditoriali.
Nel corso della tua lunga carriera, hai vissuto cambiamenti epocali per quanto riguarda l’alimentazione delle vetture da corsa e il loro motore. Cosa pensi di una macchina alimentata a metano piuttosto che benzina nel Motorsport?
"Scegliere quale delle due sia migliore è difficile. È logico che qui parliamo di una energia alternativa a quella classica. Noi abbiamo usato anche il diesel e lo abbiamo portato nelle competizioni per molti anni, cogliendo anche tanti successi. Ogni energia ha i suoi vantaggi, ha i suoi pro e i suoi contro, e però va premiata la voglia e l’idea di provare a creare qualcosa di diverso da quello che è lo standard".
"In passato già qualcuno aveva pensato a un cambiamento, coi biocarburanti, ed è una cosa che ha funzionato. Ma per far andar bene le cose anche a un livello molto alto è anche la casa costruttrice che deve intraprendere una direzione. Io rappresento Audi, una realtà che ha intrapreso in pieno la via dell’elettrico. Tutti i suoi sforzi sono lì, e non in altro. Mi fa piacere che ci siano imprenditori privati che iniziano a pensare a qualcosa di diverso, e voglio dare una mano in questo".
Cosa pensi delle eco benzine? L’alimentazione del Motorsport del futuro sarà legata all’elettrico?
“Se devo seguire la filosofia del gruppo che rappresento è veramente improntata all’elettrico. Si parla solo di elettrico, se vediamo il futuro a medio-breve termine. Gli anni volano, e domani siamo già in quello che Audi considera il futuro. Ha sposato questa strada e gli investimenti sono dedicati a quello, quindi non vedo alternative. Invece, noto che la F1 e qualsiasi categoria del Motorsport sta andando sempre verso di più tecnologie sostenibili, che siano carburanti ecologici o altri tipi di tecnologie. Ormai è iniziata questa mentalità delle eco tecnologie anche ad altissimo livello. Credo che Audi, che penso sia stata forse la prima a credere ciecamente nell’elettrico, non è detto che non possa avere un coinvolgimento in categorie del Motorsport che fino a ieri magari non venivano prese in considerazione”.
Nel 2022 Audi si presenterà al campionato TCR con il modello RS3 LMS, l’unico a metano. L’hai provata? E che sensazioni ti ha dato?
“Non l’ho ancora guidata a metano, l’ho guidata due anni fa ma nella versione standard ed è stata anche la mia ultimissima gara. Sono curioso di guidarla nella versione a metano, anche per capire quali sono le differenze, quelli che possono essere o meno i punti di forza di questo tipo di alimentazione. Non ho abbastanza esperienza in campo metano per capire in cosa possano esserci differenze, se non nelle vetture stradali. Io sono uno che spinge molto per il metano, è probabilmente una tecnologia che la gente non ha ancora capito pienamente. Ho tanti clienti e amici, in particolar modo del centro Italia, che invece hanno sposato la versione g-tron della nostra marca".
"Ed è qualcosa che quando provi, difficilmente torni indietro: ha dei costi di gestione bassissimi, fai percorrenze lunghissime con pochi euro, ed è l’auto che consiglio a tutti. Poi non è mai facile convincere il cliente perché c’è ancora la vecchia mentalità di ritenere il metano qualcosa di assolutamente anomalo, mentre ormai è una tecnologia molto vantaggiosa soprattutto a livello economico per l’utilizzatore”.
All’inizio della sua carriera si sarebbe mai aspettato una simile evoluzione?
Ho avuto la fortuna di avere una carriera lunghissima: la mia prima gara l’ho fatta con l’Audi 80 e la mia ultima con la R18 e-tron. Quindi, ho veramente vissuto tutti i passaggi epocali, dal benzina, al benzina aspirato, al turbo benzina, al diesel, al quattro e al due ruote motrici, fino ad arrivare al diesel elettrico. Mi sento privilegiato e fortunato, perché è difficile trovare un pilota, al giorno d’oggi, che sia riuscito a vivere così tanti passaggi epocali. Per cui, non mi stupisce più nulla, a parte il fatto che sull’elettrico si sia andati così velocemente spediti verso la meta".
"Fino a due anni fa l’elettrico sembrava quasi più un messaggio politico che una via percorribile. Ora, vivendo giornalmente la politica e gli investimenti della fabbrica, mi rendo conto che siamo vicinissimi a un’efficienza anche dal punto di vista delle infrastrutture che nessuno si sarebbe mai immaginato”.
Con questo vuoi dire, quindi, che per le case l’elettrico non è una necessità a livello politico?
"Inizialmente pensavo lo fosse. Una necessità dovuta ad alcune situazioni che si erano create, oggi la vedo come il futuro, se parliamo del nostro marchio: nei prossimi due o tre anni avremo 25 modelli totalmente elettrificati e soprattutto modelli di una grande bellezza, sotto tutti i punti di vista. Essendo legato a doppio filo al marchio devo sposare questa linea di pensiero e questi progetti.
TCR o PURE ETCR ?
"Il TCR è la categoria che ho sposato immediatamente con la sua uscita, essendo nato come pilota Audi sulle vetture turismo sono legato in maniera sentimentale a questa categoria. Per me il fatto che il turismo dopo gli anni d’oro abbia avuto un calo dal punto di vista del seguito, mi ha fatto male. Perché l’ho sempre considerata una grande categoria, che può sposare le vetture di serie a quelle di competizione. Il TCR è la categoria del futuro, la vedo come la categoria che può rinverdire i fasti del SuperTurismo dei miei tempi. Sono pro TCR al mille per mille".
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