Rivola sul caso Ducati: "All'Aprilia è stata negata una soluzione simile"
Il CEO di Aprilia Racing ha spiegato alla Gazzetta dello Sport che non capisce perché alla Casa di Noale sia stato dato uno stop su una soluzione simile il 19 febbraio e poi sia arrivato l'ok a quella Ducati. Per quello è partito con il reclamo.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Quando si è appreso che Massimo Rivola è stato il grande promotore del reclamo che Aprilia, Honda, Suzuki e KTM hanno presentato contro lo spoiler montato sul forcellone dalla Ducati, in molti hanno pensato che il nuovo CEO di Aprilia Racing avesse soprattutto fatto valere la competenza tecnica accumulata nei suoi tanti anni in Formula 1.
Tuttavia, il diretto interessato ha dato una chiave di lettura molto interessante, spiegando alla Gazzetta dello Sport che la cosa che lo ha infastidito maggiormente è che la Casa di Noale aveva proposto una soluzione simile al direttore tecnico della MotoGP Danny Aldridge nel mese di febbraio, ma che questa era stata respinta.
"Nell'ultima gara dello scorso anno, a Valencia, la Yamaha aveva utilizzato una specie di cucchiaio attaccato al forcellone che in caso di pioggia divide il flusso dell'acqua ed era stato considerato legale per principi di sicurezza" ha spiegato Rivola alla Gazzetta.
"Con quella soluzione, la Yamaha ci aveva aperto gli occhi. Tant'è che a inizio anno abbiamo chiesto al delegato tecnico se potevamo andare a sviluppare qualcosa in quell'area, dove sappiamo che c'è prestazione. La risposta di Aldridge del 19 febbraio ribadiva però che una soluzione simile potrà essere montata solamente in condizioni di bagnato. Di conseguenza, ci siamo fermati".
Successivamente la Ducati ha iniziato a testare la sua soluzione ed è arrivato un ulteriore chiarimento, relativo alle dimensioni con cui un dispositivo di questo genere poteva essere montato anche in caso di asciutto, a patto che non fosse pensato per generare carico aerodinamico.
E il problema secondo Rivola è proprio qui: "Che quell'elemento lo faccia, è abbastanza facile da intuire, come si può evidenziare con un semplice studio di fluidodinamica che fa capire come tutto quello che fai davanti ha effetto su quello che c'è dietro: in quella zona l'aria è velocissima, metti un triplano e generi carico. Non mi sembra che ci sia molto da discutere".
Ma non è tutto, perché ha individuato anche un altro punto su cui secondo lui è attaccabile questa soluzione: "Un'ala non può essere mobile. Questa in sé non lo è, ma se l'attacchi ad un forcellone che invece è mobile, ha un effetto differente a seconda che tu sia in frenata o meno".
Rivola comunque ci ha tenuto a precisare che non si tratta di un dispetto a nessuno, quanto di una questione di principio: "La nostra non è stata un'azione contro la Ducati, non vogliamo fare un dispetto a nessuno. Quello che trovo grave è che la mail in cui ci veniva negata una soluzione simile è del 19 febbraio e dopo una settimana eccone un'altra di sicuro studiata a lungo dalla Ducati".
Infine, ha lanciato un messaggio abbastanza chiaro alla Federazione, che nei prossimi giorni dovrà prendere una decisione sulla questione tramite la sua Corte d'Appello, dopo che il reclamo presentato a Losail dalle quattro case è stato respinto in prima istanza, "congelando" la vittoria di Andrea Dovizioso.
"Credo che non siamo noi a dover dire alla Federazione che quella soluzione crea un effetto aerodinamico, semmai è la Federazione a dover dimostrare che non lo crea. Invece è stato rovesciato l'onere della prova. In più, nel respingere il ricorso, manca completamente una motivazione. Perché? Evidentemente non c'è. Per questo abbiamo proseguito con la nostra istanza per andare davanti ad una corte differente, preparata ad ascoltare temi tecnici" ha concluso.
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