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Test Sepang: Yamaha e Ducati in evidenza, Honda si nasconde?

Analizziamo costruttore per costruttore come sono andati i primi test collettivi della MotoGP 2017 sul tracciato malese: la Yamaha sembra il riferimento e la Ducati è cresciuta. La Honda per ora sembra la più grande incognita.

Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Lo scorso anno la MotoGP ha cambiato tanto a livello tecnico, con l'introduzione del software unico della centralina Magneti Marelli ed il ritorno delle gomme Michelin. Se quest'anno a livello regolamentare non ci sono stati ribaltoni, fatta eccezione per il divieto di montare ali (ma le squadre stanno già trovando il modo di aggirarlo), è stato il mercato piloti ad accendere la fantasia dei tifosi, con su tutti il passaggio di Jorge Lorenzo alla Ducati e quello di Maverick Vinales alla Yamaha.

Il primo test della stagione, che si è concluso ieri sul tracciato malese di Sepang, ha dato un primo spunto su quelli che potrebbero essere i valori in pista in questo 2017. Andiamo ad analizzarli insieme, costruttore per costruttore.

Yamaha: *****

Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing

Photo by: Gold and Goose Photography

La M1 è cresciuta molto e Vinales è già una certezza

La Casa di Iwata è reduce da una stagione in cui non è riuscita a sviluppare come avrebbe voluto la sua M1 e quindi era un po' attesa al varco da tutti, anche perché dopo tanti anni è partito Jorge Lorenzo e al suo posto è arrivato un giovane di belle speranze come Maverick Vinales.

Le risposte arrivate in Malesia sono state positive, perché sia allo spagnolo che a Valentino Rossi piace il nuovo telaio. Si lavora sempre per migliorare il passo di gara negli ultimi dieci giri, che l'anno scorso era stato il tallone d'achille della M1 ed è per questo che entrambi hanno girato molto con gomme usate.

Non bisogna dimenticare poi che i giapponesi sono stati i primi a sperimentare in pista un nuovo concetto volto a sopperire l'assenza delle alette, montando una doppia carena che le incorpora al suo interno. Un concetto che sembra destinato a fare scuola.

Il motore, che aveva deluso il "Dottore" nella prima uscita di Valencia, sembra essere cresciuto. Anzi, usando proprio le parole del pesarese, tutto quello che è stato provato a Sepang, si è rivelato migliorativo.

E il cronometro sembra confermare la cosa, visto che Vinales è stato il più veloce dell'intera tre giorni, dimostrando di essere già pronto a lottare per il bersaglio grande. Ma anche Valentino non è affatto lontano, avendo chiuso a solo un paio di decimi dal nuovo compagno di squadra.

Sempre per citare Rossi, ora non bisogna fare l'errore di confondere per oro tutto quello che luccica, e infatti prima di dare un giudizio definitivo il 9 volte iridato vuole vedere come andrà la moto a Sepang. Del resto, un anno fa di questi tempi la Yamaha pareva imbattibile, ma poi sappiamo tutti com'è andata a finire...

Ducati: ****

Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose Photography

Cresce l'ottimismo e Lorenzo si adatta rapidamente

L'inizio della tre giorni malese ha avuto due facce per la Ducati: da una parte c'era l'entusiasmo per aver piazzato ai primi due posti il collaudatore Casey Stoner ed Andrea Dovizioso, ma dall'altra il timore nel vedere uno Jorge Lorenzo in grande difficoltà a prendere le misure alla Desmosedici GP.

Con il passare dei giorni però le prestazioni della moto sono rimaste interessanti, con "Desmodovi" alla fine terzo a poco meno di due decimi, nel frattempo anche il maiorchino ha iniziato a trovare il modo di guidare in maniera redditizia la Rossa (gli richiede un modo di affrontare la staccata completamente diverso rispetto alla Yamaha a cui era abituato), migliorandosi di circa un secondo e mezzo ed arrivando a quattro decimi dai migliori.

Ieri infatti il tre volte campione del mondo della MotoGP si è sbilanciato parecchio, dicendo che questa moto ha già il potenziale per vincere e facendo sostanzialmente eco ad uno Stoner che martedì invece parlava della possibilità di lottare per il Mondiale. Oltre ad avere sempre nel motore il suo punto di forza, la moto di Borgo Panigale sembra finalmente iniziare anche a “girare” di più.

Anche da Gigi Dall'Igna ci si aspettava qualcosa di fantasioso per sopperire all'assenza delle alette e il tecnico veneto non ha deluso le aspettative: sotto al codone della Desmosedici GP è apparsa una scatola misteriosa, che ha fatto parlare tantissimo fin dalle giornate di test riservate ai collaudatori. Peccato che non se ne sia ancora capita la funzione precisa però. Per vedere la veste aerodinamica definitiva invece bisognerà ancora attendere.

Suzuki: ***

Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP

Photo by: Suzuki MotoGP

Primo test oltre le aspettative, serve uno step di elettronica

Chi pensava che la magia potesse finire con la partenza di Maverick Vinales sarà rimasto sorpreso. La GSX-RR si è dimostrata veloce anche sotto al sedere di Andrea Iannone, autore del secondo tempo assoluto della tre giorni malese (ottenuto però martedì) a circa un decimo dallo spagnolo da cui ha ereditato la sella della Suzuki.

Il pilota di Vasto non ha avuto problemi a parlare di un test andato oltre alle aspettative, sottolineando di essere molto soddisfatto del telaio e che se va fatto un passo avanti, quello deve essere cercato a livello di elettronica. Ma non è una novità, visto che anche lo scorso anno Vinales ed Espargaro si lamentavano principalmente di quella.

Nell'ultima giornata poi Iannone ha perso parecchie posizioni, rimanendo fuori dalla top ten. Questo però è stato frutto di due scivolate, ma soprattutto del lavoro svolto in ottica gara. Il passo mostrato è parso interessante, anche se l'abruzzese ci va molto cauto con i giudizi in tal senso, sottolineando che poi in gara è tutto diverso.

La giornata conclusiva invece è stata positiva sull'altro lato del box, perché l'esordiente Alex Rins è riuscito a fare un bel passo avanti, risalendo fino alla 12esima posizione e piazzandosi a pochi millesimi dal compagno (nel computo però della giornata, nella cumulativa paga circa sei decimi). Lo spagnolo, memore anche della caduta di Valencia che gli era costata un lungo stop, ha dato la sensazione di volersi approcciare in maniera prudente alla GSX-RR e alla lunga sembra aver dato i suoi frutti.

Honda: ***

Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose Photography

Il motore nuovo non convince o la HRC si sta nascondendo?

Visto il risultato finale, metterla al quarto posto del nostro ranking potrebbe sembrare un po' ingeneroso, ma la sensazione è quella di un film che si ripete. Proprio come un anno fa, la Honda è arrivata in Malesia con un pacchetto che sembra racchiudere un grande potenziale, che però necessita tanto lavoro per essere sprigionato.

Alla fine Marc Marquez e Dani Pedrosa ci hanno messo una pezza, risalendo al secondo ed al quarto posto nella giornata conclusiva (la terza e la quinta nella cumulativa), dopo averne passata praticamente una intera a testa dentro al box ad osservare i tecnici della HRC alle prese con alcune noie di elettronica. Come ha spiegato chiaramente il campione del mondo, il nuovo propulsore non sembra sposarsi bene con le mappe precedenti.

Per quanto riguarda il motore nuovo, Marquez ha evidenziato un problema legato alla coppia, che arriva in maniera troppo brusca, rendendo instabile la moto in uscita di curva e danneggiando l'accelerazione. Rispetto ad un anno fa però ha sottolineato l'importanza di essere riusciti ad individuare subito la natura dei guai rispetto alla RC213V, che lascia quindi la speranza di riuscire a risolverli prima. Tra le altre cose, anche Cal Crutchlow si è offerto di dare una mano per velocizzare il processo.

Secondo alcuni – tra questi soprattutto Valentino Rossi - in casa Honda però probabilmente si stanno anche nascondendo. E in ogni caso il #93 non va mai sottovalutato, perché lo scorso anno ha già dimostrato cosa è in grado di fare anche senza disporre della moto migliore del lotto. E questo lo sanno bene anche i suoi avversari.

Aprilia: ***

Aleix Espargaro, Aprilia Racing Team Gresini
Aleix Espargaro, Aprilia Racing Team Gresini

Photo by: Gold and Goose Photography

La RS-GP si avvicina ai migliori, ma c'è ancora tanto lavoro

A Sepang ha esordito la versione 2017 della RS-GP, che è stata affidata alle cure di Aleix Espargaro. Per il momento non se ne parla di stare nella top ten, ma lo spagnolo ha evidenziato progressi importanti rispetto alla prima presa di contatto con la moto 2016 avvenuta a Valencia e Jerez lo scorso novembre.

A quanto pare a Noale sono riusciti a realizzare un motore più prestazionale, senza intaccare le buone doti di ciclistica della RS-GP. Secondo Aleix però c'è da lavorare per migliorare l'erogazione della potenza, perché non è lineare e in questo modo genera qualche movimento di troppo in uscita di curva. Ma questo ci sta tutto, visto che si trattava solamente della prima uscita.

Il cronometro poi ha dato ragione a Romano Albesiano ed ai suoi uomini, perché Espargaro ha chiuso la tre giorni malese ad appena sette decimi dal miglior tempo di Vinales. Inoltre una scivolata ha interrotto la sua simulazione di gara dopo appena 13 giri, ma le simulazioni parlano di un ritardo sulla distanza di gara che sarebbe stato di appena 12” rispetto ai migliori. Quindi un passo avanti importante rispetto ad un anno fa.

Sembra ancora presto invece per giudicare Sam Lowes, che ha lavorato ancora con la moto dell'anno scorso: nel novembre 2016 il britannico si era infortunato nella prima giornata di test di Valencia, quindi attraversa ancora una fase di vero e proprio apprendistato. L'essere riuscito a migliorarsi di quasi 2” tra lunedì e mercoledì potrà essergli sicuramente di stimolo.

KTM: **

Pol Espargaro, Red Bull KTM Factory Racing
Pol Espargaro, Red Bull KTM Factory Racing

Photo by: Gold and Goose Photography

Ci si aspettava qualcosa in più, ma gli va dato tempo

L'entusiasmo con cui la Casa austriaca si era approcciata a questa nuova avventura aveva fatto immaginare a tutti che la RC16 si potesse presentare subito competitiva. Per il momento però Pol Espargaro e Bradley Smith hanno faticato parecchio e lo dimostra il distacco di circa un paio di secondi rimediato alla fine della tre giorni malesi.

Anche loro devono adattarsi ad una filosofia di moto completamente differente, perché dotata di telaio tubolare, ma ieri il britannico è parso sollevato spiegando che probabilmente l'ultima versione provata è quella giusta su cui iniziare seriamente a sviluppare la moto.

Va anche detto che per entrambi i piloti si tratta della prima volta in cui vengono coinvolti in prima persona nello sviluppo della moto, visto che in Tech 3 a loro arrivavano le novità che erano già state approvate da Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, spesso con un certo ritardo. Possono contare però sull'esperienza di tecnici di esperienza come Mike Leitner, che sicuramente sapranno aiutarli in questo compito.

Anche in questo caso va detto che forse è meglio attendere almeno la conclusione dei test invernali per fare un bilancio, perché è ancora tutto molto nuovo. Però probabilmente ci si attendeva qualcosina in più rispetto a quanto visto a Sepang.

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