Analisi TCR 2017: animali fantastici e dove trovarli
La terza stagione della TCR International Series si è aperta in Georgia con gare bellissime dove a mettersi in luce sono stati diversi protagonisti di ieri, oggi e domani. Tutti senza paura di lottare mostrando zanne e artigli.
Tassi (Attila), León (SEAT), Leopard (Racing), il Biscione (Alfa Romeo): a leggere l'elenco iscritti della TCR International Series si potrebbe pensare ad uno... zoo!
La realtà è che comunque la serie turismo ideata da Marcello Lotti ha confermato una sua peculiarità: tutti (o quasi) quelli che vi corrono sono dei veri e propri animali da gara. Insomma, animali fantastici e dove trovarli, parafrasando il titolo di un recente film uscito al cinema.
E anche nelle prime due gare del 2017 tenutesi domenica scorsa in Georgia, battaglie, scintille, polemiche, brividi, numeri e divertimento non sono mancati in quella che è l'inaugurazione della terza stagione TCR.
Il Biscione morde: quanto sarà velenoso?
La vittoria di Davit Kajaia al volante della Alfa Romeo Giulietta TCR è stato un evento da ricordare, non tanto per il trionfo del georgiano davanti ai suoi tifosi (bravissimo il ragazzo della GE-Force a sfruttare al meglio la fantastica pole position di sabato per involarsi verso il successo in Gara 1), quanto perché finalmente abbiamo una vettura del Biscione in grado di lottare per i vertici in un campionato di livello mondiale.
Ci sono però un paio di cose che non vanno sottovalutate. La prima è che la Giulietta costruita dalla Romeo Ferraris ha corso su un peso di 1265kg, avendo ricevuto uno sconto di 20kg nelle valutazioni del Balance of Performance. Un vantaggio notevole rispetto ad auto ben più pesanti presenti in griglia. La seconda è che, come nelle gare della TCR Middle East Series in cui l'Alfa aveva preso parte, nel finale c'è stata troppa sofferenza per via di un eccessivo consumo delle gomme anteriori.
Il fatto positivo è che le velocità di punta sono state ottime, così come la reattività nelle curve strette; sarà molto interessante vedere come si comporterà ora la Giulietta in Bahrain, dato che riceverà un success ballast di 30kg poiché Kajaia ha totalizzato più punti di tutti.
Cuccioli dominanti
In Georgia hanno dato grandissimo spettacolo due giovani molto interessanti: Attila Tassi e Ferenc Ficza. Il primo ha debuttato al volante della Honda Civic TCR della M1RA, mentre il secondo, in attesa che la Zengő Motorsport riceva la nuova KIA cee'd dalla STARD, è stato "prestato" alla Zele Racing per correre con una "vecchia" SEAT León TCR DSG.
Entrambi gli ungheresi hanno lasciato a bocca aperta. Tassi, che già lo scorso anno aveva mostrato buone cose con la León del B3 Racing Team Hungary, si è posizionato secondo nelle qualifiche e ha centrato il medesimo piazzamento in Gara 2 partendo dalla quinta fila della griglia invertita, dopo che nel primo round aveva sofferto un po'. Vero è che il 17enne di Budapest ha sfruttato la penalità inflitta ad Hugo Valente per guadagnare un'ulteriore posizione, ma sarà uno da tenere d'occhio per tutta la stagione, anche perché la Civic Type-R TCR della JAS Motorsport pare proprio un'auto in grado di vincere (come del resto sta facendo in varie serie di tutto il mondo).
Ficza, invece, che di anni ne farà 21 a maggio, si è fatto le ossa nel WTCC durante gli ultimi 12 mesi ed ha messo subito in chiaro che non era volato a Rustavi per fare presenza: primo posto in entrambe le sessioni di libere, terzo in qualifica e secondo in Gara 1, mentre in Gara 2 è finito K.O. dopo un contatto mentre lottava per raggiungere il podio. Inutile dire che anche a Ferenc bisognerà dare un'occhiata obbligatoriamente nelle prossime uscite.
Leoni (in gabbia) ruggiscono
Chi è partito sfavorito e ha dato prova di essere un vero Campione è Stefano Comini. Firmato l'accordo per correre con l'Audi della Comtoyou Racing appena due settimane fa, lo svizzero ha fatto in fretta la valigia per salire sull'aereo, senza lasciare a casa proverbiali grinta e cuore.
Non avendo mai provato prima la RS 3 LMS TCR, il bi-titolato ha dovuto correre in difesa, anche perché alla sua auto è stato dato il massimo della zavorra (45kg di BoP) che ne ha limitato la facilità di guida. Ma Comini ha confermato di essere un grandissimo leone, rimontando con fame di vittoria posizioni in Gara 1 (il sorpasso sulla Honda di Colciago è stato da applausi), salendo sul terzo gradino del podio e tagliando il traguardo in scia ai due che lo precedevano.
Purtroppo per lui, Gara 2 non è praticamente iniziata per via di un brutto episodio che lo ha visto coinvolto con l'ex-compagno di team Jean-Karl Vernay, reo secondo il ticinese di averlo ostacolato nel giro di rientro causandogli la rottura del radiatore per vendicarsi di un contatto al via del primo round.
Il francese della Leopard Racing si è messo in mostra più per queste polemiche post-gara che per quanto di buono era anche riuscito a fare con la sua Golf GTi TCR. Migliore dei piloti Volkswagen, il transalpino si porta a casa un terzo posto in Gara 2 conquistato con le unghie e con i denti (e un po' di fortuna sfruttando penalità altrui), dunque un altro nome da non sottovalutare. Peccato per le scaramucce, assolutamente evitabili, che ne denotano un complesso di inferiorità psicologico che potrebbero limitarne le prestazioni, visto che "JK" nel 2016 ha comunque dimostrato di non essere affatto uno scarso. Vedremo cosa succederà la prossima volta che si ritroverà nella bagarre.
Menzione d'obbligo per Pepe Oriola, tornato al successo dopo un'astinenza che durava da agosto 2016. In ombra fra qualifiche e Gara 1, lo spagnolo della Craft-Bamboo ha colto la palla al balzo partendo dalla prima fila della griglia invertita nella seconda manche georgiana, andando poi a vincere in scioltezza con la sua SEAT León TCR. Anche quest'anno siamo sicuri che Pepe sarà un osso duro da battere per tutti, sperando che però riesca a tenere botta fino alla fine e non sciogliersi strada facendo.
Infine, applausi se li sono meritati anche Hugo Valente, Roberto Colciago e Dušan Borković. Il francese è stato privato di un meritato podio in Gara 2 per una leggerezza (sorpasso in regime di bandiere gialle/safety car), ma pare essersi trovato subito a proprio agio con la SEAT León TCR della Craft-Bamboo. Lo stesso errore lo ha commesso il veterano lombardo della M1RA, che però ha dimostrato di saperci ancora fare con una Honda Civic con la quale potrà togliersi diverse soddisfazioni. Il serbo ha sofferto inizialmente l'adattamento alla Giulietta della GE-Force, ma il quarto posto di Gara 2 è incoraggiante.
A cuccia! (Arrivederci, alla prossima)
Essendo state solamente le prime due gare (una delle quali in condizioni di pioggia, per altro), è meglio non parlare di bocciature, semmai di rimandi.
In casa WestCoast Racing la coppia Gianni Morbidelli-Giacomo Altoè ha fatto quel che poteva con le due Golf appena acquistate dalla squadra svedese. L'esperto pesarese e il giovanissimo veneto sono comunque andati a punti, nonostante le difficoltà a capire le loro Volkswagen. Altoè è anche partito dalla pole position in Gara 2, ma ha dovuto cedere il passo ad Oriola e Valente dopo poche curve.
Discorso un po' diverso per James Nash, grande protagonista della passata stagione, che non ha certo iniziato con il piede giusto il secondo anno a bordo della SEAT León TCR marchiata Lukoil Craft-Bamboo. Il britannico è stato in grande difficoltà per tutto il weekend, ma lo aspettiamo più competitivo e voglioso di rifarsi nelle prossime gare.
Per concludere, un commento su Pierre-Yves Corthals e Mat'o Homola: da "Pilou" forse ci si poteva aspettare di più, essendo il belga al secondo anno con la Opel Astra TCR della DG Sport Compétition, ma il Campione TCR europeo ha lamentato in BoP sfavorevole per la sua vettura (40kg), a tratti sembrata inguidabile. Lo slovacco è invece stato spesso davanti al compagno di squadra nell'arco del fine settimana, ma l'incidente al via di Gara 2 lo ha messo fuori gioco prima ancora di poter dare l'assalto alla zona punti.
Senza voto Duncan Ende (Icarus Motorsport) e Shota Abkhazava (GE-Force) che con SEAT (lo statunitense) e Giulietta (il georgiano) hanno patito la mancanza d'esperienza rispetto ai loro avversari.
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