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Valentino chiede una rivoluzione in stile 2004 alla Yamaha: "Presero me, ma fecero anche dei cambiamenti profondi"

Il "Dottore" vede delle similitudini oggi con quello che accadeva ad Iwata prima del suo arrivo dalla Honda e aggiunge: "Non credo che ora ci siano problemi di piloti, ma bisognerebbe fare il resto".

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
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Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Una rivoluzione all'interno della Yamaha. E' quella che invoca Valentino Rossi dopo l'ennesima domenica da dimenticare a Motorland Aragon. Tutto sommato, il "Dottore" è anche riuscito a limitare i danni rispetto a quelle che erano le previsioni, chiudendo ottavo a 15" dal vincitore Marc Marquez.

Ma è altrettanto vero che oggi davanti a lui non c'erano solamente le Honda e le Ducati, ma anche le due Suzuki, che hanno concluso terza e quarta con Andrea Iannone ed Alex Rins. E addirittura l'Aprilia, sesta con un ottimo Aleix Espargaro. Una classifica che fa delle M1 addirittura la quinta forza in campo, riproponendo una situazione molto simile a quella di fine 2003, quando ad Iwata decisero proprio di puntare tutto sull'ingaggio di Valentino.

Lo stesso Rossi però ha sottolineato di non essere stato la sola chiave di quell'improvviso cambio di marcia che ha portato titoli iridati a raffica, ma anche anche all'interno del reparto corse Yamaha c'erano stati dei cambiamenti importanti. Un qualcosa che sembra invocare a gran voce anche adesso per risalire la china.

"Ci sono delle similitudini, perché nel 2004 la Yamaha ha preso me, che ero il pilota più veloce, ma non solo. Con l'arrivo di Masao Furusawa hanno fatto un programma per cambiare molto quello che succedeva nel reparto corse. E' stato un lavoro doppio: hanno preso il pilota campione del mondo, ma hanno deciso di fare anche dei cambiamenti abbastanza profondi. Per venire fuori da questa situazione, bisognerebbe fare lo stesso. Non credo che adesso ci siano dei problemi di piloti, perché sia io che Vinales siamo veloci e siamo forti, però bisognerebbe fare il resto" ha raccontato Valentino.

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E poi si è soffermato sul lavoro fatto allora nelle prime uscite con la Yamaha: "Nel primo test abbiamo provato la moto standard in Malesia ed ero andato abbastanza bene. Poi siamo andati due volte a Phillip Island da soli ed abbiamo provato tre motori diversi, due alberi motore e varie cose. Ma perché, come ho detto prima, in quel caso la Yamaha non si è fermata a prendere Valentino Rossi, pensando che potesse risolvere tutto. Hanno anche modificato il reparto corse ed era un progetto più ampio che ha funzionato, perché abbiamo vinto quattro mondiali. E' stato quello che ha fatto la differenza oltre a prendere me".

Tra le altre cose, anche guardando all'anno prossimo, per ora non ci sono stati ancora contatti con la moto nuova, cosa che invece in passato accadeva addirittura in estate: "Una cosa preoccupante è che fino ad un certo punto, nei test di Brno era il momento in cui si provava la M1 dell'anno successivo. Da due anni a questa parte però non succede più. Dov'è la moto dell'anno prossimo? Boh! Bisogna che lo andare a chiedere ai giapponesi! Nei test purtroppo non abbiamo provato tante cose per l'anno prossimo".

Anche perché per il pesarese serve un passo avanti nel preve periodo, perché è ipotizzabile che a fine 2020 possa dire basta: "Sì, perché probabilmente dopo non sarà più un mio problema. La cosa che mi dispiace è che sono almeno dieci volte che sto parlando di queste cose insieme a voi. Con quelli della Yamaha lo avrò già fatto almeno trenta volte".

Infine, Valentino ha commentato anche le scaramucce tra i futuri compagni di squadra Jorge Lorenzo e Marc Marquez, con il ducatista che oggi ha accusato il #93 per la sua caduta, invocandone anche le scuse: "L'anno prossimo, che saranno compagni di squadra, dovranno gestire la situazione. Ma quello è normale, quando hai due piloti così forti insieme, ci sono sempre dei rapporti da gestire e non è facile. Ma è il prezzo da pagare se vuoi due piloti al top".

Informazioni aggiuntive di Oriol Puigdemont

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