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Valentino: "Se vinco il decimo titolo quest'anno? Continuo lo stesso!"

Il "Dottore" ha appena annunciato il rinnovo con la Yamaha fino al 2020 ed ha ribadito che non ha intenzione di cambiare idea neppure se dovesse arrivare il decimo titolo: "Smetterò quando non avrò più voglia, così non avrò rimpianti".

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Valentino Rossi è stato senza ombra di dubbio l'uomo del giorno in Qatar. Neanche un paio d'ore prima della conferenza stampa che ha aperto la MotoGP 2018, la Yamaha ha infatti annunciato di aver rinnovato il suo contratto fino alla conclusione della stagione 2020. Questo vuol dire che il "Dottore" continuerà a correre nella classe regina fino a quando avrà addirittura 41 anni, dimostrando di avere ancora una passione enorme per le due ruote.

Subito dopo la conferenza stampa, il nove volte cmapione del mondo ha spiegato quali sono state le motivazioni che lo hanno portato a firmare un altro contratto, aggiungendo anche che non ha intenzione di fare "inversione" se dovesse riuscire a conquistare il tanto agoniato decimo titolo iridato prima della conclusione del nuovo accordo.

Ti sei tolto un peso con il rinnovo del contratto?
"Sinceramente non era un grande peso, perché non avevo così fretta. Avevo parlato con la Yamaha a novembre e loro mi avevano detto di decidere e di fare quello che volevo. Nel caso avessi voluto continuare, loro erano d'accordo, quindi non avevamo una grossa pressione, ma è anche bello farlo alla prima gara, perché è un momento importante. Come ho detto, due anni fa quando ho firmato ho pensato che potesse anche essere il mio ultimo contratto, ma mi sono subito sentito molto triste perché non ero pronto per smettere. Però non è che continuo perché non sono pronto per smettere, continuo perché penso di essere competitivo e di poter essere veloce. E' una bella sfida, perché comunque correrò fino a 41 anni e sarà tosta, soprattutto dal punto di vista fisico. Però mi piace, è una cosa che mi da gusto, anche perché ho l'opportunità di allenarmi con i pilotini giovani e con gli altri dell'Academy mi da motivazioni. Sono contento di aver firmato e mi piacerebbe continuare a fare tante altre belle gare. Un'altra stagione inizia e quindi c'è sempre quell'eccitazione un po' come il primo giorno di scuola".

Qual è stato il dubbio, se un dubbio c'è stato?
"Il dubbio è stato legato al fatto che altri due anni, che poi sono altri tre, sono un bell'impegno. Ho cercato di aspettare l'inverno, che è il momento un po' più noioso, perché ti devi allenare molto e fare i test. Ho pensato che se a marzo avessi avuto ancora voglia di correre, avrei continuato e quindi ho firmato".

Secondo te quindi chi finisce all'apice, ma abbastanza giovane, poi se ne pente quindi?
"Chiudera da campione del mondo, o comunque all'apice della tua carriera, è un qualcosa di molto affascinante per uno sportivo. Mi vengono in mente Bayliss, Michael Schumacher, anche Biaggi, che ha chiuso da campione del mondo. Però sono ritornati a correre. Alla fine gli sono mancate le gare. La cosa che mi piace di più nel motorsport è la MotoGP, quindi fin quando sono competitivo voglio provarci. Anche se magari sarà più difficile, voglio smettere quando proprio non avrò più voglia, così poi sarò tranquillo per tutto il resto della mia vita e non avrò nessun rimpianto".

Ma se per caso dovessi conquistare il tuo decimo titolo quest'anno?
"Ci sarebbe il problema degli altri due anni dopo averlo vinto. Mi piacerebbe dover provare a risolverlo. Potrei fare qualunque cosa, ma non mi cambierebbe molto, perché continuerei lo stesso. Più che il decimo titolo, quest'anno mi piacerebbe andare meglio dell'anno scorso ed essere competitivo per giocarmela fino alla fine".

In passato ti è mai capitato di pensare di smettere quando hai avuto qualche momento difficile?
"I due anni con la Ducati sono stati molto difficili perché c'è stato anche l'incidente con Simoncelli. Però ho pensato che smettere in quel momento lì non era la risposta giusta da dare. Penso di aver avuto ragione".

Le sensazioni sono sempre le stesse di quando Ivano Beggio, che è scomparso questa settimana, ti ha portato per la prima volta nel Mondiale?
"Quando salgo in moto è tutto uguale. Fuori è normale che fossi molto più eccitato, perché Ivano Beggio mi ha dato la possibilità di diventare un professionista e di correre nel Motomondiale, che era il mio sogno da quando avevo 4 o 5 anni, quindi lo devo ringraziare".

Informazioni aggiuntive di Oriol Puigdemont

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