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Randy Mamola: il messaggio di Valentino Rossi

La grande vittoria di Jerez ha elevato il "Dottore" allo status di genio secondo Randy Mamola, ma soprattutto ha mandato un messaggio importante alla Yamaha ed alla concorrenza.

Winner Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Winner Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Michelin Sport

Winner Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, second place Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing cel
Podium: winner Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Podium: winner Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Winner Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing celebrates with the team
Winner Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Winner Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing leads at the start

Inizialmente questa colonna avrebbe dovuto avere un protagonista diverso, ma la gara che abbiamo visto domenica mi ha costretto a modificare i miei piani. E' quello che Valentino merita dopo ciò che ha fatto a Jerez, non soltanto prendendosi pole e vittoria, ma recapitando un messaggio.

E' vero che le condizioni trovate alle 14 di domenica hanno probabilmente favorito lui più di chiunque altro, ma questo non deve togliere nulla a quello che ha realizzato. Nessuno sano di mente metterebbe il minimo dubbio sulla magia di Rossi, ma la vittoria di domenica lo eleva allo status di genio. Dobbiamo tenere a mente che parliamo di qualcuno che ha vinto tutto e che inoltre ha 37 anni.

Oltre a quello che fatto in pista, quello che trovo più affascinante è quello che è riuscito a fare fuori da questa.

Come la maggior parte dei fan, seguo i social media, e questo mi ha permesso di vedere un aspetto chiave della sua strategia in termini motivazionali. Nel Ranch, vicino a casa sua, si è circondato di giovani di talento e compete sempre contro di loro.

Immaginate per un momento ciò che un pilota di Moto3 di 18 anni vuole fare quando corre contro il più grande: la sola cosa che vuole è batterlo per dimostrare il proprio talento. Questo eleva la competizione in queste sessioni di allenamento, che si svolgono sulla ghiaia e con moto molto potenti, ad altissimo livello. Abbastanza stranamente, quelle sono le stesse condizioni in cui si è corso a Jerez.

La gara è stata quasi 32 secondi più lenta rispetto all'anno scorso, fondamentalmente per la mancanza di grip di cui ha sofferto la maggior parte dei piloti. La temperatura è aumentata molto domenica e le gomme, con la carcassa più rigida, ne hanno sofferto con un continuo spinning. Ma c'è un elemento che diventa chiave qui: le alette. Tutti ne parlano con riferimento alla sicurezza, ma a Jerez hanno avuto un impatto molto evidente sui risultati.

Uno degli obiettivi principali delle alette è quello di impedire il sollevamento della ruota anteriore in accelerazione. Questo aiuta a ridurre l'effetto del sistema anti-wheelie, permettendo al motore di spingere di più. Su una superficie scivolosa, dunque, la gomma posteriore slitta ancora di più.

Non dobbiamo dimenticare che le moto che hanno sofferto di più sono state le più potenti. Per esempio invece le Suzuki hanno fatto una gara abbastanza buona (quinto e sesto posto), e lo stesso è accaduto per le Ducati GP14 di Laverty (nono) e Barbera (decimo).

Detto questo, Valentino è il pilota che si è trovato meglio in queste condizioni. L'italiano ha usato tutta la sua esperienza e le risorse a sua disposizione. E probabilmente, la notizia del passaggio alla Ducati di Jorge Lorenzo ha avuto una chiara influenza.

Il messaggio che Rossi ha voluto mandare alla Yamaha è che non ha fatto un errore a scommettere su di lui, per mettere in chiaro che, oltre a far vendere moto, è ancora abbastanza forte da lottare per la vittoria.

Probabilmente, guardando a com'è andato il campionato fino ad ora, nessuno se lo sarebbe aspettato. Neanche Marc e Jorge, che si staranno facendo la stessa domanda: Vale sarà in grado di ripetersi?

Avremo la risposta a Le Mans, nel giro di due settimane.

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