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Conferenza stampa

Vinales: "La Yamaha è il passo che dovevo fare per la mia carriera"

Maverick ha ammesso che non è facile pensare di dire addio alla Suzuki a fine anno, ma che se voleva crescere come pilota la cosa giusta da fare era scegliere la Yamaha, per lottare da subito per il Mondiale e "rubare" qualche segreto a Rossi.

Maverick Viñales, Team Suzuki MotoGP

Gold and Goose / Motorsport Images

Reserved seating for Maverick Viñales, Team Suzuki MotoGP
Podium: third place Maverick Viñales, Team Suzuki MotoGP
Podium: third place Maverick Viñales, Team Suzuki MotoGP
Terzo posto Maverick Viñales, Team Suzuki MotoGP
Maverick Viñales, Team Suzuki MotoGP
Maverick Viñales, Team Suzuki MotoGP
Maverick Viñales, Team Suzuki MotoGP
Maverick Viñales, Team Suzuki MotoGP
Maverick Viñales, Team Suzuki MotoGP

Dopo settimane di dubbi, Maverick Vinales ha scelto il suo futuro: sarà un pilota della Yamaha per le prossime due stagioni. Era inevitabile quindi che il pilota spagnolo sarebbe stato tra i protagonisti della conferenza stampa che ha aperto il weekend del Mugello.

Subito dopo la conclusione si è fermato anche a parlare con i giornalisti italiani, spiegando le motivazioni che hanno fatto pendere l'ago della bilancia dalla parte della Casa di Iwata piuttosto che verso il rinnovo con la Suzuki.

"Penso che questo è il passo che dovevo fare per la mia carriera per crescere. Ci ho pensato tanto perché ho grande rispetto per la Suzuki, quindi prima volevo essere certo di fare la mossa giusta" ha spiegato Maverick.

Quando gli è stato chiesto perché sia convinto che questa sia la mossa giusta, ha aggiunto: "L'opportunità che offre la Yamaha è quella di lottare per il Mondiale fin dalla prima gara. Quella è sicuramente una cosa che ti può permettere di crescere tanto".

Senza dimenticare la possibilità di provare a carpire qualche segreto ad un nove volte campione del mondo come Valentino Rossi, con cui dividerà il box fino alla fine del 2018: "Penso che se Valentino è sempre stato un pilota tanto vincente, un motivo ci deve essere, quindi mi piacerebbe anche un po' imparare il suo modo di lavorare. Per il momento comunque non ho ancora avuto modo di parlargli".

Dire addio alla Suzuki però non è stato affatto facile, specialmente dopo aver conquistato il primo podio insieme a Le Mans: "E' stato veramente difficile andare da Davide (Brivio, ndr) con il quale ho tanta confidenza per dirgli che avevo deciso di andare via. Alla fine però hanno capito che non è questione di soldi o di squadra, ma che devo farlo per me stesso".

Insomma, non sono i soldi o la fama che lo hanno portato in Yamaha, quanto la voglia di vincere: "Penso che quello sia l'obiettivo di qualsiasi pilota e sono convinto di potercela fare. Per il momento però non mi sono ancora dato scadenze in questo senso".

Ora però ci sono ancora 13 gare da disputare con la Suzuki e con molte meno pressioni addosso: "Dopo che abbiamo fatto il primo podio, tutto il team è molto più rilassato, quindi penso che possiamo lavorare molto meglio".

E magari la tanto attesa prima vittoria potrebbe arrivare anche nel 2016: "Per il momento la vittoria è un po' lontana dalla nostra portata, ma credo che se lavoriamo forte potrebbe anche essere possibile".

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