Berro: "Volkswagen punta su di noi per diventare grande nel TCR"
Intervista esclusiva con il manager di Leopard Racing e Team WRT che ha consentito a Stefano Comini di vincere nuovamente il titolo con una VW Golf cresciuta tantissimo. E il futuro potrebbe regalare ancora tante novità.
Foto di: TCR Media
Se Stefano Comini si è laureato per il secondo anno consecutivo Campione della TCR International Series, lo deve soprattutto ad una persona: Claudio Berro.
Il manager ligure è infatti stato sceneggiatore e regista del trionfo del ticinese, visto che ha messo insieme Leopard Racing, Team WRT e Volkswagen.
Berro, dall'alto della sua grande esperienza nel mondo delle corse, si è occupato della squadra tedesca, appoggiata dallo sponsor bibitaro, dovendo fare i conti ad inizio stagione con una Golf GTi TCR non propriamente all'altezza della situazione.
Lavorando alacremente a stretto contatto con Volkswagen, le vetture azzurre condotte da Comini e da Jean-Karl Vernay hanno consentito allo svizzero e al francese di arrivare a giocarsi il titolo all'ultima gara di Macao.
La contesa, come ben noto, si è risolta in favore del primo, dunque ecco il racconto di Berro in esclusiva per Motorsport.com di un 2016 davvero ricco di novità e avvenimenti. Con un occhio puntato al futuro della serie di Marcello Lotti e alle diatribe con la FIA.
"Il Balance of Performance di inizio stagione per noi è stato disastroso e l'ho fatto notare; non si possono stabilire le prestazioni delle vetture in un'unica giornata come quella di Valencia, basandosi solamente sulla potenza del motore - racconta Berro - Le SEAT erano simili a noi, ma poi hanno presentato un pacchetto aerodinamico molto più prestazionale che le ha fatte volare. In Bahrain avevamo 2" al giro di svantaggio. Dopo le cose sono migliorate e la dimostrazione che il BoP è stato modificato bene la si è avuta: chi vinceva e riceveva la zavorra, la gara successiva era molto più in difficoltà, il che ha garantito maggior spettacolo nell'arco della stagione".
Per voi era tutto nuovo, come avete studiato il metodo di lavoro?
"Abbiamo iniziato col cercare di scoprire la nostra auto, non conoscendo la Golf dovevamo capire come impostare il lavoro. Il team e i piloti sono stati bravissimi, abbiamo recuperato 1" nel giro di poco tempo. Volkswagen non aveva effettuato test adeguati per fare crescere la vettura, per cui si è affidata a noi. La squadra e gli ingegneri sono stati bravissimi, e i risultati sono arrivati per volontà e capacità di chi ha lavorato al progetto".
Il rapporto con Volkswagen com'è?
"Inizialmente Volkswagen ha dovuto subire molte critiche, non solo da parte nostra, perché effettivamente la macchina presentava molte lacune, ma loro sono stati intelligenti a fidarsi di noi e darci in mano lo sviluppo del progetto, visto che loro non avevano le conoscenze e le capacità per farlo. Infatti ora il Team WRT, Comini e Vernay sono le persone di riferimento per la crescita della Golf, anche perché il costruttore si è ritirato dal WRC e adesso vuole investire le proprie risorse nel TCR, la sua intenzione è di vincere. In generale comunque c'è stato totale equilibrio da parte di Volkswagen con gli altri team che schieravano le Golf, ad esempio Engstler. Certamente la competizione era molto elevata e la differenza l'ha fatta chi era più capace".
Comini e Vernay, la coppia vincente: come hai gestito questi due piloti?
"Erano i concorrenti migliori della griglia, questo è il mio parere. Mi sono trovato benissimo, anche perché sono totalmente agli antipodi caratterialmente parlando, ma entrambi sanno lavorare professionalmente per la squadra e problemi non ce ne sono stati. Avere delle persone intelligenti e brave come loro ha aiutato molto nella gestione. Sia Comini che Vernay sono arrivati a giocarsi il titolo all'ultima gara, ma la mia intenzione è sempre stata di lasciare alla pista l'ultima parola. Qualcuno mi aveva consigliato di dare ordini di scuderia per non rischiare, ma questo non è il mio modo di lavorare. Solo a Macao abbiamo ragionato sulle posizioni, ma in realtà ha vinto chi più meritava".
Dall'alto della tua esperienza, hai notato qualche altro pilota interessante?
"Sicuramente James Nash ha avuto una freddezza nel finale di stagione che prima non aveva dimostrato di possedere. Pepe Oriola è bravo, ma a volte è stato sfortunato anche per colpe sue, forse è stato troppo impulsivo in certi frangenti. Ovviamente Gianni Morbidelli ha dimostrato ancora una volta quanto pesi l'esperienza, anche lui non ha però avuto sfortuna per via delle rotture e degli incidenti, ma resta fortissimo. Mi ha stupito Antti Buri, a Spa-Francorchamps ha corso con noi andando molto forte. In generale ritengo che la differenza la faccia la gestione del pilota singolo, se riesci a farla bene con uno bravo, ecco che i risultati arrivano. Se vuoi vincere il titolo devi stare fuori dai problemi, non crearteli".
E delle vetture in pista cosa ne pensi?
"C'è stato un bell'equilibrio. Le Honda sono più veloci anche se a tratti soffrono la fragilità, le SEAT nel complesso sono migliori sul dritto, mentre in curva perdono qualcosa. La differenza però la fa la Casa, se l'auto viene prodotta direttamente dal costruttore e poi affidata ad un team preparatore, allora i problemi calano parecchio. La Giulietta e la Subaru, per esempio, soffrono questa cosa. Audi sembra una bellissima macchina, anche di aerodinamica. Questo è un campionato che richiede vetture fatte bene, quindi i costruttori debbono impegnarsi in prima persona a farle, non c'è dubbio".
Il nuovo mondo della TCR ti è piaciuto?
"Sì, molto. Con Marcello Lotti ho parlato dando anche diversi consigli su come poter migliorare. Nelle gare con la F1 abbiamo avuto un'ottima visibilità, anche televisiva, purtroppo il paddock era un po' sacrificato. Però mi sono fatto un'idea di cosa si potrebbe fare per crescere. Intanto bisognerebbe cercare di avere più invitati possibili, in modo da avvicinare gente alla serie. Poi legarsi ad eventi di grande importanza, come ad esempio è stato il weekend di Spa-Francorchamps assieme al WEC".
Il format del weekend è buono o cambieresti anche quello?
"Personalmente non mi è piaciuto l'appuntamento di Imola, vissuto tutto in un'unica giornata. Libere e qualifiche dovrebbero svolgersi al sabato, mentre le gare della domenica mi piacerebbe che fossero di lunghezza diversa. La prima potrebbe essere più breve, mentre la seconda, che ha la griglia invertita e di solito è molto più spettacolare per via delle rimonte, dovrebbe durare almeno 15' in più. Con questo non sto dicendo che debbono vincere per forza gli stessi, ma sicuramente le azioni e le battaglie sarebbero maggiori e ci si divertirebbe di più".
Il TCR sembra dare fastidio alla FIA, come vivete questa situazione?
"A Macao è successa una cosa inaccettabile, soprattutto per chi si giocava il titolo; si doveva evitare una situazione del genere. So che Lotti ha parlato con Jean Todt e la FIA per cercare di risolvere la situazione, ognuno vuole fare il proprio lavoro senza andare a disturbare quello altrui. Il fatto è che il TCR non ha intenzione di sostituire il WTCC, sono due mondi diversi, vedremo se la FIA lo capirà e quali decisioni prenderà per ridare appeal al Mondiale Turismo".
Una in realtà c'è già stata: nel WTCC 2017 ci sarà la Classe dedicata alle TCN2, che poi sono le TCR...
"Per me potrebbero esistere entrambi i campionati, magari correndo nello stesso weekend, uno come Mondiale FIA e l'altro come Coppa FIA. E' chiaro che sta nell'intelligenza delle persone trovare il modo di accordarsi. Il TCR cerca di andare avanti per la sua strada, cercando di ignorare quello che dice la Federazione Internazionale. E' il gioco delle parti, ognuno prova ad organizzare i propri eventi, poi nulla vieta di collaborare come avviene in altre situazioni".
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