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Con Vicky Piria torna una donna nella Carrera Cup Italia

Al Mugello la 25enne italo-britannica è all’esordio nel monomarca sulla Guest Car numero 70 e da pilota proveniente dal mondo delle formula racconta come sta andando l’esperienza: “Mi sto trovando benissimo e l’auto è super divertente!”

Vicky Piria con un membro del team Dinamic Motorsport

Vicky Piria con un membro del team Dinamic Motorsport

Gianluca Marchese

Vicky Piria, Guest Car
Vicky Piria, Guest Car
Vicky Piria, Guest Car
Vicky Piria, Guest Car
Vicky Piria, Guest Car
Vicky Piria, Guest Car
Vicky Piria con un membro del team Dinamic Motorsport
Vicky Piria, Guest Car

Con Vicky Piria al volante della Guest Car numero 70 al Mugello è tornata una donna nella Carrera Cup Italia. L’ultima volta era stata a Monza a fine 2017 con Francesca Linossi, ora tocca alla 25enne pilota italo-britannica confrontarsi con il prestigioso monomarca giunto al quinto round 2018, che affronta sulla 991 gen.I dedicata al mondo dei media e con livrea celebrativa per i 70 anni di Porsche.

Per Vicky, proveniente dal mondo delle formula (un po’ di tutto: F.Abarth, F.Renault, Gp3, F3), l’ultima volta al Mugello era stata nel 2013 al volante di una F3, “quindi una vettura completamente diversa - spiega -, i riferimenti cambiano molto e poi si tratta anche di riprendere gli automatismi, quindi se consideriamo in generale finora è andata bene”.

Racconta questo primo assaggio nella serie di Porsche Italia e nelle prove libere.

“Per me si tratta della prima volta in generale anche con una vettura GT in gara. Il problema non è adattarsi all’auto, piuttosto scordarmi tutti quegli anni che ho fatto in monoposto e capire che qui non funziona alla stessa maniera. Però di base questa macchina è davvero super divertente e la cosa bella è che ti dà tanto, cioè quando pensi di aver migliorato ti rendi conto che ancora ce n’è! Va naturalmente sfruttata, devo adattare il mio stile di guida a quello che è una GT, quindi ancora negli inserimenti sono un po’ troppo... ‘femminuccia’.”

Quindi che cosa cambia di più nello specifico?

“Le linee ok, ti adatti subito a sfruttare di più la pista e quindi non sono un problema, quello che cambia principalmente è che chiaramente la macchina gira con più fatica rispetto a una monoposto, è il pilota che la deve far girare, con tanto sterzo. Quindi nella prima fase di curva, quando in formula cerchi percorrenza perché hai tanto carico aerodinamico, qui devi inserirla un po’ più di ignoranza, mettiamola così. Però poi è super divertente e alla fine è anche molto veloce, tanto che, pur trattandosi di una Cup, sul dritto arriviamo a 260, cosa che con la monoposto non è che ci arrivavi facilmente.”

Come intendi proseguire il lavoro?

“Si tratta di limare quelle piccolezze che sommate a ogni curva fanno la differenza. Però sono comunque in linea con quello che mi ero prefissata.”

Da new entry, con i colleghi al volante come sta andando?

“Nel complesso sono stati molto gentili qui in Porsche. E ho trovato molto rispetto reciproco, anche considerando il fatto che qui sono degli specialisti di queste vetture e magari piloti che frequentano la Carrera Cup Italia da 3-4 anni o più. Quando sei in monoposto è difficile che qualcuno rimanga nella categoria per più di due anni. Sono stati gentili anche nel team Dinamic Motorsport, mi hanno messo subito a mio agio, mi hanno trattato come se fossi una specialista come gli altri e sono contentissima. C’è solo da dare gas!.”

E “coach” Mattia Drudi?

“Mattia è la mia salvezza al momento! E’ motivato e vuole che si faccia bene. In più è reduce da un podio a Silvemstone e quindi è super carico!”

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