NASCAR Cup | Raikkonen va KO: "Ma mi sono divertito lottando"
Il debutto di Kimi nella serie americana si è concluso a metà gara, coinvolto in un incidente senza che avesse colpe. Non era un impegno facile, ma 'Iceman' la prende con filosofia: "Oggi corro per me stesso, risultati negativi possono accadere anche in 20 gare di fila".
Foto di: Matthew T. Thacker / LAT images
Il debutto di Kimi Räikkönen in NASCAR Cup si è concluso con un ritiro nella gara andata in scena a Watkins Glen.
Il finlandese era impegnato come ospite d'onore al volante della Chevrolet Camaro messa a punto dal team Trackhouse Racing per il Project 91, una iniziativa che porta piloti di altre serie a disputare le gare del campionato americano.
Non è stata una passeggiata per 'Iceman', ovviamente, in un confronto contro tantissimi rivali esperti, ma l'obiettivo era - giustamente - quello di fare una nuova esperienza e divertirsi.
L'ultimo Campione del Mondo di F1 della Ferrari ha chiuso con il 27° crono in Qualifica, mentre in gara purtroppo non ha visto la bandiera a scacchi, coinvolto prematuramente in un incidente mentre era in lizza in mezzo al gruppo.
Kimi Raikkonen, TrackHouse Racing, Recogni Chevrolet Camaro
Photo by: Rusty Jarrett / NKP / Motorsport Images
"Avrei voluto fare più giri in macchina, mi è sembrato che ci fosse un bel potenziale, ma ancora non ero sicuro di quali traiettorie prendere e non ho avuto tempo di mettere insieme tutto", ha ammesso Räikkönen dopo le prove cronometrate.
"In macchina è stato molto simile a quello che mi aspettavo dopo aver provato il simulatore. Ovviamente c'è sempre una differenza, ma i dati esatti non vengono mai mostrati nel simulatore".
"Almeno conoscevo la pista, ma credo che in alcuni punti avrei dovuto migliorare un po'. In altri pensavo di essere messo bene, comunque non mi aspettavo nulla di particolare. Ci siamo piazzati a metà classifica e mi sono divertito, quindi va bene così".
Kimi Raikkonen, TrackHouse Racing, Recogni Chevrolet Camaro
Photo by: Matthew T. Thacker / NKP / Motorsport Images
Come dicevamo, la gara si è conclusa anzitempo per il 42enne. Risalito tra i primi 20, quando l'asfalto è andato asciugandosi dopo la pioggia, il team di Kimi ha adottato una strategia diversa per farlo avanzare ulteriormente in Top10 attorno a metà della corsa.
Al giro 44 dei 90 previsti, però, in una ripartenza da una neutralizzazione, Ross Chastain ha tamponato Austin Dillon nell'anello interno, mandandolo in testacoda e la collisione tra i due ha coinvolto anche gli incolpevoli Loris Hezemans e Räikkönen, con quest'ultimo che è piombato contro le barriere sul lato sinistro della pista.
"L'obiettivo per la gara era di non commettere errori stupidi cercando di crescere in base alle idee che c'eravamo fatti. Volevo divertirmi, ma ottenere anche il miglior risultato possibile".
"In quel frangente pensavo di avere una buona traiettoria, ma sulla sinistra c'è stato un gran caos davanti a me e purtroppo non ho avuto il tempo di reagire. Al primo impatto, qualcuno ha colpito direttamente lo pneumatico o la ruota e il volante mi si è girato".
Kimi Raikkonen, TrackHouse Racing, Recogni Chevrolet Camaro
Photo by: Lesley Ann Miller / Motorsport Images
Il finnico è stato visitato al centro medico avendo lamentato dolori ad una mano, ma prende con filosofia l'esperienza senza escludere in futuro ulteriori apparizioni.
"Ho un po' male al polso, ma sono cose che capitano. Tutto sommato il fine settimana è stato divertente, ho sentito di avere sempre più fiducia in me stesso, ho fatto delle belle battaglie. La macchina sembrava essere molto veloce, ma a volte è così che va. Peccato".
"Altre gare in NASCAR? Vedremo, al momento non lo so, ma perché no? Non vedo alcun rischio, cosa ho da perdere? Non mi interessano i risultati ottenuti fino ad ora, quel che faccio oggi è per me stesso".
"Risultati buoni o negativi possono verificarsi anche se facessi 20 gare. Potrebbero andare male tutte per tanti motivi diversi. Quindi penso che sia stata una esperienza fantastica e sono sicuro che molti piloti vorrebbero avere una possibilità e provarci, ma non è molto facile. Magari in futuro si apriranno delle porte per cercare di avere più piloti europei".
Informazioni aggiuntive di Nick DeGroot e Jim Utter
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