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Pol Espargaro: "Honda mi ha voluto per vincere e posso farlo"

Il team Repsol Honda ha presentato oggi la nuova moto e l'evento ha rappresentato la prima uscita ufficiale di Pol Espargaro come pilota HRC. Lo spagnolo dovrà adattarsi, ma ha già chiaro l'obettivo: vincere il prima possibile.

Pol Espargaro, Repsol Honda Team

Pol Espargaro, Repsol Honda Team

Repsol Media

L’attesa è finita e finalmente Pol Espargaro ha svelato la moto con cui disputerà la stagione 2021 di MotoGP. Il pilota di Granollers inizia quest’anno la sua avventura con il team Repsol Honda, che ha presentato la RC213V proprio oggi. Si tratta così della prima apparizione ufficiale dello spagnolo, insieme al suo compagno di squadra Marc Marquez.

Con l’incertezza sul rientro del pluricampione del mondo, sarà proprio Espargaro l’uomo di punta dei test che avranno luogo ad inizio marzo sulla pista di Losail, dove lo vedremo per la prima volta in azione con la sua nuova moto. Certo, dovrà adattarsi dopo molte stagioni in KTM, ma la voglia di far bene da subito è tanta e si pone già obiettivi importanti.

Non compari tra i favoriti di quest’anno nelle scommesse degli altri piloti
“Tutto ciò che so è che proverò ad essere più avanti possibile il prima possibile. Non sono nella lista dei favoriti perché in passato i piloti che sono saliti sulla Honda non hanno ottenuto risultati, è una moto difficile e forse si pensa che l’adattamento sarà complicato. Ascolterò molte voci quest’anno, ma devo concentrarmi sul mio lavoro, fare un tutt’uno con il team e lavorare. Dovrò fare un po’ di ‘rodaggio’ e c’è molto da fare. Non essere nelle scommesse va bene, proveremo a fare una sorpresa”.

Hai idea di quanto saranno lunghi i tempi di adattamento?
“Non mi posso permettere di trascorrere un anno ad adattarmi alla moto senza ottenere risultati. Honda non ha pensato a me per sviluppare la moto, c’è un tester incaricato per questo. Honda vuole che io porti risultati e vinca, devo stringere i denti. Sicuramente l’anteriore è un punto critico, ma proverò a fornire la mia esperienza per migliorare questo aspetto. Però dalla prima curva del primo giro di test in Qatar andrò al limite per conoscere la moto e se devo cadere per trovare questi limiti, cadrò”.

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Chi ti sarebbe piaciuto portare da KTM?
“Mi sarebbe piaciuto portare tutto il team di KTM. Costruire un progetto come quello che abbiamo costruito è possibile solamente facendo squadra e lavorando come abbiamo fatto. Dopo quattro anni erano la mia famiglia, soprattutto all’inizio lasciare quelle persone che mi hanno aiutato tanto è stata la cosa più difficile del lasciare KTM. Però, dall’altra parte, conosco le persone del team Honda, hanno molta esperienza, alcuni sono catalani e parlano la mia lingua. In momenti critici questo è un aspetto importante che mi può aiutare”.

Marquez ha ingaggiato l’ex tecnica di Pol in KTM, Jenny Anderson, per sostituire Gerold Bucher nel ruolo di telemetrista
“Jenny è la persona che mi conosce meglio, al cento per cento. Sa tutto, come mi piace la moto, ciò di cui ho bisogno per sentirmi bene in sella. Sportivamente mi conosce meglio dei miei genitori, ora Marc avrà una tecnica molto brava”.

Come sarà il primo giorno?
“Ora ciò su cui mi concentro maggiormente è l’anteriore, capire di quanto tempo avrò bisogno, le frenate sono la parte dove ho sempre guadagnato tempo. Non sono bravissimo nella velocità di percorrenza in curva, non mi piace questo stile, ho bisogno di fiducia sull’anteriore. Rischierò il necessario per acquisirla, è fondamentale per me”.

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Peggio della quinta posizione nel mondiale è un risultato negativo?
“L’anno scorso è stato molto positivo, ho chiuso in quinta posizione attaccato a Dovizioso. Finire davanti al quarto è parlare di top 3, è una cosa molto complicata, ma è l’obiettivo che mi sono prefissato. Voglio essere campione del mondo con Honda un giorno e per questo devo lottare nelle gare e provare a salire sul gradino più alto del podio”.

Senti la pressione di dover ottenere risultati?
“Spero che sia ora di rompere la maledizione e che sia proprio io a farlo. Però il fatto che nessuno abbia vinto dopo l’addio di Pedrosa denota la complessità della moto, che rispecchia perfettamente lo stile di guida di Marc, leader del progetto con vittorie di gare e titoli. Bisogna replicare ciò che fa Marc e tutto in un arco di tempo molto breve, non posso aspettare metà stagione”.

Tutto o niente, non ci sono scuse
“Sì, senza dubbio per me è così. Quando ho pensato di passare al team Repsol Honda avevo le idee chiare, o tutto o niente. Ho visto piloti ottimi che non sono riusciti a portare risultati, non hanno vinto. Comprendo il significato di questi colori e la responsabilità che comportano. Inoltre può darsi che saremo senza Marc all’inizio, devo portare risultati sin da subito, ho gli strumenti per farlo e questi colori richiedono un livello di risultati che ti impongono di essere all’altezza”.

Ramon Aurin, obiettivo mondiale...un lancio nel vuoto
“È così, però non c’è altro modo. Questa è la situazione. Marc non sarà ai test, spero che però sia presente alla prima gara. L’altro pilota è un tester, è molto veloce, ma la squadra vuole vincere gare e titoli, questo team è sempre stato davanti con Marc e non possiamo aspettare mezza stagione. Avrò solamente cinque giorni per adattarmi alla moto, sarà complicato, ma come ha detto Ramon, i buoni risultati arrivano stando davanti e vincendo le gare. Tutto ciò che esula da questo non è buono per noi”.

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“Tutto il processo di apprendimento di KTM è andato bene, con quel team sono diventato adulto. Ho costruito la moto. Ora invece guido una moto già fatta, che ha diversi punti forti. Devo imparare a conoscerla in poco tempo, nei test. Lì devo rischiare e spingere molto soprattutto sull’anteriore. Queste saranno le cadute, di più di quando ero in KTM. Non conosco i limiti della moto e questa cosa la pagherò, ma so dove vado, sono pronto a sentire questa pressione e ad ottenere buoni risultati per il marchio”.

Sei emozionato per il 2021?
“Al massimo, anche più del mio anno di debutto in MotoGP. Cercavo da tanto tempo una moto ufficiale che fosse vincente. Il mio DNA ha sempre detto che mi sarei legato a Honda, ho sempre voluto correre con questo team, ma le situazioni mi hanno portato in altri posti. Ora però sono qui. In questi anni mi sono potuto conoscere come persona e come pilota, sono diventato un adulto. Mi dicono che la pressione in Honda sia alta, ma lo era anche in KTM. Sono pronto, è una tappa che volevo viere, in qualche momento ho pensato che non sarebbe mai arrivata, ma ora sono qui e voglio affrontare questa sfida al massimo”.

Marc Marquez, Repsol Honda Team, Pol Espargaro, Repsol Honda Team

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Foto di: Repsol Media

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Moto di Marc Marquez, Repsol Honda Team, Pol Espargaro, Repsol Honda Team

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Moto di Pol Espargaro, Repsol Honda Team

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Foto di: Repsol Media

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Foto di: Honda Racing

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Foto di: Repsol Media

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