Valentino: "Non credo che riusciremo a risolvere le cose per il Qatar"
Il "Dottore" chiude solo 14esimo nella seconda giornata dei test di Buriram, ma soprattutto sottolinea ancora una volta il gap in termini di elettronica nei confronti di Honda e Ducati: è quella la sua preoccupazione più grande.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
L'elettronica sta diventando davvero un incubo di quelli da togliere il sonno alla notte per Valentino Rossi. Il pilota della Yamaha non è riuscito a trovare il miglioramento che avrebbe sperato nella seconda giornata dei test collettivi della MotoGP a Buriram, sul nuovo tracciato thailandese. Anzi, il "Dottore" ha addirittura perso delle posizioni rispetto a ieri, precipitando al 14esimo posto, a quasi un secondo di distacco dal miglior tempo di Marc Marquez.
Il nove volte iridato non ha avuto problemi ad ammettere di avere incontrato qualche problema di troppo in questa seconda giornata, ma soprattutto sembra preoccupato a lungo termine, perché teme che il vantaggio di Honda e Ducati sul fronte elettronica continui ad essere troppo importante.
"E' stata una giornata difficile. Stamattina avevamo iniziato abbastanza bene, perché avevo un buon ritmo, più veloce rispetto a ieri. Poi avevamo una lunga lista di cose da fare ed abbiamo lavorato molto sul setting per cercare di migliorarlo. Soprattutto abbiamo provato a migliorare l'accelerazione con l'elettronica, ma sinceramente non abbiamo trovato una soluzione. Nel pomeriggio abbiamo anche provato alcune gomme per la Michelin, ma sinceramente non mi sento molto a mio agio. Domani dobbiamo provare qualcosa di diverso" ha detto Valentino, fresco 39enne, a fine giornata.
Riguardo alla sua posizione poi se l'è cavata con una battuta, che però sembra andare giù un po' amara: "I test sono sempre un po' particolari, perché hai a disposizione tre giorni ed è un po' diverso rispetto ad un Gran Premio. Quello che si vede nei test però di solito è abbastanza simile alla realtà, quindi bisognerebbe cercare di stare più avanti".
Poi eccolo tornare a battere sullo stesso argomento di ieri, il ritardo della Yamaha in tema elettronica: "L'anno scorso avevamo capito di essere abbastanza in svantaggio con l'elettronica. Soprattutto nella seconda parte del campionato, dopo la pausa, gli altri sono riusciti a fare un grande step. La Ducati secondo me c'era arrivata già verso aprile, mentre la Honda verso agosto. I giapponesi hanno lavorato durante l'inverno per cercare di migliorare: tra quello che abbiamo provato qui ed in Malesia c'è qualcosa che è un po' meglio, ma non ci ha fatto fare lo step. Sull'elettronica è una situazione che mi fa preoccupare un pochino, perché stiamo soffrendo, anche se è una cosa talmente strana che magari puoi risolvere i tuoi problemi in poco tempo. Però non è così facile".
Ed ha anche sottolineato che ormai l'elettronica ha la stessa importanza dell'intero pacchetto meccanico in MotoGP: "Ormai diciamo che l'importanza della performance è divisa 50-50 tra meccanica ed elettronica. A livello di meccanica hai telaio, forcellone, sospensioni e motore, poi però c'è una grandissima parte legata all'elettronica, che è molto importante anche per la gestione delle gomme, che è stato un po' il nostro problema l'anno scorso".
Come detto, per il campione di Tavullia c'è anche la paura che ci vorrà tempo per riuscire a chiudere il gap su Honda e Ducati: "Io non credo che per il Qatar riusciremo a risolvere la situazione, anche se magari potremo andare meglio, perché le cose possono cambiare da pista a pista. Bisogna lavorare però, perché colmare il gap non è facile".
Se non altro, dal punto di vista della ciclistica, la M1 sembra aver fatto un passo avanti rispetto a 12 mesi fa. E le prestazioni odierne di Vinales e Zarco, quarto e quinto, possono essere un segnale incoraggiante: "L'anno scorso facevo proprio tanta fatica anche a guidare, invece quest'anno da quel punto di vista mi trovo meglio, ma siamo tutti molto vicini, perché davanti ci sono quattro Ducati e tre Honda. Comunque oggi sono andati piuttosto bene anche Vinales e Zarco e quella è una cosa positiva".
Informazioni aggiuntive di Oriol Puigdemont
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