Rossi punge Dorna: "Infortunio Marquez? Saltati tutti i paletti"
Il "Dottore" ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, nella quale ha anche parlato di mancato rispetto dei protocolli nel caso dell'infortunio di Marc Marquez, sul quale ha aggiunto: "Mi spiace che non possa correre, ma non posso perdonarlo per il 2015".

"Corro perché penso di riuscire a vincerlo. Ma non è un'ossessione". Non sarà un'ossessione, ma a pochi giorni dal suo 42esimo compleanno, Valentino Rossi non sembra aver ancora rinunciato a quel sogno che si chiama decimo Mondiale. Questo infatti è quello che il "Dottore" ha detto in una lunga ed interessante intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Il pesarese ha toccato tanti argomenti e non si è tirato indietro neppure quando gli è stato fatto notare che la sua ultima vittoria ormai è data giugno 2017, tre anni e mezzo fa. "Perché vincere è una faccenda tosta, perché il livello dei piloti è altissimo. Ho avuto almeno tre opportunità in questi anni, è mancato sempre un pelo, qualche caduta di troppo e spesso abbiamo sofferto tecnicamente".
Quella che sta per cominciare sarà la sua 22esima stagione nella classe regina, quindi era inevitabile chiedergli un parallelo tra come si affronta a 20 anni e come invece a 42. "Non cambia granché. Spingo al massimo evitando di fare sciocchezze. Sempre stato così, anche a 20 anni. Non sono mai stato un pilota spericolato. E' che vorrei confrontarmi sul tema 'correre a 40 anni', ma è impossibile: nessuno è rimasto in sella così tanto".
E qui ha fatto notare una cosa interessante, il suo punto di vista sul famosissimo sorpasso ai danni di Casey Stoner al Cavatappi di Laguna Seca nel 2008: "Lo rifarei, sicuro. Anche perché non è stato il più rischioso. Spettacolare e celebre, certo, ma in quel punto si va piano".
Uno dei temi caldi di queste settimane è il ritorno di Marc Marquez, sul quale rimane un grande mistero. Lo spagnolo è ormai fermo dalla prima gara dello scorso anno ed è già stato operato tre volte per la frattura all'omero destro. Al 9 volte iridato è stato chiesto se secondo lui c'è stato un errore nella gestione dell'infortunio. Ed è arrivata un'accusa abbastanza diretta anche agli organizzatori del campionato
"Credo voler tornare troppo presto dopo l'operazione e non ho capito come abbiano permesso che accadesse. Allora: il dottor Costa è stato un pioniere, un luminare. Ha rivoluzionato cure e modi di recupero, riducendo i tempi dell'immobilità, ha indicato una via preziosissima. Poi, dopo quel rientro lampo di Lorenzo ad Assen nel 2013, la Dorna ha fissato dei paletti. Con Marquez sono saltati tutti, di colpo, chissà come mai".
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La discussione poi si è spostata sull'assenza di Marc e sul suo rientro: "Qui serve una risposta diplomatica: mi dispiace moltissimo che non possa correre. Se guarirà, cosa che al momento non sa nessuno, nemmeno lui, tornerà forte come prima. Ma non è stato Marquez l'avversario più forte che ho incontrato".
Per quello che è successo nel 2015, però, non riuscirà mai a perdonarlo: "Impossibile. Quello che mi ha fatto non è perdonabile. Quando ripenso a quei giorni, ho le stesse sensazioni di allora. E sono passati sei anni. Mi pare difficile che possano cambiare".
Quest'anno farà il suo debutto nel Team Petronas, la squadra satellite della Yamaha, e anche alla Casa di Iwata ha riservato una stoccata riguardo alla troppa fretta che ha avuto secondo lui nell'andare a chiudere la formazione della squadra factory.
"Hanno scelto i piloti del 2021 prima che iniziasse il 2020 ed è un errore secondo me. E' un vizio da MotoGP. Bisognerebbe aspettare almeno qualche gara. Comunque Quartararo è ancora una promessa e Vinales, pur con alti e bassi, va molto forte. Faranno bene, ne sono certo".
Non poteva mancare poi un pensiero ad un altro veterano della MotoGP, Andrea Dovizioso, che dopo l'uscita dalla Ducati non ha trovato un posto sulla griglia: "Per me è assurdo, è veloce, esperto. Ma bisognerebbe chiedere a lui. Magari non aveva più voglia. Se fosse una sua scelta, tutto bene".
Per un Dovizioso che va, c'è un Luca Marini che arriva e corona il sogno della sfida tra fratelli: "Siamo diversi. Per esempio, è una persona veramente seria. Lui, dico. Lo guardo e certe volte sembra l'unico quarantenne della famiglia. E' un figo, ha un enorme talento, ha sempre creduto nei propri mezzi. Mi aspetto che faccia molto bene anche se gli servirà tempo per imparare a guidare la Ducati".

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Riguardo questo articolo
Serie | MotoGP |
Piloti | Valentino Rossi , Marc Márquez Alenta |
Team | Petronas Yamaha SRT |
Autore | Matteo Nugnes |
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