Valentino: "Ho lasciato il Master a Cairoli? No, ci ho provato, ma l'importante era il rally"
Dopo la vittoria nel Monza Rally Show con un ruolino di marcia perfetto, il "Dottore" si è inchinato a sorpresa a Cairoli nel MasterShow, nonostante Tony avesse una WRC 1.6 contro la sua WRC Plus.
Foto di: Monza Eni Circuit / Ghidini
1-1 palla al centro. Lo ha detto anche Valentino Rossi a fine giornata, riferendosi al duello con Tony Cairoli nel Monza Rally Show. Il "Dottore", al debutto su una WRC plus, ha dominato la gara, facendo il miglior tempo in ognuna delle nove speciali e riuscendo a battere anche uno specialista come il finlandese Teemu Suninen.
Il 9 volte iridato di motocross, che ieri si era lamentato per questa disparità tra le quattro WRC plus e quelle di vecchia generazione come la Hyundai i20 di cui disponeva lui, si è però rifatto oggi pomeriggio, riuscendo in una vera e propria impresa, battendo proprio Rossi nella finalissima del MasterShow, nonostante una differenza di potenza di circa 80 cavalli.
Il bilancio della trasferta monzese rimane comunque positivo per Valentino, che ha firmato il suo settimo sigillo sul tracciato brianzolo: "Sono contento perché ho avuto l'occasione di guidare la Plus, che è una macchina fantastica. Mi sono divertito e siamo andati molto forte. Questa vittoria, insieme a quella della 100 km della settimana scorsa, mi manda in vacanza contento".
Pensi di essere riuscito a portarla al limite questa Plus?
"Durante gli anni in questo rally mi sono confrontato con quasi tutti i più forti: Loeb, Sordo, Neuville, Mikkelsen. Quest'anno c'era Suninen e siamo stati veloci. Però secondo me la macchina l'abbiamo portata a limite per il Monza Rally Show. Farlo in un rally vero, sulle strade e in mezzo agli alberi è un po' diverso".
E' mancata la ciliegina sulla torta del MasterShow...
"Siamo riusciti a battere Suninen, poi Cairoli in finale è andato fortissimo e non ce l'abbiamo fatta. Ma va bene lo stesso, perché per noi l'importante era il rally".
Tony ha detto che nelle qualifiche si era un po' nascosto...
"Grande, è stato uno stratega. Però è stata bella, perché siamo arrivati vicini. 1-1 dai, così son tutti contenti".
Non l'hai lasciato vincere come Senna con Berger a Suzuka?
"No no, io ci ho provato. Ero andato molto veloce ed ero riuscito a battere Suninen. In finale poi ce l'ho messa tutta, però è andato più forte Cairoli, che è migliorato di tre o quattro secondi rispetto alle qualifiche".
Ma dove li trovi tre o quattro secondi?
"Nelle prove io avevo fatto 2'48" e Tony aveva fatto 2'51"2. Facendo un rapido calcolo sono 3"2. Dopo due giri eravamo ancora più veloci nella finale. Ma loro hanno trovato sti quattro o cinque secondi e sono stati bravi".
Se dovessi provare a correre un rally vero del Mondiale, dove pensi che ti potresti piazzare?
"Da piccolo ci avevo provato anche con il kart, perché Graziano correva in macchina, poi fortunatamente ho scelto le moto. Però ho passato tanto tempo sulle macchine. In un rally vero è tosta, non starei nei primi cinque di sicuro, perché vanno veramente molto forte. Nelle esperienze che ho fatto, soprattutto in Inghilterra, l'ultimo giorno sono andato forte. Ho fatto il settimo tempo in una prova e credo di aver finito nono. Io sono molto forte qui a Monza, perché conosco bene questa gara, ma in un rally vero sarebbe più difficile, anche se magari una volta ci proveremo".
Cambieresti qualcosa a questo rally in futuro? Gli organizzatori per esempio vorrebbero coinvolgere più piloti di WRC...
"Sarebbe bellissimo che ci fossero i piloti veri del Mondiale, ma anche uscire dal parco ed andare sullo sterrato. Ma anche fare delle stage vere su strada, perché qui alla fine siamo sempre sul circuito".
A febbraio farai 40 anni, se ti regalassero una macchina nel tempo, andresti nel passato o nel futuro?
"Mi piacerebbe di più andare nel passato, perché magari avrei un'altra decina d'anni per correre, che è la cosa che mi piace di più. Il futuro lasciamo perdere...".
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