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Taramasso: "Ad Austin c'è l'incognita del nuovo asfalto"

Il responsabile della Michelin ha spiegato quali sono le insidie da affrontare tornando in Texas dopo due anni, con un nuovo asfalto che sarà una novità per tutti. Inoltre ha tracciato un bilancio più che positivo del Gran Premio di San Marino e dei successivi test disputati a Misano.

Piero Taramasso, Michelin

Piero Taramasso, Michelin

Michelin Sport

Archiviato il weekend di Misano con ottime indicazioni, come la best pole ed il nuovo record sul giro in gara, per la Michelin è già arrivato il momento di rivolgere l'attenzione al prossimo appuntamento della MotoGP, quello di Austin. La classe regina torna in Texas dopo aver saltato la trasferta al Circuit of the Americas nel 2020 a causa delle restrizioni legate alla pandemia.

Il compito che attende l'azienda francese quindi non sarà semplice, visto che da allora sono state apportate delle modifiche all'asfalto, ma lo scorso anno è stata introdotta anche la nuova carcassa posteriore, che quindi farà il suo esordio negli States questo fine settimana. Abbiamo discusso di tutte queste incognite con Piero Taramasso, responsabile moto della Michelin, che è partito però da un'analisi di quanto accaduto due settimane fa nel Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini.

"Già ad Aragon era andata bene, c'era stata solo una frase di Quartararo che era stata mal interpretata, perché poi Fabio ha chiarito che c'era stato un errore della squadra con le pressioni. Poi quello di Misano è stato un buon weekend, perché le gomme hanno mostrato una buona costanza, che è il nostro obiettivo di questa stagione, e siamo stati anche in grado di fare dei record. I tempi sono stati veloci e costanti per tutta la gara. Soprattutto Bagnaia, che ha vinto, ha fatto un capolavoro, girando dall'inizio alla fine in 1'32" e facendo 1'32"5 all'ultimo giro, con una gomma praticamente finita", ha detto Taramasso.

Quella di Pecco è stata una grande gestione della gomma posteriore soft...
"Sapevamo fin dall'inizio che la gomma soft sarebbe stata da gestire in maniera delicata sul lato sinistro. Bisognava lavorare veramente bene sul bilanciamento della moto per poterla mantenere competitiva fino alla fine della gara. Ma anche la media si è comportata molto bene, con Quartararo che è stato protagonista di un grande finale di gara. Comunque era nelle previsioni che la soft avrebbe avuto un vantaggio nei primi giri, ma che poi avrebbe dovuto essere gestita. Di contro, la media poteva avere qualcosa in più nella parte conclusiva. Anche queste scelte diverse dei primi due ci hanno permesso di vedere una bella gara fino all'ultimo giro".

Michelin Technical Team

Michelin Technical Team

Photo by: Michelin

Joan Mir invece ha detto di aver sbagliato la scelta della gomma anteriore, montando la media. Sei d'accordo con lui?
"Penso di sì, che la gomma dura sia la gomma che si è comportata meglio. A Misano ci sono tante staccate, quindi stai tanto in appoggio e la gomma anteriore lavora parecchio. I freni vanno usati abbastanza anche con la moto inclinata, quindi sappiamo che è una pista che sollecita parecchio la gomma anteriore. Nelle prime due stagioni, nel 2016 e nel 2017 portavamo addirittura delle soluzioni anteriori specifiche per Misano. Per questo penso che la dura fosse la scelta migliore. Per esempio, anche Jorge Martin aveva montato la media e ci ha detto che se potesse rifare la gara, allora sceglierebbe la dura".

A fine ottobre si tornerà a Misano per una seconda gara, nella quale potreste trovare temperature molto diverse: riproporrete le stesse mescole o farete altre valutazioni in base al clima?
"Le specifiche saranno le stesse, però abbiamo proposto di aumentare il numero di gomme soft presenti nell'allocazione. Invece che averne cinque di ogni mescola, potremmo portare sei soft e solo quattro dure. E' una soluzione che avevamo già adottato anche all'inizio dell'anno, a Portimao, ed aveva funzionato bene. L'unica difficoltà è che, trattandosi di una deroga al regolamento, ci vuole l'uninimità dei team factory per ottenere il via libera. A volte non riescono a mettersi tutti d'accordo, quindi aspettiamo di capire le risposte. Se non ci sarà il via libera per questa soluzione, l'allocazione sarà esattamente la stessa della prima gara, anche perché non possiamo andare più morbidi di così al posteriore, perché vorrebbe dire portare una gomma che poi non sarebbe in grado di reggere la distanza di gara".

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Dopo la gara ci sono stati anche due giorni di test: avete portato delle novità da provare?
"Di base, abbiamo dato alle squadre le stesse gomme del weekend per permettergli di fare delle comparazioni con le novità che portavano al test avendo dei buoni riferimenti. Però abbiamo portato anche una nuova gomma posteriore, che di fatto rappresenta solo un piccolo tuning della carcassa attuale. Non è una rivoluzione, è solo una piccola evoluzione volta a migliorare il warm-up della gomma nei primi due o tre giri, poi a livello di performance e di costanza dovrebbe essere uguale alla precedente. L'avevamo già proposta nei test in Qatar e in quelli che abbiamo fatto al lunedì dopo la gara di Barcellona, e i primi feedback sembrano abbastanza positivi. E' un'evoluzione che si potrebbe introdurre rapidamente, anche l'anno prossimo, ma serve il parere favorevole dei costruttori per farlo".

Tempo fa ci avevi parlato anche di una nuova gomma anteriore, ma a questo punto presumo che non se ne riparlerà prima del 2023...
"Sì, forse anche nel 2024. Abbiamo una buona base, che abbiamo già provato su alcuni circuiti con buoni risultati. Vorremmo che questa fosse una gomma meno sensibile allo stare in scia ad un'altra moto. Dopo la gara, ogni tanto capita di sentire qualche pilota che si lamenta perché stando vicino alla moto che lo precedeva la gomma anteriore si è surriscaldata o è salita troppo di pressione. Dunque, vorremmo introdurre qualcosa che possa mitigare questo effetto e stiamo ancora cercando di concepire questa cosa. Poi dovremo fare delle simulazioni e dei test, quindi ci vorrà un po' di tempo".

L'hospitality della Michelin, nel Paddock

L'hospitality della Michelin, nel Paddock

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Questo fine settimana si corre ad Austin: cosa ci puoi dire sul tracciato texano?
"L'ultima volta che siamo andati ad Austin è stato nel 2019 e non è mai un circuito facile, non perché sia un tracciato particolarmente esigente, ma perché abbiamo poca esperienza. In più quest'anno ci sarà per la prima volta la nuova costruzione posteriore, visto che in Texas non abbiamo corso nel 2020. Due anni fa c'erano molte buche e sappiamo che hanno rifatto l'asfalto in certe curve, in altre invece hanno fatto quella sorta di limatura che usano fare negli Stati Uniti. Dunque, non sappiamo troppo bene cosa aspettarci ed abbiamo diritto a portare quattro specifiche per il posteriore, non avendo avuto modo di provare queste modifiche in anticipo. Per l'anteriore invece ne abbiamo confermate tre".

Che tipo di scelte avete fatto per l'anteriore?
"Due soluzioni sono le stesse che avevamo già anche nel 2019, poi ne introduciamo una un po' più rigida, che però sappiamo che è anche in grado di fornire un buon grip, quindi pensiamo che questa gamma di soluzioni, tutte simmetriche, possa bastare per tutte le condizioni".

Per quanto riguarda il posteriore invece?
"Sul lato destro, che è quello meno sollecitato, saranno uguali alle tre specifiche che avevamo già portato nel 2019. Invece abbiamo fatto un piccolo tuning sul lato sinistro, perché probabilmente erano risultate un po' troppo morbide. Diciamo che abbiamo fatto un piccolo tuning, pensato anche in virtù del nuovo asfalto e del trattamento di limatura. Bene o male, però, possiamo dire di essere sulla stessa tipologia di mescole che avevamo nel 2019".

Austin è anche una di quelle piste su cui avete ancora dei record da strappare alla Bridgestone...
"Sì, abbiamo fatto quello della distanza di gara, nel 2019, ma non il record della pista, che è ancora del 2015. Il best lap in gara invece è addirittura del 2014. Quindi siamo contenti di tornare in Texas dopo due anni, con la speranza di portarci a casa questi due primati che ci mancano".

Prima del weekend di Misano avete annunciato il rinnovo come fornitore unico della MotoGP fino al 2026. Immagino che sia una notizia che ti ha reso felice...
"Siamo ovviamente contenti. Noi ci tenevamo, perché quella in MotoGP è stata fin qui una bella esperienza e vogliamo continuare a regalare un grande spettacolo. Anche se siamo in un regime di monogomma, la nostra idea è sempre quella di lasciare un po' di strategia ai piloti, e credo che questo renda le corse più interessanti. Ci piace vedere poi che tutti i costruttori ora sono in grado di lottare per il podio, perché non è facile realizzare delle gomme che si adattano bene a tutte le moto, ma ci siamo riusciti. Il nostro obiettivo è continuare con questa filosofia e a sviluppare i nostri pneumatici, anche se ora è tutto un po' rallentato a causa della pandemia del COVID-19. Anche perché quando miglioriamo cose come la performance, il grip, la durata e il warm-up, è tutta esperienza che possiamo trasferire sui nostri prodotti stradali. L'obiettivo sarà sempre questo fino al 2026".

Piero Taramasso

Piero Taramasso

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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