Puig: "Il problema di Lorenzo non è tecnico, ma di volontà e coraggio"
Alberto Puig, team manager della Honda, ritiene che il futuro di Jorge Lorenzo nel team dipenda solo dalla sua volontà e dal coraggio di immergersi nei rischi connessi alle gare di MotoGP.
Jorge Lorenzo, Repsol Honda Team
Gold and Goose / Motorsport Images
Poco più di un anno fa, il manager spagnolo ha sorpreso l'intero paddock quando è riuscito a chiudere il contratto di Lorenzo, che insieme a Marc Marquez sarebbe andato a formare quello che tutti hanno iniziato a chiamare "Dream Team".
Tuttavia, la realtà è stata completamente diversa dalle aspettative, al punto che il sogno del maiorchino di vestire i colori della HRC si è trasformato nel suo peggior incubo.
Il pilota spagnolo è passato da un infortunio all'altro e non è mai riuscito a sentirsi a suo agio su una moto con cui è in grado di vincere solo Marquez. Questo lo ha portato persino a cercare una via d'uscita dal contratto con un anno d'anticipo, con l'intento di tornare alla Ducati, con i colori Pramac nel 2020 per poi, a seconda dei risultati, approdare nel team ufficiale nel 2021.
Alla fine Lorenzo, che ha perso quattro Gran Premi a causa dell'infortunio alla schiena di Assen, ha deciso di rimanere in Honda e, almeno pubblicamente, ha promesso di rispettare l'accordo firmato anche per il prossimo anno.
Sebbene il tre volte campione del mondo con la Yamaha (2010, 2012, 2015) abbia sempre negato pubblicamente che gli sia passata per la testa l'idea del ritiro, questa possibilità non sembra del tutto esclusa senza una chiara progressione nelle ultime sette gare del campionato.
A Silverstone, al suo ritorno, il numero 99 ha tagliato il traguardo 14esimo, a più di mezzo minuto dal vincitore Alex Rins ed ancora molto dolorante per le fratture vertebrali rimediate ad Assen.
E nel test che si è svolto la settimana successiva a Misano, dove questo weekend è di scena il Mondiale, il pilota della Honda ha potuto completare appena mezzo dei due giorni previsti.
Di tutto questo, Puig ha parlato in maniera approfondita in un podcast sul sito ufficiale della MotoGP, dando la sua visione del "caso Lorenzo" e parlando delle prospettive presenti e future.
"Per Jorge è un nuovo inizio, però sempre lui lo voglia, che abbia voglia e motivazioni. Di ricominciare a prendere rischi ed interiorizzare il fatto che in questo sport puoi farti male. E' come chi sale sul ring" ha detto Puig.
"Non credo che il problema di Lorenzo sia tecnico, ma di coraggio e volontà. Ci piacerebbe vederlo andare veloce come quando era alla Yamaha, sarebbe un sogno" ha aggiunto, spiegando di non aver mai sondato il mercato alla ricerca di un potenziale sostituto.
"Se avesse deciso di rompere il secondo anno di contratto, cosa che noi non vogliamo, la Honda al momento non è pronta a rimpazzarlo. Non abbiamo pensato a nessun sostituto. Ma dico anche che se così fosse, reagiremmo ed inizieremmo a cercare una soluzione. Anche se non sarebbe meraviglioso" concorda Puig.
Su una cosa però è stato abbastanza chiaro, ovvero che in questo caso Johann Zarco non sia un'opzione praticabile. "Abbiamo offerto a Zarco la moto e lui ha detto di no. Dopo tutto questo, è venuto e si è scusato, inoltre ha licenziato il suo manager per non averlo informato di nulla. Da questo punto di vista è stato un gentiluomo e tra noi è tutto chiarito. Ma da lì a pensare a lui, anche perché il nostro pilota è Lorenzo" ha concluso il responsabile della HRC.
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