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Intervista

Raúl Fernández: “Anche Quartararo è arrivato in MotoGP senza aver vinto nulla”

A poco più di 21 anni e dopo solo tre stagioni nel mondiale, Raul Fernandez passerà in MotoGP senza aver mai vinto alcun titolo, proprio “come Fabio Quartararo”, afferma.

Raul Fernandez, KTM Tech3

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Quella di Raul Fernandez sembra essere una carriera incredibile: ha debuttato nel mondiale nel 2016, correndo al GP di Valencia che ha chiuso in 11esima posizione. Nelle due stagioni successive ha disputato tre e quattro gare rispettivamente, con un nono posto in Germania nel 2018 come miglior risultato. Nel 2020, suo secondo anno nel campionato, ha conquistato due vittorie e quattro podi, terminando a 15 punti dal campione e passando in maniera inaspettata in Moto2. Questo passaggio è stato sorprendente tanto quanto quello in MotoGP, avvenuto solamente dopo un anno nella classe intermedia.

Ma le sue otto vittorie, record assoluto per un rookie, e i dodici podi nella stagione di debutto in Moto2 hanno spianato la strada all’approdo alla classe regina, nonostante questo passaggio arrivi senza aver vinto alcun campionato nel frattempo, proprio come era successo con grandi campioni come Casey Stoner e Fabio Quartararo.

“La vita va a tappe, un anno fa c’era gente che mi dava del pazzo perché passavo in Moto2 e guarda i risultati che ho ottenuto. Nel 2020 ho perso il titolo in Moto3 per soli 15 punti e quest’anno in Moto2 l’ho perso per 4”, spiega Raul Fernandez in un’intervista esclusiva con Motorsport.com.

“Bisogna guardare l’esempio di Fabio Quartararo. Vedendo il suo percorso nelle altre categoria, senza aver vinto nulla, molti pensavano che fosse pazzo ad arrivare in MotoGP, ma oggi è campione del mondo e tutti lo acclamano. Alla fine sei guidato da ciò che senti e se tutto il mio staff, il mio team, KTM ed io abbiamo deciso di essere qui, è perché tutti insieme abbiamo creduto che fosse la mia opportunità migliore per la mia carriera sportiva e per il mio futuro”, prosegue lo spagnolo.

Anche se non ritiene di dover giustificare la propria decisione, Raul non può non ammettere che tutto sta andando molto velocemente e che deve assimilare il passo compiuto: “La verità è che ancora non ci credo. Mi vedo vestito con i colori del mio nuovo team MotoGP, è una cosa che sogni da sempre, poi ci arrivi, ma fai fatica a realizzare”.

“Quando qualche giorno fa è stata pubblicata la entry list dei piloti del 2022 e mi sono visto insieme a nomi come Marc Marquez, Maverick Vinales, Aleix o Pol Espargaro, non ci credevo. È una cosa molto bella. Devo assimilarlo e viverlo, ma soprattutto prepararmi molto bene. Tutto quello che ho fatto durante quest’anno è stato focalizzato a correre in Moto2. Non mi sono ancora preparato né fisicamente né psicologicamente a correre in MotoGP il prossimo anno”.

Oltre a Raul, la MotoGP si arricchirà di altri quattro nuovi piloti nel 2022: Remy Gardner, Fabio Di Giannantonio, Marco Bezzecchi e Darryn Binder. Perciò essere rookie dell’anno sarà un obiettivo ambizioso per tutti loro. Il madrileno abbozza un lieve sorriso quando gli viene chiesto se già ha iniziato a pensarci: “Sì, ovvio. A tutti piace pensare a queste cose. Il primo obiettivo è lottare con Remy e dimostrare, o almeno vedere, chi è il migliore nelle stesse condizioni”.

“Quest’anno lui lottava con un vantaggio che era l’esperienza di aver disputato sei stagioni in Moto2, qualcosa in cui ero carente. Ma abbiamo lottato tutti l’anno fino all’ultima curva dell’ultima gara. Penso che questo sarà il mio obiettivo principale: superare il mio compagno di squadra e anche pilota con cui mi sono giocato il mondiale fino all’ultima gara. Gardner sarà il mio rivale principale e primo obiettivo”, afferma il neo pilota KTM Tech 3.  

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