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Analisi

Yamaha ha un gran passo, Ducati la carta sorpasso

I test collettivi della MotoGP in Qatar si sono conclusi con la sensazione che la Yamaha e la Ducati abbiano qualcosa in più della concorrenza, almeno sul tracciato di Losail. Andiamo ad analizzare com'è andata marchio per marchio.

Francesco Bagnaia, Ducati Team,  Jack Miller, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

La tempesta di sabbia che si è abbattuta venerdì su Losail ci ha privati della possibilità di vedere la simulazione di gara di diversi piloti, ma i quattro giorni di test di MotoGP che si sono svolti regolarmente in Qatar ci hanno dato comunque la possibilità di iniziare a farci un'idea di quelli che potranno essere i valori, magari non in assoluto, ma almeno nelle prime due gare del 2021, che si disputeranno entrambe sul tracciato qatariota.

Ducati: Miller sugli scudi, ma occhio a Pecco...

Jack Miller, Ducati Team

Jack Miller, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Se si vanno ad analizzare le classifiche ed i cronologici, è lecito attendersi una grande battaglia tra le Ducati e le Yamaha, che pur con armi differenti a disposizione monopolizzano le prime cinque posizioni della classifica cumulativa. Il miglior tempo assoluto lo ha fatto segnare Jack Miller, con un 1'53"183 che gli ha permesso di abbattere il precedente record del tracciato, che era stato fatto segnare da Marc Marquez nel 2019.

La Desmosedici GP ha tratto beneficio dalla nuova aerodinamica studiata dai tecnici di Borgo Panigale, che ne riesce a migliorare l'inserimento in curva, e nel caso di Miller anche la velocità di percorrenza, senza andare ad intaccare quella di punta (entrambe le moto ufficiali sono oltre i 350 km/h alla speed trap). E proprio la top speed è l'arma con cui la Rossa può difendersi dal grande passo delle Yamaha, anche se va detto che pure "Jackass" ha fatto ben 17 giri sul ritmo dell'1'54" tra mercoledì e giovedì.

Dopo aver finito alla grande il 2020, Miller ha cominciato bene anche il 2021 e sembra avere tutte le carte in regola per puntare alla vittoria alla sua prima gara da pilota ufficiale. Anzi, molti lo vedono come il favorito: "Mi piace questa cosa, non mi era mai successo in MotoGP, quindi è una sensazione fantastica. Ma la cosa principale è continuare a tenere i piedi per terra e proseguire il lavoro verso l’obiettivo".

Per ora sembra un pelino meno accreditato invece Pecco Bagnaia, anche se il suo tempo alla fine è stato di meno di tre decimi più lento rispetto a quello del compagno di squadra e giovedì ha fatto una simulazione di gara interessante, con sette giri consecutivi sull'1'54". L'italiano ha lavorato alla ricerca del setting di base per la sua Desmosedici GP e alla fine ne ha scelto uno che predilige la stabilità rispetto all'agilità, con il quale si è trovato a suo agio sia per il time attack che per il passo gara.

Il piemontese non si è sbilanciato troppo e preferisce parlare di top 5 come obiettivo, anche se si è detto soddisfatto del lavoro svolto in Qatar e pronto ad essere della partita tra due settimane, con un feeling con la moto che forse è addirittura superiore a quello che aveva trovato l'anno scorso a Jerez, ma soprattutto a Misano, dove era andato ad un soffio dalla sua prima vittoria in MotoGP. "Se guardo alle mie ultime gare dell'anno scorso, preferisco dire che il mio obiettivo è la top 5. Ho chiuso il 2020 facendo tanta fatica, quindi preferisco non guardare troppo in alto, anche se il mio passo è molto buono. Vedremo come andrà il weekend di gara", ha tagliato corto.

Yamaha: grande passo, ma teme i sorpassi

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Gli uomini in Rosso però se la dovranno vedere non con una, ma con almeno tre Yamaha. Tra Miller e Bagnaia nella classifica cumulativa ci sono infatti le M1 di Maverick Vinales, Fabio Quartararo e Franco Morbidelli. E probabilmente questi sono i piloti che hanno fatto vedere le cose migliori a livello di passo gara. Il nuovo telaio sembra dare le risposte sperate e c'è stato anche un piccolo guadagno a livello di top speed, ottenuto con delle nuove soluzioni aerodinamiche. Ma anche Morbidelli ha avuto qualche piccolo upgrade per la sua "vecchia" Spec-A.

Se si vanno a guardare i cronologici, tra mercoledì e giovedì Quartararo è stato il pilota capace di coprire il maggior numero di giri in 1'54", ben 31, ma anche Vinales ne ha all'attivo ben 22. Morbidelli invece mercoledì ha fatto un run di 12 giri proprio all'orario della gara e dieci di questi li ha completati sotto all'1'55". Le M1 parrebbero quindi le moto da battere, ma il gap dalle Ducati in termini di velocità di punta rimane sempre di circa 10 km/h e su una pista con un rettilineo così lungo questo può essere sicuramente un fattore.

Non a caso, Vinales ha fatto tantissime prove di partenza in questi giorni, sottolineando come la strategia sia una sola per battere le Rosse in Qatar: "Il nostro obiettivo è cercare di fare un'ottima partenza e scappare. E' la nostra unica possibilità. La chiave è essere primo o secondo al primo giro e andare via, perché qui stiamo soffrendo sui rettilinei". Un pensiero che condivide anche Quartararo: "Sul rettilineo purtroppo se c'è una Ducati, qui ci sorpassano. Dobbiamo trovare una soluzione per sorpassarli e cercare di fare il vuoto". E Morbidelli forse è andato anche oltre, definendo la M1 "una moto che può vincere, ma non battagliare".

Non abbiamo ancora citato Valentino Rossi, che è più distanziato, ma nel suo piccolo anche il "Dottore" ha dato una piccola prova di quanto sia cresciuta la Yamaha: l'1'53"993 che ha realizzato giovedì è il miglior crono della sua carriera sul tracciato di Losail. Anche di passo gara gli manca ancora qualcosina rispetto agli altri tre, ma il pesarese ha sottolineato gli sforzi della Casa di Iwata: "La cosa positiva è che la Yamaha ha lavorato durante l'inverno, portando qui tante cose buone come il telaio, ma anche cose legate all'aerodinamica. Hanno lavorato in maniera intelligente e questo è molto importante".

Honda e Marc Marquez, le grandi incognite

Pol Espargaro, Repsol Honda Team

Pol Espargaro, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La grande incognita della prima uscita stagionale sarà senza ombra di dubbio la Honda, che da un paio di giorni è ricoperta da un nuovo alone di mistero. Marc Marquez ha infatti ottenutoil via libera per tornare ad allenarsi in moto dai medici che lo hanno operato per la terza volta al braccio destro. Il tutto poche ore dopo che la HRC lo ha inserito nella entry list per il Gran Premio del Qatar.

Anche se venerdì ha già ripreso ad allenarsi su una minibike, non è chiaro se il #93 potrà essere della partita, ma sicuramente il suo stato di forma sarebbe davvero un'incognita per tutti dopo oltre otto mesi d'assenza e dovendo partire da zero su una pista su cui tutta la concorrenza invece ha già alle spalle diversi giorni di lavoro. Anche solo vederlo in griglia, però, potrebbe rappresentare una pressione extra per tutti.

Torniamo però a parlare di quello che abbiamo avuto modo di osservare in Qatar, e bisogna dire che l'adattamento del nuovo arrivato Pol Espargaro è andata oltre ogni più rosea aspettativa. Il pilota di Granollers è uno degli 11 che sono riusciti a scendere sull'1'53" nel time attack, ma giovedì ha fatto vedere cose molto interessanti anche a livello di ritmo, con un long run con ben 7 tornate consecutive sull'1'54" (in totale tra mercoledì e giovedì sono state 21).

"Prima dell'inizio di questi test era difficile farsi un'idea di come saremmo andati. Ed è chiaro che avrei firmato per finire così dopo solo quattro giorni", ha detto senza nascondersi lo spagnolo, che ritiene che la RC213V sia una moto particolarmente adatta al suo stile di guida. Non a caso, è scivolato una sola volta in quattro giorni e in un momento in cui non stava neanche forzando.

Per molti è stato la rivelazione di questi test e potrebbe esserlo anche nella prima gara della stagione, anche se lui per il momento preferisce andarci cauto: "Non posso ancora dire di essere pronto pronto per lottare per qualcosa di importante nella prima gara, ma sono vicino. Ogni volta che vado in pista, imparo qualcosa di nuovo. Il futuro con Honda sembra buono. Potrebbe essere un buon anno, ma questo è solo l'inizio".

In vista del GP del Qatar, ci sarà poi da valutare le condizioni di Alex Marquez, che giovedì è stato protagonista di un highside alla curva 9, nel quale si è procurato una microfrattura al piede destro. Sulla carta non è nulla di grave, ma il pilota del Team LCR era stato dichiarato unfit per la giornata conclusiva dei test, quindi bisognerà valutare l'evolversi delle sue condizioni.

Suzuki "coperta" senza i long run

Joan Mir, Team Suzuki MotoGP

Joan Mir, Team Suzuki MotoGP

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La Suzuki è uno dei marchi che sono rimasti più "coperti", perché Alex Rins e Joan Mir avevano previsto di fare la loro simulazione di gara nella giornata conclusiva dei test. Il campione del mondo ed il suo compagno di squadra sono settimo ed ottavo nella combinata, separati tra loro da appena 33 millesimi, e sono scesi entrambi sull'1'53" con il time attack.

Avendo tante cose da provare, Mir non è riuscito a fare un vero e proprio long run, ma ha dimostrato di poter girare abbastanza facilmente sull'1'54", visto che gli è riuscito per 19 volte tra mercoledì e giovedì. Ma ci può stare che gli uomini della grande S avessero rimandato la simulazione di gara, visto che se c'è un aspetto su cui la GSX-RR aveva bisogno di migliorare è la prestazione sul giro secco, che nel 2020 ha spesso imposto ai due piloti di dover sfoderare delle rimonte poderose alla domenica.

Il maiorchino per ora non sembra intenzionato ad utilizzare in gara il nuovo telaio, che gli aveva permesso di trovare uno step a livello di guidabilità, rinunciando però a qualcosa in termini di frenata, che già non era uno dei punti di forza della moto giapponese. Motivo per cui probabilmente Joan probabilmente disputerà la prima gara della stagione con quello che gli ha permesso di laurearsi campione lo scorso anno. A livello di velocità di punta, anche per la Suzuki resta poi un gap di circa 10 km/h nei confronti della Ducati, almeno su questa pista. Situazione che sembra non aver migliorato troppo neanche la base del motore 2022, già provata da Rins e dal collaudatore Sylvain Guintoli in questi test.

Il campione in carica comunque resta convinto di potersela giocare almeno alla pari con quelli che abbiamo indicato come favoriti: "Su questo circuito, vedendo la loro velocità massima, è difficile pensare che la Ducati non sarà competitiva. I loro piloti stanno lavorando bene, e lo stesso vale per la Yamaha. Noi siamo lì, non siamo meglio e non siamo peggio. Abbiamo fatto un buon lavoro, ma ho del margine di miglioramento, quindi penso che possiamo iniziare bene il campionato".

Aprilia: una nuova contendente al podio?

Aleix Espargaro, Aprilia Racing Team Gresini

Aleix Espargaro, Aprilia Racing Team Gresini

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La grande sorpresa è senza ombra di dubbio l'Aprilia. La nuova RS-GP sembra essere nata decisamente con il piede giusto. Se magari le prestazioni della prima settimana di test potevano essere un fuoco di paglia, la conferma anche nella terza e nella quarta giornata ha fatto capire che non c'è solo fumo, ma anche tanto arrosto sulla nuova creatura del reparto corse di Noale.

C'è stato un importante lavoro a livello di bilanciamento e di riduzione dei pesi, che ora consente di giocare anche con le zavorre per la messa a punto, ma soprattutto è stato portato avanti in maniera decisa lo studio aerodinamico. Tutte novità che hanno reso la moto molto più stabile e quindi efficace in accelerazione.

Una cosa che in parte è stata pagata in termini di velocità di punta, ma che non sembra aver avuto un impatto troppo pesante sulle prestazioni, visto che Aleix Espargaro ha chiuso al sesto posto nella classifica cumulativa, a poco meno di mezzo secondo dalla miglior prestazione di Miller. Ma anche a livello di passo le indicazioni non erano affatto negative, anche se il suo long run è stato interrotto da una scivolata, quindi non ha potuto dimostrarlo fino in fondo.

"Sono sicuro che possiamo lottare per il podio. Il primo giorno eravamo la sorpresa, ma poi siamo stati sempre tra i primi. E' difficile per noi competere con Quartararo, Vinales ed i piloti Ducati sul giro secco, ma nei long run sono fiducioso di poter rimanere con i primi tre", ha detto Aleix, manifestando una grande ottimismo.

Peccato invece per Lorenzo Savadori, che per il momento non è stato in grado di scoprire appieno il potenziale della nuova RS-GP. Il pilota romagnolo, che si gioca la chance più importante della carriera, debuttando da titolare in MotoGP a 28 anni, purtroppo è alle prese con un problema ad una spalla, che gli sta impedendo di spingere al massimo.

KTM: una delusione, da rivalutare su altre piste

Danilo Petrucci, KTM Tech3

Danilo Petrucci, KTM Tech3

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Anche se si deve parlare di delusioni non sembrano esserci grossi dubbi: il primo nome che viene in mente è quello della KTM. La Casa di Mattighofen ha fatto un salto di qualità enorme nel 2020, conquistando le sue prime tre vittorie nella classe regina. Successi che però l'hanno privata delle concessioni, che erano state una delle sue armi, permettendole di fare test senza vincoli e di arrivare spesso ai weekend di gara già pronta.

Dopo un'annata come la scorsa, le aspettative erano molto alte, anche perché la RC16 è l'unica moto oltre all'Aprilia (che gode ancora delle concessioni) a poter montare un propulsore evoluto nel 2021: agli austriaci è stata data una deroga al congelamento imposto dalla pandemia per questioni di affidabilità, visto che senza concessioni avrà a disposizione meno unità per completare la stagione, alle quali quindi sarà richiesto un chilometraggio maggiore rispetto a quello pianificato un anno fa.

E' vero che sulla carta Losail non è una pista favorevole alla moto austriaca, ma i risultati sono stati deludenti: l'uomo di punta Miguel Oliveira non è andato oltre il 16esimo tempo nella classifica cumulativa, con un ritardo di ben 1"4 dalla vetta. "Mi sentivo abbastanza bene sulla moto, ma questa cosa purtroppo non si riflette nei tempi. Siamo lontani dai migliori, anche se è vero che qui di solito soffriamo di più. Abbiamo fatto del nostro meglio per trovare delle soluzioni, ma sembra di andare contro ad un muro, perché non importa quello che facciamo sulla moto", ha spiegato il portoghese.

Volendo trovare una nota positiva, il nuovo arrivato Danilo Petrucci non ci ha messo troppo ad allineare i suoi tempi a quelli dei compagni di marchio, nonostante abbia dovuto esplorare strade d'assetto inedite per la RC16, avendo una taglia fisica molto diversa dagli altri piloti della KTM, oltre a dover prendere le misure ad una moto e ad una squadra per lui nuove. E' un peccato aver perso l'ultima giornata, nella quale è stato uno dei pochi ad aver girato, perché stava iniziando a capire il prototipo austriaco e una sessione in più gli avrebbe fatto sicuramente molto comodo.

Anche "Petrux" comunque è convinto che Losail non sia il terreno di caccia giusto e che la KTM darà il suo meglio in altre situazioni: "Quando le condizioni saranno più difficili e mancherà grip a centro curva, credo che la KTM farà la differenza, quindi non vedo l'ora di provarla nelle condizioni più difficili", ha detto Danilo, che fin dal primo giorno ha sottolineato quando il punto di forza della sua nuova arma sia la trazione.

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