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Taramasso: "A Brno più critico l'asfalto che le Michelin"

Il responsabile della Michelin ha ammesso che quello di Brno non è stato un weekend semplice ed ha risposto ad alcune lamentele arrivate dai piloti nel weekend.

Piero Taramasso, Michelin

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Piero Taramasso non si nasconde. Il responsabile della Michelin ha ammesso che quello di Brno non è stato un weekend semplice per quanto riguarda gli pneumatici. Diversi piloti della MotoGP hanno puntato il dito contro l'azienda francese, che però ha risposto spiegando che ad innescare i problemi sono state soprattutto le pessime condizioni dell'asfalto del saliscendi ceco, che non viene rifatto da 12 anni e quindi si è presentato offrendo un grip quasi nullo e con più buche rispetto al passato.

"E' stata una corsa difficile, per prima cosa per le condizioni della pista. C'era davvero pochissimo grip, molto peggio del 2019. L'anno scorso però aveva piovuto abbastanza nel corso del weekend e quindi avevamo iniziato praticamente tutte le sessioni con l'asfalto umido, ed avevamo dato la colpa più a questo che non alla scarsa aderenza offerta dal fondo" ha spiegato Taramasso a Motorsport.com.

"Questo fine settimana invece ci siamo resi conto fin dal primo giorno che il grip era inesistente e che c'erano anche molte più buche rispetto al passato. A questo si è sommata anche la temperatura, perché comunque nel pomeriggio c'erano 50 gradi sull'asfalto, quindi la sensazione per i piloti era quasi come se stessero guidando su del cemento levigato".

Quindi le squadre erano state avvisate di quanto fosse importante preservare le gomme il più possibile?
"Con queste condizioni, abbiamo cominciato a dire fin dall'inizio alle squadre che la gestione degli pneumatici sarebbe stata la chiave, quindi che sarebbe stato fondamentale ridurre sia la temperatura che l'usura. Avevamo anche consigliato di togliere un po' di potenza, visto che quella tende a generare spinning. In questo caso quindi non credo che sia stata una questione di mescole, ma che abbiano fatto la differenza i team che sono riusciti a lavorare meglio in questa direzione, gestendo nel migliore dei modi la temperatura e l'usura delle gomme. Da questo punto di vista, per noi è positivo che sul podio ci siano state tre moto differenti: una KTM, una Yamaha e una Ducati, con una Suzuki quarta. Bene o male, tutti hanno trovato una soluzione, anche se non erano troppo soddisfatti".

Tra le varie questioni sollevate nel post-gara, c'era quella legata alla KTM ritenuta favorita dall'aver potuto fare un test una settimana prima della gara...
"I test aiutano, è innegabile, perché in questo modo il venerdì hai già una base su cui lavorare e non parti da zero. Loro avevano già fatto un test qui e lo hanno già fatto anche in Austria, perché giustamente approfittano delle concessioni. Quello che non mi è piaciuto è che qualche pilota abbia detto che loro sono stati avvantaggiati dalla Michelin, perché noi le gomme le decidiamo prima, poi se qualcuno va a fare i test gli diamo quelle che abbiamo scelto per la gara, ma questo mi sembra logico. Però noi non abbiamo mai cambito le nostre scelte in base ai risultati di questi test. Nel 2017 c'era stata anche un po' di agitazione quando la Ducati fece i test al Mugello e Barcellona, poi vinse entrambe le gare. Ma anche in quel caso gli avevamo solo dato le stesse gomme che poi sono state utilizzate nel weekend di gara. Questo vale per chiunque faccia dei test, poi è chiaro che loro con le concessioni hanno il vantaggio di poter utilizzare anche i piloti titolari oltre ai collaudatori, pur avendone uno di ottimo livello come Dani Pedrosa".

Qualcuno diceva che il test li aveva aiutati a lavorare in direzione della gomma media, che forse poteva essere la più giusta per la gara...
"Onestamente, questa volta non c'era una gomma che era migliore in maniera evidente. Nelle prime cinque posizioni, infatti, c'erano due medie e tre soft al posteriore. Dalla nostra analisi, non è stato questo a fare la differenza, ma la gestione di usura e temperatura. C'era la possibilità di vincere con entrambe".

Tra i più critici dopo la gara, ci sono stati Fabio Quartararo e Maverick Vinales, che si sono lamentati di non avere grip fin dall'inizio. Hai parlato con loro di questa cosa?
"Sì, ne ho parlato con loro. Maverick diceva che il feeling era completamente diverso rispetto al Warm-Up, ma alla mattina c'erano anche 20 gradi di meno sull'asfalto. Poi c'è sempre il problema che la Moto2 durante la sua gara pulisce completamente l'asfalto dalla gommatura della MotoGP, quindi si arriva in gara e le condizioni sono sempre differenti rispetto alle prove. Noi comunque stiamo analizzando i dati per capire se ci fosse stato qualche problema e lo diremo se dovessimo scoprirlo. Le gomme per Brno comunque erano state preparate tutte tre settimane prima della corsa, quindi erano tutte nuove e non erano mai state scaldate o altro. Poi io penso che, in queste condizioni così al limite, basti veramente poco per farti fare la differenza, anche solo un paio di gradi in meno".

Jack Miller invece era stato molto critico dopo le qualifiche, ipotizzando di aver avuto una gomma difettosa...
"Lui dice che la seconda gomma che ha usato in qualifica non era buona. Se però andiamo a guardare i tempi, con la prima gomma ha fatto 1'56"3. Con la seconda gomma, al primo giro cronometrato ha trovato traffico o fatto qualche errore, perché ha girato in 2'00". Al secondo giro cronometrato la gomma ha già perso potenziale, ma lui ha fatto comunque 1'56"7, quindi ha girato a quattro decimi dal suo miglior tempo. Con una gomma difettosa, sarebbe stato un secondo più lento. Il problema è che in questo weekend con un paio di decimi di differenza potevi essere nella top 5 o tra gli ultimi cinque, quindi è stato tutto molto più esasperato".

Poi c'è chi come Andrea Dovizioso e la Ducati non riesce a trovare una chiave per far funzionare la nuova carcassa posteriore come vorrebbe...
"Dopo la corsa ho parlato con Gigi Dall'Igna e ho visto anche delle dichiarazioni abbastanza distensive di Dovizioso, perché sanno che devono solo lavorare. Dovi diceva che Bagnaia è andato forte a Jerez e Zarco lo ha fatto a Brno con la nuova carcassa, quindi c'è una chiave per farla funzionare anche sulla Desmosedici GP. Questi due adoperano dei setting completamente diversi da quelli che utilizzano nel Factory Team, ma penso che ora proveranno anche loro ad andare in quella direzione. Hanno delle difficoltà, ma potranno servirsi dei dati di Bagnaia e Zarco per capire su quali aspetti devono lavorare".

Se dovesse continuare ad essere un handicap per loro, in alcune gare potremmo rivedere la carcassa precedente o comunque si va avanti con quella 2020?
"No, per quest'anno resteremo con questa carcassa. L'anno scorso si era comportata bene in tutti i test. Se l'abbiamo introdotta è perché alla fine erano tutti d'accordo, non c'era nessuno contrario. Sapevamo che ci sarebbe voluto un po' di tempo per tutti per adattarsi, poi queste gare così ravvicinate non aiutano ad analizzare le cose con la calma necessaria. Ma io sono convinto che già in Austria o magari nelle prossime gare li rivedremo davanti".

Anche perché la prossima gara comunque li potrà aiutare: in Austria avete confermato le mescole dello scorso anno e inoltre al posteriore c'è una carcassa differente, quella per le alte temperature...
"Siamo rimasti sulle scelte dell'anno scorso. Le anteriori sono le stessa tipologia di mescole, perché avevano funzionato molto bene e in gara i piloti si erano divisi tra la media e la dura. Anche le posteriori si erano comportate bene, quindi riproponiamo le stesse mescole, sapendo che in gara avevano utilizzato sia la soft che la media. Quello che cambia è la costruzione posteriore perché, come sempre al Red Bull Ring, utilizziamo quella che serve per mantenere le temperature più basse, che è la stessa che di solito portiamo anche in Thailandia".

Per il primo dei due weekend del Red Bull Ring però sembra esserci un incognita meteo, con le previsioni che parlano di pioggia praticamente incessante...
"Questo non sarebbe d'aiuto, perché è un circuito molto particolare. Essendo in pendenza può asciugare molto rapidamente, inoltre in alcuni tratti si possono creare dei rivoletti che attraversano la pista. Inoltre è complicato alla staccata della curva 1, perché c'è tanta gomma per terra e quindi è molto scivoloso".

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Il tecnico Michelin rileva la temperatura della pista
Piero Taramasso, Michelin
Michelin Technical Team
Michelin logo
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Pneumatici Michelin
Michelin Technical Team
Piero Taramasso, Michelin
Pneumatici Michelin
Un dipendente Michelin al lavoro
Un dipendente Michelin al lavoro
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Un dipendente Michelin al lavoro
Membri del team Michelin al lavoro
Pneumatici Michelin usati
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