Rossi: "Passare in Yamaha fu da pazzi, ma che soddisfazione"
Valentino Rossi, intervistato da Alex Zanardi nel programma "Non Mollare Mai", ha cercato di ripercorrere la propria carriera e i momenti più importanti di essa.
Valentino Rossi ha avuto sinora una carriera lunga e ricca di successi. Il ragazzino che nel 1996 si affacciò per la prima volta nel Motomondiale naturalmente mai si sarebbe immaginato un giorno di diventare il simbolo di quel campionato che tanto aveva sognato sin da bambino.
Ospite del programma "Non Mollare Mai", condotto da Alex Zanardi, il #46 ha proprio raccontato quei momenti di grande incertezza: "Io sognavo di vincere, di diventare campione del mondo, poi sinceramente non sapevo nemmeno io cosa aspettarmi. Alla fine sono riuscito a fare più di ciò che avevo immaginato e sono contento".
Valentino ha poi continuato: "Nella prima parte di carriera ho vinto tantissimo e quello è stato davvero bellissimo. Negli anni più difficili però, quando ho cominciato ad avere più delusioni, ci sono state giornate in cui ho vinto e quei successi mi hanno dato più gusto di quelli ottenuti quando magari vincevo 10-11 gare l'anno".
La chiacchierata è poi scivolata anche sui singoli episodi, in particolare i due campioni hanno parlato di una chicane che è entrata nella storia di entrambi: il Cavatappi a Laguna Seca. Zanardi, infatti, nel 1996, durante una gara di IndyCar, operò un sorpasso ai danni di Bryan Herta all'ultimo giro in quella discesa mettendo le ruote sull'erba, proprio come ha fatto 12 anni dopo poi il rider di Tavullia.
Rossi, infatti, ha ammesso: "L'ho copiato da te 12 anni dopo, quindi diciamo che non mi sono inventato niente. Penso sia stato uno dei più belli della mia carriera. Tutti ricordano quel sorpasso, però in quella gara io e Casey ci siamo superati a vicenda moltissime volte".
Infine, l'intervista non poteva che scivolare anche su una delle decisioni più importanti nella carriera del "Dottore": il passaggio alla Yamaha. "Rivedendolo ora è stata una cosa da pazzi, però è stato bellissimo. In molti hanno sognato e si sono immedesimati in me con quel passaggio. Quella è stata la soddisfazione più grande della mia carriera. La Honda non ci credeva quando ha capito che sarei andato lì. Ho dimostrato a tutti che non vincevo grazie alla moto. Diciamo che volendo fare un parallelo con la F1 è come se oggi Hamilton decidesse di lasciare la Mercedes per passare alla McLaren".
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