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Spagna e Italia: 1 vittoria in 7 GP, cambia la geografia della MotoGP?

Nonostante occupino oltre il 70% dello schieramento di partenza della classe regina, italiani e spagnoli insieme hanno firmato appena una vittoria nei primi 7 GP del 2021. Tre li ha vinti la Francia, due l'Australia ed uno il Portogallo: la nuova ventata è anche geografica?

Jack Miller, Ducati Team, Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Jack Miller, Ducati Team, Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

Nell'ultimo periodo si è parlato tanto del ricambio generazionale della MotoGP, ma a quanto pare la classe regina sta andando a modificare anche la sua geografia. L'ultimo ventennio ha vissuto soprattutto sulla dicotomia tra Italia e Spagna, che dal 2001 ad oggi si sono portate a casa 17 titoli (7 di Valentino Rossi, il primo in 500cc, e 10 per gli iberici divisi tra Marc Marquez, Jorge Lorenzo e Joan Mir), con le sole "intromissioni" di Nicky Hayden (2006) e Casey Stoner (2007 e 2011).

Tra le altre cose, anche le lotte iridate, più o meno serrate che siano state, negli ultimi anni hanno sempre visto un pilota italiano inchinarsi ad uno spagnolo: Rossi è stato battuto da Marquez nel 2014 e nel 2016, ma anche da Lorenzo nel tanto discusso 2015. Poi per tre anni di fila è stato Andrea Dovizioso a battagliare con Marc, uscendo sempre sconfitto. Lo scorso anno invece Franco Morbidelli si è arreso solo a Mir. Ma a questo si può aggiungere che l'ultima gara senza almeno un italiano o uno spagnolo nella top 4 risale addirittura al Gran Premio del Giappone del 2000. Un dato in più che fa capire quanto il dominio sia stato schiacciante negli ultimi 20 anni.

Fa strano quindi che dopo sette Gran Premi, quindi ad appena due alla pausa estiva, a comandare la classifica siano due piloti francesi: Fabio Quartararo, già vincitore di tre gare, e Johann Zarco, che invece si è piazzato secondo per ben quattro volte. Ma fa ancora più strano che l'intero contigente italo-spagnolo abbia prodotto appena un successo, quello di Maverick Vinales in Qatar, anche alla luce del fatto che occupa ben 16 dei 22 posti disponibili sulla griglia di partenza. Basta pensare che il Portogallo, con il solo Miguel Oliveira, ha ottenuto la stessa quota di trionfi. E l'Australia il doppio pur potendo contare solo su Jack Miller.

Italia: nel 2014 l'ultima volta senza vittorie nei primi 7 GP

Lorenzo Savadori, Aprilia Racing Team Gresini, Danilo Petrucci, KTM Tech3, Luca Marini, Esponsorama Racing, Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT, Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT, Pol Espargaro, Repsol Honda Team, Stefan Bradl, Repsol Honda Team

Lorenzo Savadori, Aprilia Racing Team Gresini, Danilo Petrucci, KTM Tech3, Luca Marini, Esponsorama Racing, Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT, Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT, Pol Espargaro, Repsol Honda Team, Stefan Bradl, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La delusione per i ragazzi di casa nostra è evidente, perché bisogna tornare addirittura al 2014 per ritrovare un avvio di stagione senza vittorie degli italiani nel primi sette appuntamenti. Quello che è andato più vicino a centrare l'impresa è Pecco Bagnaia: al debutto da pilota ufficiale Ducati ha comandato quasi tutto il Gran Premio del Qatar, chiudendo poi terzo.

A Portimao ha recuperato dall'11esimo posto in griglia fino ad un ottimo secondo posto. E anche nella gara successiva di Jerez ha completato la doppietta Rossa alle spalle di Jack Miller, magari meno brillante di lui in tante situazioni, ma già capace di fare centro due volte. L'occasione più ghiotta forse era quella del Mugello, dove aveva un gran ritmo, ma è caduto al secondo giro quando era al comando, commettendo un errore sull'onda emotiva della morte di Jason Dupasquier.

La sensazione è che per l'ex campione del mondo della Moto2 sia solo questione di tempo per arrivare al successo, anche perché spesso è parso l'unico a poter pensare di contrastare Quartararo. Non sarà semplice però riuscirci nelle prossime due gare, perché in arrivo ci sono il Sachsenring ed Assen, piste storicamente poco amiche alla Desmosedici GP.

Diverso il discorso invece per Morbidelli, che da vice-campione del mondo ha vissuto un inverno con grandi aspettative intorno al suo nome. Purtroppo Franco deve però fare i conti con le scelte della Yamaha, che gli ha affidato una vecchia M1 del 2019. Un handicap soprattutto sulle piste con lunghi rettilinei, dove arriva a pagare anche oltre 20 km/h nei confronti della concorrenza. Dove invece questo problema non sussiste, Franco si è fatto valere, chiudendo quarto a Portimao e terzo a Jerez.

Rossi purtroppo sembra aver imboccato definitivamente il viale del tramonto. Nonostante il passaggio dal Factory Team Yamaha a Petronas, si pensava che con una M1 ufficiale potesse ancora difendersi, ma il suo inizio di stagione è stato più che deludente: appena una top 10 al Mugello e solamente 15 punti raccolti in 7 gare. Un rendimento non certamente degno di un nove volte iridato, che ha addirittura portato qualcuno ad ipotizzare che potrebbe fermarsi prima della fine della stagione.

In grande difficoltà anche Danilo Petrucci, che sta faticando più del previsto ad adattarsi alla KTM, moto troppo piccola per la sua stazza, e fino a qui si è dovuto accontentare di una top 5 sul bagnato a Le Mans, ingoiando tanti bocconi amari, non ultimo quello della mancata attivazione dell'opzione di rinnovo del contratto per il prossimo anno.

Ci sono poi i tre esordienti, ma è chiaro che da loro nessuno si aspettava grandi cose: Enea Bastianini e Luca Marini, oltre ad essere all'esordio, devono fare i conti come Morbidelli con una moto del 2019, mentre Lorenzo Savadori si è trovato catapultato nel mondo dei GP dopo una carriera vissuta praticamente tutta tra le derivate di serie.

Spagna: l'avvio di stagione più deludente dal 2006

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: MotoGP

La magra consolazione è che ai nostri rivali spagnoli non sta andando affatto meglio. Se noi abbiamo almeno Pecco Bagnaia al quarto posto nel Mondiale, a 27 punti da Quartararo, bisogna scendere 10 lunghezze più indietro per trovare il primo degli iberici e si tratta del campione del mondo in carica Mir. E' vero che anche lo scorso anno ha vinto un solo GP e la sua arma era stata la costanza di rendimento, ma il maiorchino finora ha colto solo due podi e si è lamentato spesso di una Suzuki che non sembra essere più l'arma vincente del 2020, soprattutto a causa della crescita della concorrenza.

Come detto, l'unico capace di salire sul gradino più alto del podio è stato Vinales, ma dopo un grande avvio il pilota della Yamaha si è perso. Mentre Quartararo iniziava a mietere successi, il #12 non è più riuscito a salire sul podio ed ora è staccato di 40 punti dal compagno. Una piccola crisi che ha portato la Yamaha a sostituire il suo capo tecnico Esteban Garcia, rimpiazzandolo con l'ex Rossi Silvano Galbusera. Partnership nata con il quinto posto di Barcellona, che comunque rimane il miglior risultato di Maverick nelle ultime cinque uscite.

La nota più dolente per i colori spagnoli però è stata fin qui il ritorno di Marc Marquez. Dopo il lungo stop e le tre operazioni al braccio destro, tutti erano impazienti di rivedere l'otto volte iridato in sella alla Honda, ma al momento la situazione è ingarbugliata: Marc non è ancora al meglio della condizioni fisica e già questo è un problema, ma la RC213V è probabilmente anche la moto meno competitiva del lotto al momento. Il risultato è che per provare a porre rimedio a questo circolo vizioso, il #93 è reduce da tre zero consecutivi.

E le cose non vanno affatto meglio al fratello Alex ed al compagno Pol Espargaro, che anche loro devono fare i conti con la carenza di grip al posteriore della RC213V e sono diventati ormai abbonati alle cadute. Ma è curioso sottolineare che al momento il migliore tra gli alfieri della Casa dell'ala dorata sia il giapponese Takaaki Nakagami, nonostante abbia conquistato appena 31 punti e sia 11esimo nel Mondiale.

Fin qui da dimenticare anche la stagione di Alex Rins, caduto per ben quattro volte di fila quando avrebbe potuto portare a casa un bottino di punti importante. Un ruolino al quale ha aggiunto l'incredibile incidente avvenuto giovedì scorso a Barcellona, quando è andato ad urtare un mezzo della Dorna mentre si allenava in bicicletta, fratturandosi il radio destro e dovendo sottoporsi ad un intervento chirurgico che gli ha imposto di saltare il GP. Bisogna ammettere invece che nessuno si aspettasse cose esorbitanti da Iker Lecuona, quindi nel caso del pilota della KTM Tech3 è anche difficile dire che stia deludendo le attese.

Volendo guardare al bicchiere mezzo pieno, si possono però citare Jorge Martin ed Aleix Espargaro. Pur essendo un rookie, il madrileno della Ducati Pramac ha già conquistato una pole position nel GP di Doha ed è uno degli appena tre spagnoli che sono saliti sul podio in questo 2021, anche se a Portimao si è infortunato ed è stato costretto a saltare quattro GP. Il più esperto collega dell'Aprilia invece sta godendo dell'evidente crescita della RS-GP e, tolto il ritiro di Barcellona, si è sempre piazzato nella top 10. C'è infatti un dato importante: con i suoi 44 punti, ne ha già conquistati due in più rispetto all'intera stagione 2020.

Per la Spagna bisogna quindi tornare indietro addirittura al 2006 per trovare una partenza peggiore di quella di quest'anno, quando il debuttante Dani Pedrosa aveva centrato una vittoria ed altri due piazzamenti a podio, ma era stato il solo spagnolo a salire sul podio. Tra le altre cose, si potrebbe quasi parlare di autogol della "Roja", visto che i vari Quartararo, Miller e Oliveira sono tutti ragazzi che si sono formati nel CEV, campionato che ormai non lancia più solo piloti locali, ma ha esteso i suoi confini a livello internazionale. E con un rendimento come quello di questo primo spicchio di stagione, la Spagna rischia di dover abdicare al trono dopo nove titoli consecutivi, mandando così in fumo un'altra potenziale "decima"...

Johann Zarco, Pramac Racing, Miguel Oliveira, Red Bull KTM Factory Racing, Jack Miller, Ducati Team

Johann Zarco, Pramac Racing, Miguel Oliveira, Red Bull KTM Factory Racing, Jack Miller, Ducati Team

Photo by: MotoGP

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