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Intervista

Taramasso: "Potrebbero bastare due mescole al posteriore"

Il responsabile dell'azienda francese ha fatto il punto in vista della ripartenza della MotoGP, spiegando di non essere preoccupato anche perché la nuova gomma posteriore ha una finestra di utilizzo molto più ampia, che potrebbe coprire l'intero range di temperature solo con due mescole, anche se ce ne saranno sempre tre.

Piero Taramasso, Michelin

Foto di: Michelin Sport

La pandemia del Coronavirus continua a ritardare la partenza della stagione 2020 per la MotoGP. Al momento non ci sono ancora certezze su quando finalmente si potranno riaccendere i motori, anche se la speranza è che si possa tornare in pista ad agosto.

I contatti tra squadre, Dorna e FIM sono continui, anche perché è fondamentale che tutti si facciano trovare pronti quando finalmente ci sarà la luce verde. Discorso che vale anche per la Michelin, fornitore unico di pneumatici della classe regina. Il responsabile moto Piero Taramasso ha fatto il punto della situazione con Motorsport.com, assicurando che l'azienda francese non avrà difficoltà ad affrontare qualsiasi genere di scenario. Anzi, che le nuove soluzioni introdotte quest'anno le daranno anche una bella mano da questo punto di vista.

Com'è la situazione legata al Coronavirus in Francia?
"Sembra che le cose vadano un pochino meglio, ma il governo resta molto cauto, quindi l'isolamento terminerà solamente dall'11 maggio, anche perché nel mezzo ci sono un paio di ponti e temono che possano essere deleteri, quindi è stato deciso di aspettare. Comunque la zona di Clermond-Ferrand è stata tra quelle meno toccate dal virus, fortunatamente".

Gli stabilimenti della Michelin quindi sono chiusi per il momento?
"Sì, anche se c'è una parte dei miei ragazzi che sta realizzando mascherine. Michelin ha riconvertito alcune zone della fabbrica e sta producendo delle mascherine da distribuire ai dipendenti, ma anche dottori, infermieri, polizia e pompieri. La speranza è di riaprire a metà maggio, dopo che l'11 inizierà la fase 2, partendo con una produzione ridotta che possa essere aumentata con il passare del tempo ed in funzione della domanda".

Riaprendo a metà maggio, se la stagione della MotoGP ripartirà effettivamente ad agosto, non dovreste avere particolari problemi...
"C'è stata un po' di speculazione sulla possibilità che non avessimo le gomme pronte. Forse è stato mal interpretato quello che ho detto o magari mi sono spiegato male, ma non avremo problemi a fornire le gomme per la ripartenza perché abbiamo già parecchi stock pronti. Poi è chiaro che dipenderà anche dal circuito su cui si inizierà, perché potrebbe esserci il bisogno di produrre una o due specifiche per adattarsi alle caratteristiche ed al clima, ma non avremo problemi".

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Di quanto margine di tempo avete bisogno per farvi trovare pronti in base alla pista su cui si andrà a correre?
"Direi circa quattro settimane prima. Però noi siamo abbastanza reattivi, quindi credo che potremmo farcela anche in tre settimane. Diciamo che se ce ne fossero quattro avremmo modo di lavorare con tranquillità. Poi dipende anche da quante specifiche devono essere realizzate, perché se si tratta di una sola, ci possiamo riuscire anche in una settimana. Per fare un esempio, tra i test in Qatar e la gara di Losail riusciamo a produrre una specifica di gomme se vediamo che serve in base ai dati raccolti. Ci faremo trovare pronti, anche perché in questa fase stiamo lavorando proprio sulla ripartenza, per cercare di essere il più reattivi possibile. Inoltre siamo in contatto costante con la Dorna e con i team, quindi sono certo che avremo le informazioni nei tempi giusti".

Molto probabilmente si andrà a correre su certi circuiti in un periodo dell'anno differente da quello che era stato pianificato e quindi trovando un clima diverso. Questo vi obbligherà a modificare le allocazioni che avevate previsto?
"Se c'è una grande differenza di temperatura, quindi almeno una decina di gradi sull'asfalto, credo che sia inevitabile cambiare almeno una delle specifiche. Penso soprattutto alla dura, che è quella pensata per le condizioni di caldo estremo. Se dove ci aspettavamo di avere oltre 40 gradi sull'asfalto ne avremo solo una trentina o meno, bisognerà muoversi di conseguenza. Il vantaggio che abbiamo quest'anno, però, è che al posteriore abbiamo introdotto una nuova costruzione che ha ampliato molto il range di funzionamento della gomma, che ci permette di coprire una finestra di temperatura piuttosto ampia. Credo che ora ci basterebbero anche solo due specifiche per coprire l'intero range di temperature che prima riuscivamo a coprire solo con tre. L'anno scorso solamente una parte delle gomme posteriori era realizzata con questa tecnologia, ma nel 2020 saranno tutte così".

Parlando proprio di questa nuova costruzione, vi aspettavate che le moto con un 4 cilindri a V facessero più fatica ad adattarsi rispetto a quelle con un 4 cilindri in linea come è parso dai test?
"Onestamente, non me l'aspettavo, perché in tutti i test che avevamo fatto nel 2019 avevamo avuto indicazioni positive con tutte le moto. Non avevamo visto nessuna moto o nessun pilota soffrirla in particolar modo. Sono cose che poi sono emerse quest'anno, nei test di Sepang ed in Qatar, ma penso che sia più un problema di adattamento e non che sia una gomma più adatta ad una tipologia di moto che ad un'altra. E' solo questione di riuscire ad estrane il meglio ed il più velocemente possibile. Di solito, quando c'è una gomma che offre più grip, alla fine tutti riescono a trovare dei vantaggi: alcuni lo possono trovare nella percorrenza di curva, altri magari in trazione, quando devi raddrizzare la moto e scaricare la potenza a terra. Ma quando capiranno come sfruttarla, tutti ne avranno un vantaggio".

FIM, Dorna e costruttori hanno concordato di congelare lo sviluppo di motori ed aerodinamica fino al 2021. Voi avevate in cantiere una nuova gomma anteriore per il 2021, sarete costretti a rinviare il suo arrivo?
"Noi non ci fermeremo, perché lo sviluppo è già in una fase piuttosto avanzata. Nel 2020, però, avremo poche possibilità di fare dei test, quindi sicuramente non la introdurremo nel 2021. Il prossimo anno porteremo avanti i test con questa gomma per introdurla poi nel 2022. Noi comunque non congeleremo lo sviluppo: continueremo a lavorare, ma sarà solo ritardato proprio perché non possiamo fare i test. Le gomme anteriori sono più difficili da validare, perché è fondamentale il feeling del pilota e questo può cambiare in base alla moto ed al circuito. Per questo richiede test più approfonditi rispetto ad una gomma posteriore e a questo punto è inevitabile far slittare tutto di un anno. Lo sviluppo comunque non si ferma. Anzi, stiamo approfittando di questa fase di stop per lavorare su materiali green da introdurre sia per la MotoGP che per la MotoE. Durante la stagione non è possibile, perché il lavoro è molto frenetico tra gare e test. Diciamo quindi che questa pausa ha offerto anche un'opportunità ai nostri ricercatori".

Escluso il discorso della gomma anteriore, nel lavoro quotidiano quanto vi penalizzerà la quasi certa assenza di test in questa stagione?
"Quando non corri e non fai test, logicamente hai sempre meno dati a disposizione, quindi hai meno certezze quando si tratta di trarre delle conclusioni. Però ora abbiamo alle spalle diverse stagioni ed abbiamo avuto modo di fare parecchi test nel corso di questi anni. La nuova gomma posteriore sappiamo che è a posto, quindi diciamo che è un momento di calma che non ci penalizza più di tanto. E' logico che dico così perché nella mia testa la stagione inizierà ad agosto, quindi mi immagino che dovremo affrontare una pausa di 3-4 mesi massimo".

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Ezpeleta ha parlato, come scenario peggiore, della possibilità che la stagione possa saltare completamente. Che ripercussioni potrebbe avere per la Michelin una situazione di questo tipo?
"Ovviamente ci dispiacerebbe, ma se Carmelo ed i governi dovessero ritenere che non si potesse correre, potremmo solo essere d'accordo con loro, perché ovviamente la salute dei nostri dipendenti e di tutte le persone che lavorano in MotoGP viene prima di tutto. Se non potremo correre, non vedo problemi dal punto di vista tecnico. Semmai, sarebbe un guaio da quello del personale, perché abbiamo tante persone che lavorano nel motorsport, non solo in MotoGP, e dovremmo trovare un modo per impiegarle in altri settori. Abbiamo comunque la fortuna che Michelin è una grande azienda, quindi avremmo sicuramente modo di trovargli una collocazione nel ramo prodotto fino a quando non ripartiranno le corse".

Quando si potrà ripartire, le gare saranno quasi certamente a porte chiuse, inoltre Dorna e IRTA hanno chiesto ai team di ridurre il più possibile il personale in pista. Anche a voi è stato chiesto uno sforzo di questo tipo?
"Anche a noi è stato chiesto di ridurre la squadra corse, ma capiamo la problematica e quindi ci adatteremo, portando in pista solo il personale minimo necessario per assicurare il regolare svolgimento delle gare. Ho già mandato la lista e ci siamo ridotti da 30-32 persone a solo 20. Verranno in pista solo i tecnici e i ragazzi che montano le gomme, oltre ad una persona del reparto ricerca e sviluppo. Quindi sì, sarà una riduzione importante".

Tra le possibilità di cui si parla c'è anche quella, almeno nella prima fase, di non consentire l'accesso al paddock ai media. Tu cosa ne pensi?
"Chiaramente sarebbe un peccato, ma la situazione è grave e se queste sono le condizioni per ricominciare, ci dobbiamo provare. Fare le cose diversamente sarebbe ancora più complicato, quindi almeno per ripartire sono d'accordo, ma non penso che sia una cosa destinata a durare per tutte le gare del 2020. O almeno spero di no, perché vorrebbe dire che la situazione è in costante miglioramento. In questo momento però la cosa più importante è ripartire. Una volta che avremo ricominciato e che la situazione inizierà a tornare alla normalità, credo che andrà tutto nella direzione del buonsenso".

Tra le opzioni c'è anche quella di individuare 4 o 5 circuiti "sicuri" e magari fare due gare ad una settimana di distanza su ciascuno di questi...
"Penso che questa sarebbe proprio l'ultima opzione, però se non si può fare altrimenti per noi va bene. Vogliamo appoggiare le posizioni che prenderanno i governi, la Dorna e la FIM".

Se si dovessero fare due gare sulla stessa pista in due weekend consecutivi, sareste in grado di cambiare almeno una delle mescole dell'allocazione se necessario?
"Se fossimo tornati ad una condizione di normalità, con tutti gli operai al lavoro a tempo pieno, sarebbe fattibile".

La stagione si potrebbe anche dilungare fino a gennaio 2021. Per voi questo potrebbe essere un problema?
"No, per noi non è un problema continuare fino a fine dicembre o addirittura a gennaio. Poi è chiaro che per correre a dicembre e gennaio bisognerà scegliere dei circuiti su cui le condizioni meteorologiche siano accettabili, permettendo alle moto ed alle gomme di rendere in maniera ottimale. L'ideale sarebbe correre fino ad ottobre in Europa, poi proseguire a novembre, dicembre ed eventualmente gennaio in qualche paese caldo, quindi in Asia o in America, ma so che stanno lavorando in quella direzione. E' logico che poi è tutto legato alle limitazioni di viaggio, ma questo sarebbe lo scenario ideale per tutti".

In questo momento si parla tanto di MotoGP, Moto2 e Moto3, meno della MotoE. Michelin è il fornitore unico di gomme quindi immagino abbiate indicazioni in questo senso...
"Noi siamo in contatto costante con Nicolas Goubert, inoltre a marzo siamo riusciti a fare i test a Jerez prima del lockdown generale. La MotoE comunque è nella stessa barca delle altre categorie. Se si riusciranno a fare le gare a porte chiuse, sarà lì anche la MotoE, a sua volta con personale ridotto. Dalle informazioni che abbiamo noi, ci sarà. Poi è anche vero che non è presente su tutte le piste del calendario, quindi bisognerà anche vedere se si andrà su quelle che sono più adatte. Io comunque credo che si farà. Per noi poi è tutto molto più semplice in MotoE, perché abbiamo solo due tipi di gomma e quindi potremo scegliere quella che riteniamo più adatta in base al tipo di circuito e alle condizioni climatiche".

Michelin Technical Team
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Piero Taramasso, Manager Two-Wheel Michelin Motorsport
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Un dipendente Michelin al lavoro
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Piero Taramasso, Michelin
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