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Taramasso: "Flag to flag gestibile se non piove forte"

Il responsabile della Michelin ha commentato le difficoltà legate alle basse temperature ed al meteo variabile di Le Mans, ma ha anche introdotto le specifiche di gomme che l'azienda francese porterà questo fine settimana al Mugello.

Piero Taramasso, Michelin

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

La Michelin è uscita promossa anche dal battesimo della pioggia per la MotoGP 2021. A Le Mans abbiamo visto la prima gara disputata sul bagnato in questa stagione, con il ritorno del "flag to flag" dopo diversi anni d'assenza. Ma in Francia le condizioni sono state critiche per tutto il weekend, non solo a causa della pioggia, ma anche delle temperature molto rigide.

Un quadro che ha esaltato la sensibilità di Jack Miller, che è andato a prendersi la sua seconda vittoria consecutiva al termine di una gara divertente e ricca di colpi di scena, nella quale comunque le coperture francesi si sono comportate di bene. Di questo, ma anche dell'avvicinamento alla prossima tappa, quella del Mugello, abbiamo parlato con Piero Taramasso, responsabile della Michelin in MotoGP.

"Quello di Le Mans non è stato un weekend facile. Quando le condizioni cambiano così tanto e così spesso è sempre difficile lavorare, perché rende complicato mettere a punto le moto. Ha sempre fatto freddo, sia a livello di temperatura dell'aria che dell'asfalto, quindi a livello di gomme slick si potevano utilizzare praticamente solo le soft. Sul bagnato invece si sono comportate bene sia le soft che le medie" ha detto Taramasso a Motorsport.com.

"Il problema è che in queste condizioni, se piove, hai bisogno di assetti abbastanza aggressivi per mettere le gomme in temperatura, ma è una situazione che non piace troppo ai team, perché sanno che se poi la pista inizia ad asciugare possono rischiare di non riuscire a portare in fondo gli pneumatici. Bisogna sempre trovare un compromesso e quando il meteo cambia così rapidamente non è facile", ha aggiunto.

Le vostre soluzioni però si sono adattate bene a queste condizioni, perché sul podio sono saliti tre piloti che hanno fatto scelte differenti...
"La gara è stata bella e le gomme rain hanno funzionato a dovere. Abbiamo visto scelte differenti tra la soft e la media. Logicamente, una era meglio all'inizio della gara, mentre l'altra garantiva un rendimento più costante alla distanza. E comunque le scelte non sono state determinanti, perché sul podio avevamo tre piloti che avevano optato per soluzioni diverse. Si trattava in ogni caso di buone opzioni, che andavano solamente gestite con delle strategie differenti".

Dopo la gara, diversi piloti hanno parlato della pericolosità del "flag to flag" ed in particolare del giro e mezzo che bisogna fare con le slick sul bagnato. Tu cosa ne pensi?
"Diciamo che questa è una cosa che riguarda più la Dorna e la FIM, ma è chiaro che quel giro e mezzo è complicato. Per me è gestibile se non piove forte. Se l'asfalto è solo umido e non ci sono pozze d'acqua, le slick funzionano. Se la mescola è già calda, riesci ad avere del grip anche in queste condizioni. E' logico che se la quantità d'acqua inizia a diventare importante, con le slick può diventare pericoloso. Poi dipende tanto anche dalla posizione in cui si trova il pilota quando comincia a piovere".

Dopo la FP2, Pecco Bagnaia si era lamentato di non essere riuscito a far funzionare una gomma soft nuova, avete riscontrato qualcosa di anomalo?
"Di specifico non abbiamo trovato niente, ma durante tutto il weekend abbiamo visto che tanti piloti hanno avuto problemi a portare le gomme in temperatura. In quelle condizioni la soglia tra farle funzionare o meno era molto piccola. Non è facile, ma quando c'è così freddo devi spingere appena entri in pista per far salire la temperatura, anche perché la termocoperta è a 90 gradi, ma la gomma lavora un po' più in alto. Ma sono stati in diversi che hanno avuto questo tipo di problema nel fine settimana".

In questo senso, i piloti si sono lamentati di dover tenere il pit limiter troppo a lungo in uscita dai box. Poteva essere effettivamente un problema?
"Quello è vero. Se la pista è fredda e devi stare tanto a lungo a bassa velocità perdi temperatura sugli pneumatici. Si possono perdere tranquillamente anche 15 gradi e a quel punto dover provare a spingere subito diventa ancora più complicato. Solo che se perdi ancora qualche grado, poi diventa molto difficile riuscire a farli funzionare".

Abbiamo visto tante cadute alla curva 13, ma in un certo senso erano quasi attese in queste condizioni...
"Ogni pista ha i suoi punti delicati: a Valencia c'è la curva 6, al Sachsenring la curva 11, e a Le Mans è da sempre la curva 3. Abbiamo visto parecchie cadute, perché è un punto che i piloti devono gestire con particolare cura. In queste condizioni basta fare un giro un po' più lento e, se la gomma non è abbastanza calda, quando arrivi in quel punto è un attimo cadere. Non bisogna dimenticare che è in banking negativo e che è la prima curva a sinistra dopo tante a destra".

Per venire incontro ai piloti e ritardare l'inizio dei Warm-Up, la gara della MotoE è stata posticipata a dopo la MotoGP. Eri d'accordo?
"Penso che sia stata una buona decisione, ma da quello che ho capito da qui a fine stagione la MotoE sarà sempre programmata dopo la MotoGP alla domenica, proprio per evitare di mandare in pista i piloti troppo presto, ma avere anche del margine nel caso in cui dovessero esserci dei ritardi con il programma. Parlando sempre di MotoE, vorrei aggiungere che nelle condizioni proibitive di Le Mans abbiamo avuto la conferma che il lavoro che abbiamo fatto per migliorare il warm-up delle gomme sta dando i frutti sperati, perché i feedback dei piloti sono stati positivi sia all'anteriore che al posteriore".

Archiviamo Le Mans e cominciamo a pensare alla prossima gara: come vi siete preparati per il Mugello?
"Ci fa piacere tornare al Mugello dopo un anno d'assenza. E' un circuito esigente sia per le gomme anteriori che per le gomme posteriori per la sua configurazione saliscendi ed è la prima volta che utilizzeremo in gara la nuova carcassa introdotta l'anno scorso, sulla quale comunque abbiamo già raccolto qualche indicazione nei test che sono stati fatti lì. Due anni fa la scelta più utilizzata in gara era stata una coppia di gomme medie, quindi abbiamo confermato questa mescola sia all'anteriore che al posteriore".

Per il resto invece che tipo di scelte avete fatto per l'anteriore?
"Anche la soft è la stessa del 2019, mentre abbiamo indurito la dura, perché quella che avevamo portato in precedenza non dava abbastanza sostegno e tendeva a surriscaldarsi se la moto rimaneva troppo in scia. Quella introdotta comunque è una mescola hard che utilizziamo da diverse stagione, che quindi i piloti conoscono molto bene".

E per il posteriore?
"La soft che porteremo quest'anno è un pelino più rigida, perché quella che avevamo proposto all'epoca aveva parecchia usura, specialmente sul lato destro. In questo modo speriamo che possa essere un po' più costante. Per quanto riguarda la dura, siamo rimasti sullo stesso centraggio di rigidità, ma si tratta di una mescola adatta a temperature un pochino più basse. Quella del 2019 era pensata per un asfalto da oltre 40 gradi, ora invece dovrebbe avere un range più ampio".

Quindi immagino che vi aspettate delle temperature più basse...
"Per venerdì e sabato si parla di temperature minime di 11 gradi e massime di 24, con il cielo che dovrebbe essere un po' velato dalle nuvole. Per domenica invece abbiamo anche delle probabilità di pioggia. Se non altro, se dovesse piovere, le temperature saranno decisamente più normali rispetto a quelle che abbiamo trovato a Le Mans. In caso di bagnato, noi proporremo le nostre gomme rain standard, quindi le soft e le medie. Sappiamo già che con il bagnato il grip non è eccezionale al Mugello, perché si possono formare anche dei rigagnoli che attraversano la pista vista la conformazione saliscendi, ma anche che l'asfalto può asciugarsi molto rapidamente".

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