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Valentino: "La morte del Sic è stata devastante, ho continuato per amore"

In una lunga intervista concessa a Riders, il "Dottore" parla del bel rapporto che aveva con Marco Simoncelli e di quanto sia stato difficile farsi una ragione di essere stato coinvolto nel suo incidente, ma anche della sua reazione.

Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini and Valentino Rossi, Fiat Yamaha Team

Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini and Valentino Rossi, Fiat Yamaha Team

Team Gresini

Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini, Valentino Rossi, Fiat Yamaha Team
Italian riders photoshoot: Loris Capirossi, Rizla Suzuki MotoGP, Marco Melandri, San Carlo Honda Gresini, Valentino Rossi, Fiat Yamaha Team, Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini, and Andrea Dovizioso, Repsol Honda Team
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini, Valentino Rossi, Fiat Yamaha Team
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini
Campioni del mondo MotoGP 2008: 125cc Mike Di Meglio, MotoGP Valentino Rossi, 250cc Marco Simoncelli
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini
Valentino Rossi, Ducati Marlboro Team, casco speciale in onore di Marco Simoncelli
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing con una bandiera in ricordo di Marco Simoncelli

Il rapporto tra Valentino Rossi e Marco Simoncelli era davvero qualcosa di speciale. Anche quando hanno iniziato ad essere avversari in pista, con l'approdo di "SuperSic" in MotoGP, la loro amicizia è rimasta vera e senza incomprensioni.

Per il "Dottore" non deve essere stato per niente facile cancellare dalla memoria quel 23 ottobre del 2011 in cui il suo amico è volato via troppo presto, a maggior ragione perché anche lui è rimasto coinvolto nel drammatico incidente di Sepang.

In una lunga intervista concessa a Riders, per un numero speciale proprio dedicato a lui, il pesarese ha raccontato quanto sia stato difficile mettersi tutto alle spalle, ma che alla fine l'amore per le moto e per il suo lavoro lo ha spinto a continuare anche di fronte ad una tragedia come quella.

"Eravamo molto amici, stavamo insieme quasi tutti i giorni, spesso dopo l’allenamento, andavamo a cena a casa di Carlo (Casabianca, il preparatore atletico), con il Sic che portava il sushi e che ne mangiava il doppio di noi" ha ricordato.

Poi la memoria è tornata a quella maledetta domenica malese: "Essere anche coinvolto nell'incidente è stato devastante e difficile da superare, ma non ho mai pensato di smettere. Mi è dispiaciuto essere lì, se fossi stato due moto più avanti sarebbe stato un po’ più facile, ma con il tempo passa tutto e quando penso al Sic ho solo ricordi positivi. Sono andato avanti per amore. Sennò avrei già smesso: una situazione come quella dell’incidente di Marco non la superi".

"Ero già grande, avevo vinto dei Mondiali, potevo dire basta. Ho cercato di dividere le due cose, il dolore e quello che si deve fare per superare. Poi ho pensato alla carriera, che volevo continuare, volevo tornare in Yamaha e tornare a vincere" ha aggiunto.

Tra le altre cose, ha anche rivelato che l'idea della VR46 Riders Academy era nata proprio iniziando ad allenarsi con Simoncelli, quando Marco ha avuto bisogno di un aiuto per uscire da un periodo difficile.

"L'Academy nasce da Marco Simoncelli, che nel 2006-2007 era in crisi, non andava forte e mi chiedeva di vedere come mi allenavo. Io ero suo amico, ma ero geloso del mio modo di lavorare: ero titubante, ma mi sono detto che se c’era qualcuno che mi faceva compagnia quando mi allenavo con il cross era bello. Da lì nasce l'Academy. Nel frattempo arriva Franco Morbidelli e poi purtroppo arriva l’incidente del Sic e anche per ricordarlo abbiamo proseguito con il progetto" ha spiegato.

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