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Rainey vs Schwantz: la rivalità che ha infiammato la 500

Se per gli appassionati della Formula 1 è stato Senna-Prost il duello assoluto, per gli amanti delle moto la lotta Rainey-Schwantz è stata allo stesso livello di intensità. Riviviamola con i commenti dei due protagonisti.

Wayne Rainey, Yamaha e Kevin Schwantz, Suzuki alla 500cc: GP di Spagna del 1991

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

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La rivalità tra Wayne Rainey e Kevin Schwantz è leggendaria nella storia delle corse motociclistiche ed il fatto che a distanza di tempo affascini così tante persone ancora oggi è la testimonianza di quanto questi due piloti abbiano segnato un’epoca.

Per gli appassionati di moto questo duello è sullo stesso livello di quello tra Ayrton Senna contro Alain Prost e Nigel Mansell che ha esaltato gli amanti della Formula 1.

Nella stagione 1991 entrambi si sono affermati come le stelle principali sulla scena dei gran premi insieme a Mick Doohan, ma la rivalità Schwantz/Rainey risaliva già al campionato AMA Superbike americano a metà degli anni '80.

“Avevo sentito dire che non gli piacevo, quindi mi sono regolato di conseguenza” ha dichiarato Schwantz quando gli è stato chiesto come sia sbocciata la loro rivalità.

La competizione tra i due era feroce quando correvano ancora negli Stati Uniti, ma è stato quando si sono diretti in Gran Bretagna per le gare del Transatlantic Match nel 1987, nella sfida tra Inghilterra e USA, che le cose sono diventate davvero intense.

Wayne Rainey. GP degli Stati Uniti 1991

Wayne Rainey. GP degli Stati Uniti 1991

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

“Abbiamo corso come se fossimo in squadre opposte!” ha ricordato Rainey. “Quell'anno avevamo la moto dominante, la nostra squadra era davvero forte. Penso che gli allibratori pagassero 100.000 sterline qualora un pilota avesse vinto tutti e nove gli eventi. Abbiamo corso a Donington Park e a Brands Hatch. Nella prima gara Kevin ha finito per battermi e poi nella seconda gara abbiamo lottato ferocemente e io l'ho battuto. Da lì in poi è diventata solo una lotta per vedere chi riusciva a vincere più gare. Più o meno così è iniziato tutto”.

Entrambi avevano ormai esperienza nei gran premi, ma Schwantz era l'unico ad aver già corso nella 500, mentre Rainey aveva fatto una stagione completa nella 250 nel 1984 su una Yamaha del team Roberts.

Entrambi avrebbero fatto il loro debutto a tempo pieno nella classe regina nel 1988. Rainey si unì ancora una volta alla squadra di Kenny Roberts e guidò una Yamaha, mentre Schwantz avrebbe scelto la Suzuki.

Kevin riuscì a vincere il GP inaugurale della stagione ’88 a Suzuka per poi ripetersi più avanti nel corso del campionato sotto la pioggia del Nurburgring. Rainey, invece, avrebbe ottenuto la sua prima vittoria solamente ad agosto in Gran Bretagna a Donington Park, ma la sua costanza di rendimento lo aveva premiato portandolo al terzo posto in classifica contro l’ottavo di Schwantz.

Proprio la costanza si è rivelata determinante anche l’anno successivo. Il pilota della Suzuki, nonostante le sei vittorie stagionali contro le tre di Rainey, avrebbe chiuso al quarto posto mentre Wayne Rainey al secondo.

Schwantz ricorda: “E’ sempre andato a punti ed il suo obiettivo è sempre stato il campionato. Questo è sempre stato il punto di forza di Wayne. Era in grado di ottenere più punti rispetto alla maggior parte degli altri piloti e non me ne sono reso conto fino a quando non ha più corso con la Yamaha. All’epoca un pilota non pensava ad essere costante. Wayne aveva questo merito”.

Rainey ha dominato la stagione 1990 sulla sua YZR500 ed ha conquistato il primo dei suoi tre campionati del mondo, mentre Schwantz ha vinto cinque gara ed ha chiuso al secondo posto distaccato di circa 67 punti.

Per il 1991 si ripartiva da zero, ma c'erano delle variabili impreviste. La prima è stata la decisione della Michelin di fornire solo Honda per il 1991, costringendo Rainey e Schwantz alle Dunlop.

 “Dovevamo capire come far funzionare la nostra moto con le Dunlop” ricorda Schwantz. “Nei test è sempre stata una lotta perché riuscivo a fare un paio di giri veloci ma non ero in grado di completare una simulazione di gara. Sapevo che avremmo sofferto e questo ci ha costretti ad una specie di rincorsa sin dall’inizio della stagione”.

Kevin Schwantz, Suzuki alla 500cc: US GP del 1991

Kevin Schwantz, Suzuki alla 500cc: US GP del 1991

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La seconda variabile aveva il nome di Mick Doohan. L'australiano aveva fatto il suo debutto nella 500 nel 1989 e l'anno successivo aveva ottenuto la sua prima vittoria in Ungheria. Fin dall'inizio della stagione 1991, secondo Rainey, il pilota della Honda aveva già capito come guidare la moto giapponese e rappresentava una seria minaccia per il titolo.

Il round iniziale di Suzuka è stato vinto da Schwantz ed è stato lo stesso pilota americano a ricordare quella gara come una delle migliori della sua carriera, mentre Rainey, giunto in terza posizione dietro a Doohan, ha invece dominato i due round successivi a Eastern Creek ed a Laguna Seca, prima che Doohan salisse sul gradino più alto del podio a Jerez al termine di una prestazione mostruosa.

A Misano dei problemi di gomme hanno fatto retrocedere Rainey sino al nono posto e Doohan ha così potuto centrare un altro successo portandosi in testa al campionato, mentre Schwantz era sprofondato in settima piazza.

Il GP di Germania a Hockenheim ha rappresentato un'inversione di tendenza, con Doohan che ha avuto problemi di gomme mentre Rainey e Schwantz hanno deliziato il pubblico con un duello spettacolare.

Rainey si trovava in testa all’uscita della chicane finale prima della sezione dello stadio, ma non voleva trovarsi in questa posizione anche se il suo slancio in accelerazione non gli aveva lasciato altra scelta. Già l’anno prima aveva vinto un duello simile con Eddie Lawson e sapeva che non avrebbe avuto scampo contro Schwantz che, infatti, approfittò della situazione per tagliare il traguardo con appena 16 millesimi di vantaggio.

Lo scontro successivo tra i due è avvenuto ad Assen, tre round dopo. Nel mentre Doohan era riuscito a sconfiggere Rainey al Salzburgring al termine di un’altra lotta entusiasmante, mentre Rainey aveva regalato il successo alla Yamaha al GP d’Europa di Jarama.

La gara di Assen è stata caratterizzata da una interruzione con bandiera rossa a causa della pioggia. Quando la corsa è ripresa si è assistito ad un altro ultimo giro emozionante. Rainey si trovava in testa seguito da Schwantz ed il pilota della Suzuki aveva recuperato gran parte dello svantaggio.

Rainey ha poi commesso un piccolo errore alla chicane finale consentendo a Schwantz di passarlo tagliando sulla ghiaia per conquistare non soltanto il successo, ma anche un record sul giro che sarebbe rimasto imbattuto sino al 2002. Ancora oggi Rainey ammette di essere frustrato da quell’episodio.

Kevin Schwantz, Suzuki, Mick Doohan, Honda alla 500cc: US GP del 1991

Kevin Schwantz, Suzuki, Mick Doohan, Honda alla 500cc: US GP del 1991

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

“Schwantz è riuscito ad ottenere il record della pista ed è rimasto a lui sino a quando non hanno modificato il tracciato. I piloti della MotoGP non sono riusciti ad abbassarlo nonostante guidassero delle quattro tempi. Sono certo che senza quell’errore quel record sarebbe stato mio ed è questa la cosa che mi dà più fastidio, non tanto che Kevin abbia vinto”.

Se i ruoli fossero stati invertiti, la delusione di Schwantz per aver perso quella gara sarebbe stata quasi certamente dovuta alla vittoria di Rainey. Wayne ha sempre avuto come obiettivo il campionato a differenza di Schwantz.

“Credo sia stata una mia debolezza, ma non ho mai pensato molto al campionato”, ha ammesso Schwantz. “Ogni giorno pensavo a come essere migliore di Rainey, a come finirgli davanti. Mi dicevo: "Se lui è secondo e io vinco, o se io sono terzo e lui quarto, allora la mia giornata è stata un successo". Tutto si basava su di lui”.

Questo, però, non significa che Rainey non considerasse Schwantz come il rivale diretto: “Volevo che si arrendesse, e più riuscivo a batterlo  più ero consapevole che lui sapeva di non potermi battere in modo costante. Ho lavorato davvero molto su questo aspetto. Ovviamente la mia priorità era quella di cercare di vincere il campionato, ma stavo anche provando ad entrare nella testa di Kevin perché pensavo che se fosse riuscito a rimettersi in sesto ed a sistemare la sua moto in modo da poterla guidare con costanza, sarebbe potuto diventare davvero una grande minaccia”.

Rainey si è subito riscattato al Paul Ricard precedendo Doohan, mentre il duello con Schwantz si è riacceso a Donington con il pilota della Suzuki che è stato in grado di mantenere accese le speranze per il titolo.

Rainey ha messo una mano sul secondo titolo con le vittorie del Mugello e di Brno per poi assicurarsi la corona iridata al penultimo appuntamento di Le Mans quando ha centrato il terzo gradino del podio al termine di una gara vinta da Schwantz.

Entrambi sono stati costretti a saltare il primo GP di Malesia per infortunio, e quel round è stato vinto da Kocinski, mentre Doohan si è assicurato il secondo posto in campionato proprio davanti a Schwantz.

“Probabilmente è il campionato che mi è piaciuto di più non solo per i duelli con Kevin e Mick, ma anche per quanto erano difficili da guidare le moto. Se riuscivi a vincere i tuoi avversari sapevano che eri forte. Quell'anno sono stato il pilota più costante e questo mi ha dato molta fiducia”.

Rainey si sarebbe aggiudicato il terzo titolo al termine della stagione 1992, mentre Schwantz è riuscito a laurearsi campione nel 1993. Purtroppo quello sarebbe stato l'ultimo anno della loro rivalità, dato che Rainey rimase paralizzato in un incidente a Misano, ma quelle lotte epiche continuano ad essere ricordate con affetto dagli appassionati della MotoGP, soprattutto per il rispetto che entrambi avevano - e hanno ancora - l'uno per l'altro.

“Non c’era nulla di costruito. Avevamo soltanto voglia di batterci” ha proseguito Rainey. “Ma, come ha detto Kevin, ci siamo sempre rispettati a vicenda. Ci siamo sempre lasciati lo spazio nel modo giusto, anche se in alcuni casi i nostri duelli sono stati durissimi, ma non ci saremmo mai davvero buttati fuori strada”.

“Fino all'ultima gara che ho fatto con Kevin ho sempre tirato fuori le palle cercando di andare il più veloce possibile per batterlo. E so che lui con me ha fatto lo stesso”.

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