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Vinales: una maturazione figlia delle responsabilità?

Nel GP del Qatar, Maverick Vinales ha finalmente dato la sensazione di essere riuscito a mettere da parte l'emotività, disputando una gara di grande maturità. La stabilità trovata tra il nuovo ruolo di leader in Yamaha, il matrimonio e la figlia in arrivo sembra avergli giovato anche a livello mentale. Sarà davvero la svolta della sua carriera?

Maverick Vinales, Yamaha Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Se è solo un fuoco di paglia lo scopriremo nelle prossime settimane, ma quello che abbiamo visto in azione nel Gran Premio del Qatar è un Maverick Vinales diverso dal solito. E non lo diciamo solo perché il risultato finale è stato la sua nona vittoria in carriera in MotoGP.

Il pilota di Roses ha dato finalmente la sensazione di aver raggiunto quella maturità che gli è mancata in diverse situazioni negli ultimi anni. E la cosa curiosa è che, mentre in tanti rischiano di rimanerne schiacciati, la crescita mentale di Maverick sembra essere arrivata all'aumentare delle responsabilità, e non solo nel paddock.

Gli ultimi 12 mesi sono stati molti intensi da questo punto di vista per lui: sul lavoro, la Yamaha ha deciso di puntare su di lui per aprire il nuovo corso senza Valentino Rossi nel team ufficiale, rinnovandogli il contratto con un ingaggio da vero top rider. E in questo è stata brava a fargli sentire la fiducia, visto che la firma del #12 è stata uno dei primi tasselli dell'ultimo mercato piloti.

Ma anche nella sfera privata ci sono stati dei cambiamenti importanti. Durante la presentazione del team, Vinales ha rivelato di essersi sposato nella pausa invernale e poche settimane dopo ha aggiunto che la moglie Cristina è in dolce attesa della piccola Nina, alla quale ha dedicato il successo di ieri con il gesto del pancione.

 

Più che qualsiasi aspetto tecnico, forse sono proprio queste nuove responsabilità ad averci mostrato un Maverick diverso, perché sembrano aver creato intorno a lui quella stabilità di cui ha sempre dato la sensazione di aver bisogno per sfruttare tutto il suo talento. Molto grande, ma troppo spesso era stato offuscato da alti e bassi non solo nei risultati, ma anche umorali.

Anche il suo approccio in pista sembra essersi modificato: in passato Vinales ci aveva abituati ad essere il re dei test e del venerdì, situazioni nelle quali sfoderava sempre grandi prestazioni. Questa volta invece lo abbiamo visto in cima alla lista dei tempi solamente in una delle cinque giornate di test e nel weekend di gara nella FP4, il turno in cui conta il passo gara, che è stato proprio l'arma con cui è andato a prendersi la vittoria ieri.

Quello del Qatar quindi sembra essere un Maverick più concreto, che bada soprattutto al sodo, come si è visto anche con le tantissime prove di partenza che ha fatto tra i test e le prove libere, proprio per cercare di andare a lavorare su quello che fino ad oggi è stato uno dei suoi grandi punti deboli.

Ed è qui che è emerso un altro punto di rottura con il passato: la partenza non è andata come avrebbe sperato, perché dalla prima fila si è ritrovato sesto, con lo squadrone Ducati che aveva utilizzato il suo super motore per "sverniciare" le Yamaha. Per giorni, Maverick aveva ripetuto che l'unica chance di vittoria sarebbe stata una fuga solitaria, perché sorpassare le Rosse era quasi impossibile, viste le loro velocità di punta.

Francesco Bagnaia, Ducati Team, Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing, Maverick Vinales, Yamaha Factory Racing

Francesco Bagnaia, Ducati Team, Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing, Maverick Vinales, Yamaha Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Per quello che era stato il trend degli ultimi anni, una partenza con quattro Ducati davanti avrebbe potuto fargli perdere la testa completamente, invece questa volta Vinales è rimasto freddo e concentrato. Anzi, è stato probabilmente quello che ha saputo gestire al meglio le condizioni climatiche particolari incontrate in gara, mai affrontate nei test e nel resto del weekend, con un forte vento che ha abbassato la temperatura e portato sabbia in pista, facendo inevitabilmente aumentare l'usura degli pneumatici.

Nella prima metà di gara si è messo nel codone dell'altra M1 di Fabio Quartararo, lasciando che fosse il francese ad andare all'attacco contro le Ducati. Arrivati all'11esimo giro, però, ha preso il testimone dal compagno di box ed ha cambiato ritmo. A quel punto solo Pecco Bagnaia ha provato ad opporgli resistenza, capitolando però al 15esimo dei 22 giri in programma, quando ormai era piuttosto evidente che non ci fosse più storia. In questo, però, è stato aiutato anche da una M1 finalmente più predisposta al sorpasso.

"Tecnicamente abbiamo fatto un piccolo passo avanti, che ci permette di fare i sorpassi. Questa è una cosa buona, perché l'anno scorso facevamo tanta fatica in questo senso. Magari eravamo molto veloci, ma faticavamo nei sorpassi, invece quest'anno va un po' meglio", ha spiegato dopo la gara. "L'anno scorso staccare tardi e poi aprire il gas non era proprio lo stile di Yamaha, quindi quest'anno è più facile sorpassare essendo più veloce in curva. Ma comunque sono contento perché riuscire a sorpassare le Ducati non era facile. Mi rende più contento quello della vittoria".

Senza dubbio, è stato molto bravo a sfruttare anche la sua capacità di essere dolce con gli pneumatici, dote che più volte gli è stata riconosciuta dai tecnici della Michelin, ma indubbiamente la calma con cui ha gestito la strategia, aspettando il momento giusto per attaccare, è un qualcosa di diverso rispetto al Maverick velocissimo ma spesso troppo istintivo e capace di perdersi in un bicchier d'acqua che abbiamo conosciuto negli ultimi anni. Se riuscirà ad essere questo Vinales 2.0 anche nel lungo periodo, allora potrebbero essere davvero dolori per tutti...

Francesco Bagnaia, Ducati Team, Maverick Vinales, Yamaha Factory Racing

Francesco Bagnaia, Ducati Team, Maverick Vinales, Yamaha Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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