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Yamaha a due facce: il Factory Team convince, Petronas a picco

Umori opposti nelle due squadre della Casa di Iwata: quella ufficiale ha iniziato il 2021 alla grande, con una vittoria a testa per Vinales e Quartararo. Il box Petronas invece sembra entrato in crisi, con appena 4 punti a testa per Morbidelli e Rossi. I giapponesi stanno puntando tutto sui Factory?

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Due gare e due vittorie. La Yamaha probabilmente non avrebbe potuto chiedere di più alla lunghissima trasferta in Qatar che ha aperto la stagione 2021 della MotoGP. Su una pista che sulla carta avrebbe dovuto favorire la Ducati, che effettivamente ha fatto incetta di qualsiasi genere di record, alla fine sono stati Maverick Vinales e Fabio Quartararo a fare festa, mostrando entrambi la maturazione che si aspettavano ad Iwata quando hanno deciso di puntare su di loro, chiudendo l'era di Valentino Rossi nel team ufficiale.

Il trionfo di Quartararo nel GP di Doha è stato in un certo senso la fotocopia di quello di Vinales una settimana prima. Il francese ha "curato" nel migliore dei modi la gomma posteriore, venendo fuori solamente nella seconda metà della corsa e prendendo definitivamente il comando delle operazioni a quattro giri dal termine, scalzando un eroico Jorge Martin, che era stato capace di tenere la leadership per ben 18 passaggi alla sua seconda gara nella classe regina.

"La chiave è stata che ho fatto tutto diversamente rispetto alla settimana scorsa. La moto è la stessa dal punto di vista dell'assetto. Quello su cui ho lavorato principalmente sono state le mappe e il mio stile di guida, utilizzando rapporti più lunghi perché erano meglio in gara, anche se in Qualifica mi penalizzavano", ha spiegato "El Diablo" dopo il quarto successo in carriera in MotoGP.

"Quando ero settimo ho atteso con pazienza il momento opportuno per cominciare a superare e a sfruttare gli pneumatici. Negli ultimi giri mi sono reso conto che potevo farlo e sono andato all'attacco per provare a vincere. Ho visto che c'era la possibilità e ce l'ho fatta!", ha aggiunto.

Dal canto suo, Vinales questa volta è scivolato sul suo solito tallone d'Achille della partenza, ma nel finale sembrava avere il potenziale per regalare addirittura un 1-2 alla Yamaha. Tuttavia, il pilota di Roses ha commesso un errore a pochi giri dal termine, finendo lungo alla curva 16 e dovendo così accontentarsi del quinto posto. Anche per lui è stata un'altra gara matura, che conferma il buon potenziale suo e della M1, ma anche la necessità di lavorare sullo start.

"La gara è stata buona, mi sono divertito. Il problema è stato la partenza, per colpa mia. È qualcosa su cui devo migliorare io, non ci sono scuse. Il tempo di reazione è stato lento e inoltre mi si è sollevata la ruota anteriore. Con una buona partenza, il risultato sarebbe stato diverso. Non sono contento di me stesso, ma la moto funziona bene", ha detto Maverick.

Precedenti "pericolosi" e occhio a non rubarsi punti

Il vincitore della gara Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Il vincitore della gara Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Photo by: Yamaha MotoGP

Fin qui verrebbe da dire che è tutto bello e tutto perfetto, ma ci sono due precedenti che potrebbero essere non troppo benauguranti per la Casa dei tre diapason. Anche la scorsa stagione si era aperta con una doppietta a Jerez de la Frontera ed anche in quel caso la Yamaha si era imposta in entrambe le occasioni, sempre con Quartararo.

Inoltre, bisogna tenere a mente anche che nel 2020 nessuno aveva saputo vincere tanto quanto le M1, con ben 7 successi nelle 14 gare disputate, ma alla fine della stagione i piloti del marchio giapponese si erano ritrovati con un pugno di mosche in mano. Ed è curioso che anche in questo 2021, pur essendo stati gli unici a vincere in queste prime due uscite, Vinales e Quartararo condividano la piazza d'onore, staccati di 4 lunghezze della Ducati di Johann Zarco, secondo in entrambe le gare di Losail.

Cabala a parte, bisogna sottolineare di contro che la scelta di "svecchiare" la squadra ufficiale ha già dato i suoi frutti, perché le maggiori responsabilità sembrano aver fatto bene ad entrambi i piloti, inoltre è già stato raddoppiato il bilancio del 2020: dei 7 trionfi dello scorso anno, solo uno era stato firmato dalle moto del team ufficiale, mentre gli altri sei erano arrivati dalle M1 griffate Petronas.

Tra le altre cose, anche se c'è sempre il rischio di rubarsi punti a vicenda, Quartararo non disdegnerebbe una lotta interna con Vinales: "L'ho sempre detto anche prima di iniziare la stagione: preferisco combattere fra noi per il primo posto lealmente e collaborare nel team, lavorando insieme. Magari ci si può alternare nel vincere, ma se continuiamo così possiamo fare una bella stagione".

Petronas: cosa succede con Morbidelli?

Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT

Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Se per il Factory Team la stagione è iniziata alla grande, il rovescio della medaglia è che invece in casa Petronas l'avvio non avrebbe potuto essere più disastroso: Franco Morbidelli e Valentino Rossi lasciano il Qatar con un bottino di appena 4 punti a testa. Troppo poco, soprattutto per chi come il vice-campione del mondo entrava nel 2021 coltivando grandi ambizioni, nonostante una M1 "Spec A" sulla carta leggermente inferiore alle Factory.

A Losail gliene sono capitate di tutti i colori: nella prima gara ha dovuto fare i conti con un problema all'abbassatore posteriore che lo ha relegato al 18esimo posto, mentre nel GP di Doha ha addirittura temuto di aver rotto due motori nei primi minuti della FP1. Fortunatamente, questo problema si è rivelato essere un trafilaggio dal sistema di passaggio dell'olio, ma inevitabilmente la frustrazione era già salita alle stelle nel lato del box del #21.

Anche perché il guaio più grande è che, nonostante la moto sia praticamente la stessa, Franco non riesce più a ritrovare quel feeling eccezionale che nel 2020 gli ha permesso di vincere tre GP e di salire altre due volte sul podio. Una formula magica che sembra essere svanita nel nulla, senza che nessuno riesca a dargli una spiegazione del perché.

Dopo la prima gara non aveva nascosto un po' di nervosismo, dicendo a MotoGP.com: "So di non essere nella top list di Yamaha in questo momento, ma spero che prendano la cosa con molta serietà". Parole che poi aveva giustificato, dicendo che erano uscite per l'adrenalina di una gara andata male. Per come era iniziato anche il GP di Doha, il dubbio che la Yamaha avesse un po' "scaricato" la sua squadra satellite iniziava però ad essere lecito.

Un'ipotesi che per il momento è stata tuttavia scartata dallo stesso Morbidelli nel corso del weekend: "Sto facendo tanta fatica e mi manca la fiducia in sella alla moto, ma non mi sono mai posto interrogativi in merito al sostegno della Yamaha, anche perché avverto la presenza dei membri della Casa. Il problema è che stiamo brancolando nel buio, perché purtroppo non riusciamo a capire cosa stia succedendo". Se questo brancolare nel buio si prolungherà anche a Portimao, dove nell'ultima gara del 2020 è salito sul podio, continuerà comunque a pensarla così?

Rossi a picco: peggior qualifica e fuori dai punti

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Nel lato del box di Valentino Rossi le cose non vanno affato meglio. Anzi, sabato il "Dottore" ha dovuto fare i conti con la peggior qualifica della sua carriera, chiudendo 21esimo sulla stessa pista su cui appena una settimana prima era riuscito a conquistare la seconda fila.

Per cercare di allungare la vita della gomma posteriore, che lo aveva abbandonato dopo pochi giri nel GP del Qatar, poi concluso al 12esimo posto, il pesarese e suoi tecnici hanno esplorato strade d'assetto che non hanno dato i risultati sperati: ha trovato una maggiore costanza, ma l'ha pagato a carissimo prezzo in termini di velocità pura, ritrovandosi a girare ben 1"7 più lento in qualifica rispetto a 7 giorni prima.

Per la gara poi è stato fatto un passo indietro, rispolverando un setting di elettronica che non veniva utilizzato da un po' ed anche il forcellone in alluminio. Soluzioni che gli hanno permesso di rimettere la barra a dritta, anche se ormai era un po' troppo tardi per metterci una pezza e quindi Valentino si è ritrovato a chiudere 16esimo, fuori dalla zona punti.

E' vero che ormai il grip al posteriore è il problema cronico del 9 volte iridato da diverse stagioni, ma il suo caso forse è ancora più emblematico del momento di difficoltà che si sta vivendo nel box della squadra malese, visto che la sua M1 è identica a quelle che sono state capaci di vincere nei primi due GP.

"In MotoGP quello che contano sono i risultati e chiaramente speravamo di essere più competitivi. Ero più veloce rispetto alla settimana scorsa, ma non è bastato, perché oggi in MotoGP se prendi 10 secondi sei 15esimo. C'è da lavorare e sicuramente ci proveremo. Adesso torneremo in Europa e ci sono tante piste che mi piacciono molto. Spero che si possa fare un campionato normale, andando a fare tutte le gare nel periodo giusto. Speriamo che il COVID non ci dia problemi e che possiamo fare un campionato 'classico', vedendo se possiamo andare forte", ha detto Valentino, invocando quella "normalità" che in Petronas sperano di ritrovare dal Portogallo.

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