In una breve intervista concessa alla
Gazzetta dello Sport, Javier Alonso, responsabile della
Dorna per quanto riguarda il
Mondiale Superbike, ha risposto ancora una volta alle polemiche che sono seguite alla morte di
Andrea Antonelli e agli attacchi arrivati dai colleghi dello sfortunato pilota italiano, che sostenevano che la gara non avrebbe dovuto prendere neppure il via per l'intensità della pioggia.
In particolare, lo spagnolo non ha gradito le parole di
Marco Melandri, che aveva parlato di impossibilità a guidare durante gli ultimi giri della gara mattutina della
SBK. Alonso gli ha risposto così: "
Non so cosa gli sia passato per la testa. Accettiamo le critiche costruttive, non quelle senza senso. Melandri non è mai venuto da noi per parlare di sicurezza, l’unico è stato Carlos Checa. Sotto la pioggia forte Melandri ha vinto la gara Superbike guadagnando nove secondi in sei giri sul compagno di squadra. Non può dire che non riusciva a controllare la moto".
Poi ha ribadito lo stesso concetto espresso domenica anche da
Carmelo Ezpeleta, ovvero che nessuno dei piloti in griglia ha alzato il braccio per fermare la gara prima del via: "
Certamente, è una procedura stabilita. Lo avrebbero potuto fare durante la ricognizione, sulla griglia di partenza e anche a gara in corso. Non è successo. Significa che per gli stessi piloti le condizioni erano normali. L’incidente è stata una fatalità".
Si è parlato molto anche del fatto che in Russia non ci sia un
asfalto drenante, ma anche qui l'accusa è stata rispedita al mittente: "
Ogni circuito ha un tipo di asfalto formulato per adattarsi alle condizioni climatiche. Non andiamo a correre sui circuiti che non hanno l’asfalto a posto".
Sul fatto che la pista sia omologata per la
Superbike e non per la
MotoGp, ha aggiunto: "
La Federmoto Internazionale ha due tipi di omologazione stabiliti in base alle potenze: la MotoGp ha più cavalli e servono dotazioni diverse. Il tipo di asfalto non c’entra nulla con l’omologazione".
Infine, ha lasciato spazio all'ipotesi della nascita di una sorta di
Grand Prix Commission anche per la
SBK: "
La porta è sempre aperta. Ma noi possiamo ascoltare solo se qualcuno parla".
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