Rivola: "La MotoGP ha bisogno di un secondo GP negli Stati Uniti"
Massimo Rivola, CEO di Aprilia Racing, ritiene che la MotoGP dovrebbe approfittare dell'arrivo della Trackhouse Racing per organizzare una seconda gara negli Stati Uniti.
Martedì il Mondiale MotoGP ha vissuto un'esperienza che potrebbe espandere in modo significativo la sua promozione in tutto il mondo. Il campionato ha accolto il team americano Trackhouse Racing, squadra proveniente dalla NASCAR, come nuovo membro della griglia. La struttura statunitense subentrerà alla RNF Racing, a cui non è stato permesso di prendere parte al campionato 2024 per molteplici violazioni dell'accordo di partecipazione.
Così, questa nuova squadra, di proprietà dell'ex pilota Justin Marks e del cantante Pitbull, ha rilevato la struttura fondata da Razlan Razali, compresi i suoi piloti, lo spagnolo Raul Fernandez ed il portoghese Miguel Oliveira, e l'accordo con Aprilia, della quale sarà la struttura satellite.
In Trackhouse sono ambiziosi, come ha riportato Motorsport.com la scorsa settimana e come ha poi confermato l'Amministratore Delegato di Aprilia Racing Massimo Rivola: i loro piani prevedono una maggiore vicinanza all'azienda di Noale. Ciò significa avere materiale ufficiale, sullo stile del Prima Pramac Racing con la Ducati. Vogliono essere, insomma, un team satellite ma con grandi ambizioni.
Allo stesso tempo, il campionato vede in questo arrivo un'occasione d'oro per continuare la sua crescita, per uscire dalla recente crisi di popolarità e per penetrare nel mercato americano. Un obiettivo perseguito da tutte le discipline motoristiche e che ora viene raggiunto dalla Formula 1, grazie a fenomeni come "Drive to Survive".
In linea con questo, Rivola si è fatto avanti e, questo martedì, dopo la presentazione di Trackhouse tenutasi a Milano, l'italiano ha confermato ai microfoni di Sky Sport Italia di aver già chiesto al campionato ed al promoter Dorna di poter disputare una seconda gara sul territorio americano.
"Ho detto alla Dorna che ora avremo bisogno di un secondo Gran Premio negli Stati Uniti", ha detto Rivola. "So che si sta lavorando per espandere la nostra penetrazione negli Stati Uniti. La Formula 1 ha un grande vantaggio perché può correre nelle città, sui circuiti cittadini".
"Noi non possiamo, e dobbiamo trovare strade alternative. Penso che abbiamo uno spettacolo unico. Abbiamo avuto molti campioni americani in passato, e chissà se in futuro ne avremo un altro con Trackhouse ed Aprilia", ha continuato l'italiano.
Va ricordato che la MotoGP ha avuto anche ben tre Gran Premi negli Stati Uniti nella stessa stagione. Nel 2013, la prima edizione del GP delle Americhe, ad Austin, ha coinciso con l'ultimo round di Laguna Seca e il penultimo di Indianapolis. L'evento Temple of Speed ha coinciso con il round del Texas fino al 2015. Dal 2016, la MotoGP visita Austin solo all'inizio della stagione, formando un tandem in America con l'Argentina.
D'altra parte, Rivola ha anche commentato la volontà di Trackhouse di essere un team il più possibile vicino a quello ufficiale Aprilia: "Non potevamo lasciarci sfuggire un'opportunità che sulla carta era molto stimolante, sia in termini di marchio che di mercato. Ma anche a livello tecnico, perché le esigenze di Trackhouse sono importanti, per avere moto il più possibile simili a quelle ufficiali. Cercheremo di fare del nostro meglio. È fantastico avere un team americano in MotoGP, e il fatto che sia con Aprilia è davvero fantastico".
Infine, Rivola ha parlato di Razlan Razali e di CryptoDATA, lo sponsor rumeno che lo ha sostituito come azionista di maggioranza alla RNF e che alla fine non ha mantenuto le promesse fatte alla squadra: "Mi sono trovato molto bene a lavorare con Razlan Razali ma, alla fine dell'anno scorso, ha perso lo sponsor principale e ha trovato una soluzione che non ha funzionato. Mi dispiace per lui a livello umano, ma sono convinto che lo rivedremo nel paddock, perché tutti lo volevano in MotoGP. Gli auguro tutto il meglio, ma oggi dobbiamo guardare avanti, non indietro", ha aggiunto.
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