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Petrucci: "La mia Ducati come la puntura del calabrone"

Il vincitore di Le Mans ha scoperto ad Aragon il rovescio della medaglia: ha patito uno shock anafilattico per la puntura di un insetto in faccia che gli ha prodotto un forte gonfiore sul volto e poi in pista ha dovuto fare i conti con una Ducati che non è riuscita a mandare in temperatura le gomme, patendo anche il vento fastidioso. Danilo è solo quindicesimo nel secondo turno, quinto di un trenino di cinque moto di Borgo Panigale.

Danilo Petrucci, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

La vittoria di Le Mans è lontana, lontanissima. A pochi giorni di distanza dalla cristallina vittoria nel GP di Francia, Danilo Petrucci deve affrontare una realtà molto diversa in contro tendenza con lo scorso weekend.

Il ternano si presenta ai giornalisti dopo la prima giornata di prove libere del GP di Aragon con un volto semi-sfigurato per uno shock anafilattico dovuto a un insetto che lo ha punto mercoledì…

“Ero a casa che stavo correndo – racconta Danilo - e ho sentito questo grosso insetto che è andato tra i miei capelli. Quando ho provato a mandarlo via, mi ha punto sulla fronte e si vede abbastanza. Ho tirato fuori mezzo centimetro di pungiglione”.

“Questa notte poi ha iniziato a gonfiarsi tutta la faccia, quindi sono dovuto andare alla Clinica Mobile. Fortunatamente poi la situazione è migliorata e ora riesco almeno a tenere gli occhi aperti. Fortunatamente mi ha dato solo un po' fastidio quando è stato il momento di mettere il casco stamattina, ma non mi ha creato problemi nella guida”.

“Onestamente, non mi sarei aspettato una situazione di questo tipo, perché non sapevo di essere allergico. A Jerez mi era già successo di essere stato punto da un'ape sul collo, ma non avevo avuto problemi. Ieri era appena visibile, ma stanotte la situazione è peggiorata”.

Al di là dell’imprevisto dovuto al calabrone, la giornata non ha girato bene per Petrucci, quindicesimo nella liste dei tempi, quinto di un “treno” di ben cinque Ducati raccolto in soli due decimi con Zarco, Rabat, Dovizioso e Miller nell’ordine davanti all’umbro.
“Dobbiamo lavorare. Guardando le temperature, sapevamo che sarebbe stato difficile. Immaginavo che avremmo sofferto con il vento, com’era successo anche nel venerdì di Barcellona. Il problema è che oltre a questo le temperature sono molto basse e ciò aumenta la sensazione di instabilità ed il poco feeling all'anteriore, specialmente nelle curve a destra”.

Ma come si spiega l’essere vincente in Francia e non trovare il bandolo della matassa ad Aragon?
“Sapevo che sarei stato competitivo a Le Mans, qui avevo un po' più di dubbi e purtroppo non mi sbagliavo, ma nulla è perduto. Oggi abbiamo avuto grandi difficoltà a mettere in temperatura le gomme, quindi gli altri riescono a girare più forte di noi fin dall'inizio. Ci dobbiamo impegnare per trovare una soluzione e comunque provare a tirare fuori il massimo, anche se sono molto dubbioso di poter fare molto di meglio nella FP3 domattina”.

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