Yoda: "Kawasaki in MotoGP? Se la Dorna cambiasse filosofia..."
Per il momento però la Casa di Akashi ritiene la classe regina troppo dispendiosa e con un regolamento esageratamente vincolante, quindi preferisce continuare l'impegno nel Mondiale Superbike.
Con l'arrivo della KTM nel 2017 saranno ben sei i costruttori impegnati in forma ufficiale in MotoGP. Tra quelli più attivi nel mondo delle corse su pista, si potrebbe dire che manca solamente la Kawasaki, che da qualche anno a questa parte ha lasciato un segno importante nel Mondiale Superbike e per il momento non sembra intenzionata a cambiare i suoi orizzonti.
Il motivo di questa preferenza per le derivate di serie si può ricercare sostanzialmente nella differenza di costo tra i due campionati: "Gli investimenti necessari non ci permettono di competere in MotoGP. Alla fine, siamo qui per vendere delle moto, e gli altri marchi ne vendono diversi milioni più di noi. Per loro, l'investimento richiesto dalla MotoGP è equivalente all'1% delle loro vendite" ha spiegato Ichiro Yoda, grande capo del reparto corse Kawasaki in un'intervista concessa a Riders.
Ma anche alcuni aspetti regolamentari non sembrano piacere troppo alla Casa di Akashi: "Dovrebbero cambiare diverse cose per favorire il nostro ritorno. Al momento, le regole sono troppo restrittive. Per esempio, non è possibile correre con una moto derivata dalla produzione. Inoltre ci sono soluzioni tecnologiche utilizzate dagli altri costruttori, come il cambio seamless, che non vedremo mai sulle moto stradali: costa troppo e non ne varrebbe la pena".
E in questo senso c'è stato anche un piccolo segnale di apertura: "Chiaramente, se la Dorna cambiasse la sua filosofia, facendo delle regole più aperte e consentendo ai costruttori di sperimentare liberamente, forse potremmo anche tornare in MotoGP. Per ora però rimarremo focalizzati sulla Superbike".
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