Rossi: "Zarco? In MotoGP non puoi permetterti errori così gravi"
Il "Dottore" sembra aver accettato l'involontarietà di Zarco nella carambola con Morbidelli, ma ha usato Twitter per parlare di grave errore di valutazione.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
A distanza di poco più di 48 ore, Valentino Rossi è tornato a parlare del terribile incidente del Red Bull Ring tra Johann Zarco e Franco Morbidelli, nel quale si è ritrovato coinvolto anche lui quando le due moto sono rientrate in pista come proiettili, evitando per un soffio sia lui che Maverick Vinales.
A caldo, il "Dottore" aveva criticato aspramente Zarco, accusandolo di aver frenato deliberatamente davanti a Morbidelli per impedirgli di ripassare. Oggi, ha postato su Twitter il video della sua telecamera onboard, corredandolo di alcune riflessioni.
Ora il pesarese sembra aver accettato l'idea che il francese non lo abbia fatto apposta, anche se ha ribadito che ha commesso un grave errore di valutazione, che un pilota di MotoGP non può permettersi quando va ad oltre 300 km/h.
"Le immagini della mia telecamera sono quelle che mi fanno più paura, perché da qui si può capire la velocità con cui la moto di Franco ha attraversato la pista proprio davanti a me. E' passata talmente forte che io non l'ho neanche vista, quando sono tornato al box ero già abbastanza scosso per aver visto la moto di Zarco letteralmente volare sopra la testa di Maverick" ha scritto Valentino.
"Miracolosamente non si è fatto male nessuno, ma spero che questo incidente faccia riflettere tutti, soprattutto noi piloti. Zarco non ha intenzionalmente causato una carambola del genere, ma resta comunque un grave errore di valutazione, che un pilota di MotoGP non può permettersi, soprattutto in una staccata da 310 km/h".
"Spostandosi velocemente sulla destra e frenando 'in faccia' a Franco, non gli ha lasciato il posto per rallentare, quindi Morbidelli non ha potuto fare altro che centrarlo a tutta velocità. Capisco che in gara ci si gioca tanto e tutti danno il massimo per stare davanti, ma non dobbiamo dimenticarci che il nostro è uno sport pericoloso e l'incolumità nostra e dei nostri avversari è molto più importante che guadagnare una posizione".
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