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Taramasso: "Accetto critiche obiettive, non chi spara a zero"

Il responsabile della Michelin ha respinto con forza le critiche ricevute in Qatar, sottolineando che le performance sono state di alto livello e ritenendo quindi che non si possa imputare nulla alle gomme.

Piero Taramasso, Michelin

Piero Taramasso, Michelin

Gold and Goose / Motorsport Images

Terminata la lunga trasferta in Qatar, durata circa un mese tra test ed i primi due Gran Premi, la MotoGP si appresta a cominciare la fase europea del calendario, tornando a distanza di neanche cinque mesi a Portimao, pista che aveva concluso la stagione 2020. Dunque, squadre e piloti ora hanno dei riferimenti chiari da cui partire. Discorso che vale anche per la Michelin, che ha apportato delle piccole modifiche all'allocazione in base a quanto appreso lo scorso anno sul saliscendi dell'Algarve.

Prima di voltare pagina, però, Piero Taramasso si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa. Il responsabile della Michelin si è detto molto soddisfatto dei risultati raggiunti sul tracciato di Losail, ma ha anche aggiunto di non aver gradito per niente alcune critiche, spiegando a Motorsport.com perché le ritiene prive di alcun fondamento.

"Eravamo già contenti dopo il Gran Premio del Qatar ma, come avevamo già visto anche l'anno scorso, quando ci sono due gare sulla stessa pista, i piloti riescono a migliorare ulteriormente la messa a punto, il feeling e di solito sono sempre più veloci. Per questo ci aspettavamo di fare ancora meglio ed è stato così: la gara è stata circa quattro secondi più veloce, inoltre sono stati più costanti anche i tempi sul giro, quindi c'è stato pochissimo decadimento della performance", ha detto Taramasso.

"Senza dimenticare che i primi 15 erano racchiusi in nove secondi, con tutti i marchi molto vicini tra loro. Per noi è stata una buona corsa non solo per questi dati oggettivi, ma anche perché in Qatar ci sono delle condizioni difficili tra la notturna, il vento, la sabbia e l'umidità. Una bella performance che è stata un po' rovinate dalle critiche, che ho trovato eccessive".

Alcuni piloti in effetti hanno un po' calcato la mano. Questo vi ha fatto arrabbiare?
"Per me non è normale. Quando ci sono delle prestazioni del genere, non puoi criticare le gomme. Se sono giuste ed equilibrate, accetto le critiche, ma non quando sono campate per aria. Nel GP di Doha c'è stato un pilota che ci ha detto che c'era qualcosa che non andava con la gomma che aveva in gara. Poi siamo andati a vedere i tempi ed era andato più forte di una settimana prima, oltre ad aver fatto lo stesso tempo del compagno di squadra come giro veloce. In un caso così, è difficile tollerare le critiche. Un altro pilota ha detto che ogni volta che entrava in pista aveva delle sensazioni diverse sulle gomme, ma andando a controllare la telemetria abbiamo visto che praticamente non aveva fatto due giri alla stessa maniera: se tu solleciti le gomme in maniera diversa, è normale che questa risponda in modo differente. Io non pretendo che la Michelin venga elogiata, però se ci sono delle critiche devono essere obiettive, non si può solo sparare a zero in questo modo. Ci sono tanti piloti che all'ultimo giro sono riusciti a fare 1'55" basso, questo vuol dire che le performance erano buone".

In Qatar si è fatto tanto rumore anche riguardo alle gomme prescaldate. Cosa ci puoi dire a tal proposito?
"Si tratta di gomme che fanno parte della normale allocazione del weekend di gara. Sono le squadre che le scaldano, poi ce le ridanno indietro dopo averle tenute in termocoperta 6 o 7 ore. Noi a quel punto, sia per una questione ambientale che di costi, non possiamo smaltire delle gomme nuove, quindi quando viene riutilizzata la stessa mescola le rimettiamo in allocazione, indicando che si tratta di una gomma che era già stata scaldata e consigliando di utilizzarla magari in FP1 o in FP2. Di solito ne possono avere una, nel GP di Doha è capitato che ne avessero due perché avevamo già fatto due test ed un Gran Premio sulla stessa pista. Noi comunque come indicazione diciamo di scaldare solo le gomme che poi utilizzeranno, anche perché se dovessero cambiare idea e montare una gomma che non avevano previsto, basta un'ora in termocoperta, non ci deve stare tutto il giorno. E' questo che mi fa arrabbiare, che si lamentano anche se sanno perfettamente come funziona il sistema".

Ma c'è effettivamente un divario prestazionale con una gomma prescaldata?
"Ci sono stati piloti che sono riusciti a fare un tempo migliore con la gomma prescaldata, quindi non credo che ci sia un fattore performance. Noi abbiamo fatto tanti studi su questa cosa ed abbiamo visto che, fino a 24 ore nella termocoperta a 90 gradi, le proprietà della mescola non cambiano. Parliamo di gomme che funzionano a 130-140 gradi, quindi se le scaldi anche 10 ore a 90 gradi non succede niente. E' diventata più una psicosi che altro".

Archiviando il Qatar e cominciando a pensare al GP del Portogallo, sembra che possa esserci anche un'incognita pioggia...
"Le previsioni dicono che potrebbe piovere all'inizio del weekend, anche se sembra che siano in miglioramento. Poi anche le temperature potrebbero essere leggermente più basse rispetto a quelle di novembre, quando avevamo trovato più caldo del previsto".

Meteo a parte, com'è l'asfalto di Portimao?
"E' buono, offre un buon grip e non è particolarmente aggressivo, quindi penso che possa rappresentare un buon compromesso tra aderenza ed usura degli pneumatici".

Avete confermato le mescole del 2020 o introdurrete delle novità?
"L'anno scorso, trattandosi di un circuito nuovo per la MotoGP, avevamo portato quattro soluzioni all'anteriore e quattro al posteriore, per averne una di backup. Per quanto riguarda l'anteriore, abbiamo confermato tre di queste: la soft, la media e la versione asimmetrica della dura. Al posteriore invece abbiamo eliminato la soft dello scorso anno, perché era troppo morbida, quindi si muoveva troppo e si consumava troppo. Quella che nel 2020 era la media sarà utilizzata come soft e la vecchia dura sarà la media. Inoltre, in base ai dati che abbiamo raccolto, abbiamo realizzato una nuova dura. Dunque, abbiamo seguito la stessa filosofia che abbiamo avuto anche in Qatar, cercando più costanza di performance ed un minor decadimento delle gomme. Anche su altre piste elimineremo la soft del 2020, ed abbiamo visto che questa scelta ha pagato a Losail, perché abbiamo visto delle belle corse, con buoni tempi dall'inizio alla fine".

La nuova dura posteriore che introdurrete quest'anno in cosa si differenzia?
"E' un po' più dura sulla spalla destra, che è quella del senso di marcia. A Portimao però ci sono anche delle curve a sinistra in salita, che tendono a caricare abbastanza il posteriore, ed altre a destra in discesa che invece sono più critiche per l'anteriore. In ogni caso, dai dati che abbiamo raccolto l'anno scorso, ci sembra che la parte destra sia quella più sollecitata, anche se non è così evidente come su altri circuiti".

In Qatar avevi azzeccato le tue previsioni, quindi non possiamo non domandarti quali potrebbero essere le mescole più "gettonate"...
"Se dovessi fare una previsione adesso, direi la media, anche se dipenderà dalle temperature. E' la gomma che era stata utilizzata maggiormente in gara l'anno scorso (quando era la dura), quindi penso che la scelta prioritaria sulla carta resterà quella, perché è la più costante ed ha meno usura".

In caso di pioggia ci sono soluzioni particolari?
"No, si tratta delle rain standard, quindi la stessa tipologia che avevamo in Qatar. Abbiamo soft e media simmetrica all'anteriore, e soft e media asimmetrica al posteriore, con la spalla destra un po' più dura. Ma non sono gomme specifiche per questo circuito".

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