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Il futuro di Monza? Serve più rally e meno show. (E Valentino è d'accordo?)

L'edizione 2018 ha mostrato che, a oggi, la formula del Monza Rally Show non funziona più e dovrà essere rivista, magari facendo tornare la kermesse "Rally di Monza", una gara vera e propria che genererebbe più interesse (senza però perdere Valentino).

Valentino Rossi, Carlo Cassina, Ford Fiesta

Valentino Rossi, Carlo Cassina, Ford Fiesta

Michele Barazzutti

Il Monza Rally Show 2018 è andato in archivio ieri pomeriggio con la vittoria scontata di Valentino Rossi, bravo a sfruttare tutti i cavalli messi a disposizione dalla Ford Fiesta WRC Plus ufficiale del team M-Sport con cui ha battuto Teemu Suninen, pilota titolare della squadra di Cockermouth nel Mondiale Rally appena terminato e in quello prossimo.

Per Rossi è stato il settimo sigillo alla kermesse monzese. Probabilmente, per lui, è stata l'edizione più divertente, perché corsa al volante delle vetture che al giorno d'oggi sono la massima espressione tecnologica e prestazionale dei rally. Ben diversa è la situazione legata al divertimento degli avversari e, soprattutto, degli spettatori.

Negli anni passati Valentino era riuscito a vincere sfruttando la sua abilità nelle prove "Grand Prix" di 44 chilometri, ma anche la miglior consistenza delle gomme Pirelli rispetto alle Michelin dei diretti avversari nelle prove lunghe. Questi successi erano sempre arrivati con distacchi minimi, mentre quest'anno Suninen - il secondo classificato nella graduatoria assoluta e unico rivale del marchigiano - ha patito un gap di 1'07"2 in una gara durata 1.13'08"7.

Le 4 WRC Plus hanno spadroneggiato

A fare la differenza è stata l'esperienza di Rossi nella gara brianzola (perché i due erano a parità di vettura), mentre Suninen era alla prima apparizione all'Autodromo, ma a lasciare ancora più perplessi è stata la scelta di correre con 4 WRC Plus, di fatto chiudendo la gara prima che iniziasse. Le prime 4 posizioni della generale sono state occupate dalle 4 Fiesta da 380 cavalli l'una, ossia con un vantaggio di 80 cavalli rispetto alle tante WRC 2016 presenti in gara che hanno dovuto lottare solo per la quinta posizione.

Il format di quest'anno aveva immediatamente posto grossi dubbi sulla presenza di competizione e già dalle prime speciali questi sono stati immediatamente fugati: non c'è mai stata storia, né gara. Tony Cairoli si era già fatto sentire venerdì sera, affermando che l'impiego delle WRC Plus aveva di fatto creato un "no contest". E ha avuto ragione.

"Io le avrei vietate (le WRC Plus, ndr). Hanno ucciso lo spettacolo e si vede anche da quanta gente in meno c'è. Di sicuro loro sono fortunati a guidarle, però a ruoli invertiti avrei scelto la Lancia Delta storica, come al Legend", ha detto il 9 volte iridato di Motocross.

Valentino, dal canto suo, si è sentito legittimato a fare questa scelta - prendere 4 WRC Plus - dando la seguente motivazione: "Sicuramente con le WRC normali ci sarebbe stata più lotta. Avrei lottato con Cairoli, con i più forti. Bonanomi, D'Aste, Perico, ecc... Però era da tanto che correvo con le WRC 1.6, ho vinto tante volte e sinceramente avevo bisogno di una motivazione in più ed è per questo che corriamo con le WRC Plus. Spero che l'anno prossimo anche gli avversari possano prenderle, così ci divertiamo! Speriamo davvero ce ne siano più di 4".

Un'idea per il futuro: torni il "Rally di Monza"

Ma è giusto uccidere una gara, per quanto sia uno "Show", per il divertimento di un solo pilota? Noi pensiamo di no. A questo punto il Monza Rally Show è arrivato a un bivio: rimanere "Monza Show" o tornare "Rally di Monza". Le parole Rally e Show dovrebbero essere scisse e gli organizzatori dovrebbero decidere cosa diventerà in futuro la kermesse brianzola, perché con l'odierno format la gara perderà quasi certamente interesse anno dopo anno, quando invece avrebbe enormi potenzialità.

Se si dovesse propendere per lo Show, allora la competizione potrebbe anche passare in secondo piano ma tutti ne sarebbero consapevoli, mentre se la strada scelta - così come sembra essere - propenderà per la formula "Rally di Monza", allora il regolamento dovrà essere riscritto nuovamente per destare nuovamente interesse nel pubblico e far tornare in auge una competizione che nelle ultime stagioni è diventata salotto di casa privato e non una competizione vera e propria.

Pietro Benvenuti, direttore dell'Autodromo di Monza, ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport di voler rivedere il format della gara. Accortosi probabilmente della scarsa attrazione data da una gara che quest'anno è stato difficile chiamare tale.

"Questa manifestazione mi piace molto, ma vorremmo aumentarne il valore sportivo, suscitando l'interesse delle Case e ci piacerebbe un evento più dedicato ai rallisti. In tanti vengono qui per Rossi, ma un sondaggio del 2017 ci dice che il 31% del pubblico viene per vedere il rally e i rallisti, il 21% per personaggi come Valentino o Cairoli, e il resto perché appassionati di motori" ha detto.

"C'è uno zoccolo duro, è a loro che dobbiamo pensare. Sia portando più piloti del Mondiale, sia coinvolgendo il territorio: magari con la partenza in centro a Monza e una prima parte in città".

Insomma, il rally sembra avere la meglio sull'enorme attrazione generata da un grande campione come Valentino, in quale, per altro, ha fatto intendere ieri di essere favorevole a un cambiamento della gara. Se l'evento brianzolo dovesse tornare a offrire un prodotto accattivante dal punto di vista delle sfide in pista, prendendo il sopravvento sulla parte spettacolare, lo show, allora potremmo rivedere una gara aperta e interessante, con il pubblico invogliato a capire chi potrà prevalere sino agli ultimi chilometri e, perché no, con Valentino tra i protagonisti di un evento che, lo ripetiamo, ha bisogno di tornare a essere prima di tutto una gara.

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