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Intervista

Smith: "Ho faticato a distinguere il lavoro fra test e gare"

Per la prima volta il britannico ha dovuto dividersi fra collaudatore e pilota titolare cercando di sviluppare la KTM MotoGP in una stagione che ha reputato molto più impegnativa del previsto.

Bradley Smith, Red Bull KTM Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Bradley Smith, Red Bull KTM Factory Racing
Bradley Smith, Red Bull KTM Factory Racing
Bradley Smith, Red Bull KTM Factory Racing
Bradley Smith, Red Bull KTM Factory Racing
Bradley Smith, Red Bull KTM Factory Racing
Bradley Smith, Red Bull KTM Factory Racing
Bradley Smith, Red Bull KTM Factory Racing
Bradley Smith, Red Bull KTM Factory Racing
Bradley Smith, Red Bull KTM Factory Racing

La stagione 2017 è stata molto difficile per Bradley Smith, anche più del previsto.

Al termine del suo primo anno da pilota ufficiale della KTM in MotoGP, il britannico ha potuto tirare le somme di quella che è stata un'avventura tutta nuova che lo ha messo davanti a tante cose da scoprire.

"Per la prima volta mi sono sentito in bisogno di ferie post-stagione - ha ammesso - Abbiamo svolto test extra e tanto lavoro di sviluppo necessario per un costruttore. E' stato molto più impegnativo fisicamente e mentalmente di quel che mi immaginavo".

Smith non aveva mai preso in mano una moto ufficiale e, in primis, mai si era trovato a dover ricoprire il ruolo di concorrente titolare e allo stesso tempo collaudatore di un mezzo che deve crescere.

"Sicuramente mi sono divertito e ho imparato tantissimo, è stato un percorso davvero bellissimo. Devi sempre stare attento a qualsiasi cosa, ma fino a quando ho corso con una moto satellite alcune cose sono sembrate più semplici del previsto. Non hai il meglio del pacchetto, ma certamente è ottimo".

La classica situazione dove uno deve... sdoppiarsi! E qui sono sorte le difficoltà maggiori, dato che un conto è girare nei test di sviluppo e un altro è farlo nei weekend di gara confrontandosi direttamente con gli avversari.

"La differenza più grande l'ho incontrata fra test e gare, serviva equilibrio perché era diverso provare la moto in condizioni di sviluppo e poi passare alla modalità gara. Da questo punto di vista mi sono reso conto che non sempre ho fatto un buon lavoro. Stavo pensando a qualcosa di più grande che nello specifico, di fatto entrambe le cose ne hanno risentito".

"A volte è meglio concentrarsi sulle cose a breve-termine, mentre il team deve pensare più sul lungo-termine. Questo è il lavoro che deve fare un collaudatore. Per me è stata dura distinguere le due cose, forse la più difficile di tutto l'anno".

Informazioni aggiuntive di Gerald Dirnbeck e Lewis Duncan

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