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Intervista

Carrera Cup Italia | Vallelunga: la Scholarship è di nuovo... “grande”

I primi podi stagionali di uno dei giovani (Amati) del programma di coaching guidato da Andrea Boldrini è l’occasione per una chiacchierata sul 2023 proprio con chi li conosce meglio: “Se potessi, per lo Shoot Out li nominerei tutti!”

Andrea Boldrini allo scholarship programme
#28 Giorgio Amati, Dinamic Motorsport
Andrea Boldrini allo scholarship programme
#10 Pietro Armanni, Ombra Racing
Andrea Boldrini allo scholarship programme
Giuseppe Guirreri, Raptor Engineering , Leonardo Caglioni, Ombra Racing
#7 Lorenzo Ferrari, Raptor Engineering

Andrea Boldrini è ormai il loro coach da quattro stagioni. Che poi “loro” è un concetto relativo, perché quasi tutti sono entrati dopo o soltanto quest’anno da rookie nello Scholarship Programme che Porsche Italia riserva agli under 24 della Carrera Cup Italia.

In questa edizione del monomarca tricolore sono ben dieci i talenti da coltivare che stanno seguendo il programma di coaching, anche se poi soltanto a uno di loro (più una possibile wild card) sarà data l’opportunità di partecipare all’International Shoot Out di fine stagione che Porsche Motorsport organizza con gli altri migliori “under” delle varie Carrera Cup del mondo per sceglierne uno in qualità di pilota junior ufficiale.

Un’occasione ghiotta che però non è certo l’unica forza di un’iniziativa che nel corso degli anni ha aiutato tanti giovani talenti italiani a crescere (Cairoli, Drudi, Rovera e Pera tanto per citarne alcuni, ma anche alcuni che tuttora frequentano, vincendo, il monomarca tricolore).

In gara 1 di Vallelunga sabato è arrivato il primo podio 2023 di uno dei dieci giovani attuali (Amati, 2°, poi replicato con il 3° posto di gara 2 oggi) e l'occasione è dunque quella giusta per una chiacchierata proprio con li conosce meglio, ovviamente coach Boldrini.
Andrea, com’è globalmente il gruppo di quest’anno?

“E’ un insieme molto variegato. In primis perché sono tanti, dieci, e poi ci sono ragazzi che hanno pochissima esperienza e altri che invece ne hanno molta e quindi è un’annata particolare nella quale mi auguro che i più esperti possano essere anche di supporto per gli altri. Poi in realtà tra quelli che hanno meno esperienza c’è già chi ha dimostrato di essere in grado di andare forte e di avere le idee molto chiare.”

Il riferimento è chiaramente a Lorenzo Ferrari, ma per una volta iniziamo dall’ultimo arrivato proprio qui a Vallelunga: Eric Brigliadori, fra l'altro buon 12esimo in gara 2.

“Non lo conoscevo e quando l’ho conosciuto abbiamo visionato un cameracar e mi ha impressionato perché ha una guida molto pulita, molto efficace. Soprattutto pensando che non ha esperienza. Non ha fatto kart e ha fatto solo due anni di TCR prima di salire sulla 911 GT3 Cup. Ma le TCR sono auto completamente diverse, per trazione anteriore, distribuzione di pesi eccetera. Il suo primo test è stato venerdì mattina e mi ha sorpreso in positivo considerando che veniva proprio dalle trazioni anteriori, che sono particolari come guida. Vedremo che cosa saprà fare lungo la stagione.”

Invece rispetto ai 9 che hanno iniziato a Misano, c’è chi ti è sembrato abbia già fatto un passo in avanti evidente?

“Una grande passo ancora è presto, difficile valutarlo. Però i due gemelli Slutskii sono arrivati a Misano del tutto privi di esperienza e prima di Vallelunga si sono organizzati per un test con un pilota francese di riferimento e a mio avviso hanno migliorato tanto, se non altro nell’approccio con gomma nuova. Hanno fatto quindi un buon lavoro per migliorare. Poi uno come Ferrari è giovane, è nuovo, però ha tanta esperienza. E’ andato forte subito, quello che dovrebbe fare è mettersi un attimo a posto perché è irruento. Ha un grosso potenziale ma va gestito.”

E i giovanissimi?

“Giuseppe Guirreri a 16 anni è il più giovane. E’ migliorato tanto nelle relazioni con noi. La prima gara è stato timido e introverso. Ovviamente è ancora un lato del suo carattere attuale, ma già qui lo vediamo molto più sciolto. Forse ha capito anche che può fidarsi di noi, nel senso che non siamo qui per giudicarli, ma per aiutarli a crescere. Ha fatto un passo, lo vedo molto più tranquillo e a suo agio con noi.”

I “senatori” continuano a dare soddisfazioni?

“Sono tutti lì che se la giocano. Penso a Caglioni, Festante e Amati. A proposito di Giorgio, tra l’altro lui non è nominabile per lo Shoot Out perché compie gli anni prima dell’evento finale e non può rientrarci, ma ha lanciato un bel messaggio, perché nonostante ciò ha deciso di restare con noi. Ha capito che possiamo dargli un supporto di cui ha bisogno , qualcosa in più su cui può contare.”

Tra l’altro Amati è reduce da un’ottima prova (podio fra i rookie) anche nella Porsche Supercup nella tappa di Montecarlo: in generale che cosa dovrebbe ottimizzare ancora per il salto definitivo?

“Gli manca quello che gli è mancato anche in passato, benché nel 2022 lo abbiamo nominato come wild card, cioè le stesse opportunità degli altri. Qui a Vallelunga ad esempio ha saltato le 4 ore di test (come anche a Misano, ndr), quindi ha girato un po’ meno degli altri. Così negli anni scorsi, riuscendo comunque a vincere delle gare. In ogni caso anche doversi adattare immediatamente a pista e clima gara, non è male, perché ti stimola.”

Ma quanto è soddisfatto Andrea Boldrini quest’anno dei suoi ragazzi, finora?

“Noi siamo di supporto e cerchiamo di dare ai ragazzi quel qualcosa in più per migliorare sia le prestazioni sia le relazioni. Sono contento anche se ancora è un po’ presto per valutarli bene. C’è qualcuno che arriva in ritardo ai briefing che facciamo... devono invece capire che un orario è un orario, anche nella vita...”

Come ti sembra l’armonia nel gruppo 2023?

“Tra i ‘senatori’ ce n’è tanta, si conoscono ormai da tempo. In generale invece ancora devono raggiungere il feeling giusto, abbiamo fatto un solo round completo, del resto. I vari appuntamenti a mano a mano saranno d’aiuto, specialmente quelli in cui faranno riscaldamento con i fisioterapisti. Sarà un grosso aiuto perché dovranno per forza interagire.”

Ma hai notato qualche rivalità interna?

“Per adesso no. Ma devo dire neppure negli anni scorsi. Poi è chiaro che tutti vogliono arrivare alla nomination. Però sono il loro coach da 4 stagioni e ogni volta che abbiamo comunicato i nomi tutti gli altri si sono mostrati d’accordo.”

Poi è sempre un po’ ingrato questo tuo ruolo a fine anno…

“Assolutamente. Poi c’è un’aggravante, cioè che la maggior parte di loro ha l’età dei miei figli e comunque durante la stagione aumenta anche il feeling tra noi coach (un altro sempre presente è Ceccato, ndr) e loro. Ripeto sempre che ognuno di loro ha almeno una qualità, magari anche al di fuori della guida del pilota, per la quale potrebbe essere nominato. Ecco perché se potessi li nominerei tutti!”

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