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Petrucci: "La GP18 è simile alla GP17, ma perdona un po' di più"

Danilo è convinto che la nuova Ducati abbia già un'ottima base e parte per il Qatar con la convinzione di avere le carte in regola per battagliare per il podio. Il problema è che secondo lui sono in tanti a poter avere la stessa ambizione.

Danilo Petrucci, Pramac Racing

Danilo Petrucci, Pramac Racing

Pramac Racing

Jack Miller, Pramac Racing, Gigi Dall'Igna e Danilo Petrucci, Pramac Racing
Claudio Domenicali, Danilo Petrucci, Paolo Campinoti, Jack Miller, Paolo Ciabatti, Gigi Dall'Igna, Francesco Guidotti e Luigi Scavone
Danilo Petrucci
Jack Miller e Danilo Petrucci, Pramac Racing
Danilo Petrucci e Jack Miller, Pramac Racing
Jack Miller, Danilo Petrucci, Pramac Racing
Jack Miller, Danilo Petrucci, Pramac Racing
Jack Miller, Hernan Crespo, Francesco Guidotti, Danilo Petrucci
Jack Miller, Danilo Petrucci, Pramac Racing
Danilo Petrucci, Jack Miller, Pramac Racing
Danilo Petrucci, Pramac Racing
Danilo Petrucci, Pramac Racing
Danilo Petrucci, Pramac Racing
Jack Miller, Danilo Petrucci, Pramac Racing
Jack Miller, Danilo Petrucci, Pramac Racing
Claudio Domenicali, Danilo Petrucci, Paolo Campinoti, Jack Miller, Paolo Ciabatti, Gigi Dall'Igna, Francesco Guidotti e Luigi Scavone
Jack Miller, Pramac Racing, Gigi Dall'Igna e Danilo Petrucci, Pramac Racing
Danilo Petrucci, Pramac Racing
Claudio Domenicali, Danilo Petrucci, Paolo Campinoti, Jack Miller, Paolo Ciabatti, Gigi Dall'Igna, Francesco Guidotti e Luigi Scavone

Il 2018 sarà un anno cruciale per la carriera di Danilo Petrucci. Lo scorso anno il portacolori dell'Alma Pramac Racing è salito sul podio per ben quattro volte, sfiorando la vittoria ad Assen e Misano e dimostrando così di meritarsi una Ducati Desmosedici GP uguale a quella dei due piloti ufficiali.

Ovviamente questo ha alzato l'asticella degli obiettivi per la stagione che sta per cominciare, perché c'è la voglia di provare ad inseguire quella vittoria che gli è sfuggita di un soffio un anno fa, anche se il pilota di Terni sa che non sarà semplice, perché il livello della MotoGP sembra essersi alzato ancora di più, con distacchi sempre più ravvicinati al vertice.

"Petrux" però ha vissuto un inverno che potremmo definire molto solido, che si è concluso con una simulazione di gara davvero interessante nei test in Qatar, proprio dove tra pochi giorni scatterà il Mondiale. La voglia di fare bene quindi è tanta, anche perché c'è da convincere un team ufficiale a dargli una chance nel 2019, visto che questa sarà la sua ultima stagione con la squadra di Paolo Campinoti.

Domenica si parte: qual è l'obiettivo per il GP del Qatar?
"Si va in Qatar per lottare per il podio, anche se chiaramente non sono il solo che parte con questo obiettivo e c'è una bella compagnia. Il target è cercare di stare davanti, ma hanno la stessa idea almeno un'altra decina di piloti e tutti molto forti. Quello che abbiamo capito dai test è che sarà molto dura quest'anno, perché ci sono stati distacchi sempre più ridotti".

Dai test invernali sembra che tu abbia avuto delle risposte positive...
"Ho fatto bene nei test, facendomi sempre gli affari miei. Questo ha fatto sì che in Qatar riuscissi sempre ad avere un buon passo e a stare davanti senza avere momenti di 'down'. Questa è la cosa che mi rende più contento, inoltre sono stato l'unico che è riuscito a finire la simulazione di gara, fatta anche con un passo veloce. In ogni caso, credo che i soliti Marquez, Dovizioso, Rossi e Vinales usciranno fuori, ma il problema è che quest'anno sono accompagnati anche da Zarco, Crutchlow, Pedrosa e Lorenzo. Siamo almeno 10-11 piloti che almeno per metà gara in Qatar saremo lì davanti. Per questo sarà molto difficile lottare per il podio, ma ci proveremo".

E' migliorata tanto in questi tre test la tua Ducati?
"La cosa bella è che il giorno che abbiamo lavorato di più è stato quello di apertura in Malesia, perché poi siamo andati subito a lavorare sui particolari, sia in Thailandia che in Qatar. Nel secondo giorno a Losail non abbiamo toccato una vita sulla moto e ci siamo concentrati solo sulle carene, perché la base è molto buona e mi piace. E' molto simile alla GP17, ma è una moto che perdona un po' di più e questo aiuta. Poi ha un grande motore e sono sicuro che in Qatar ed in Argentina sarà un'arma in più, perché sono sempre stato davanti nella classifica delle velocità di punta. Sono molto veloce nel primo settore a Losail e anche quello potrebbe essere un vantaggio perché sorpassare è più facile in rettilineo che nelle curve".

Quando dici che perdona un po' di più, intendi che ti permette di forzare di più?
"Sì, nel senso che ti permette di guidare più con l'istinto che con il metodo. Anche se non fai tutto perfettamente come il giro prima, il tempo viene fuori lo stesso. La cosa più buona poi è che abbiamo cambiato veramente poco passando da un circuito ad un altro e questo vuol dire che la base è buona".

L'anno scorso la gestione delle gomme era stata un po' il tuo Tallone d'Achille, ora la situazione è cambiata?
"E' per questo che ho voluto fare la simulazione gara completa in Qatar, proprio per capire se il lavoro che stavo facendo nei test era produttivo. Durante l'inverno ho cercato di essere più paziente con l'uso del gas, perché io tendo un po' ad aprirlo tutto appena lo prendo in mano. Questo crea uno scivolamento della gomma posteriore che prosegue per tutta la fase d'accelerazione, ma credo di essere migliorato sotto questo punto di vista e sono riuscito a portare la gomma posteriore fino alla fine della simulazione, addirittura con la morbida. In gara purtroppo sarà diverso, perché basta che qualcuno alzi il ritmo e per andargli dietro c'è il rischio di bruciarsi. Dovrò stare attento a questo aspetto, anche se sicuramente ci sarà chi proverà a scappare all'inizio della gara e bisognerà capire se provare ad andargli dietro o no. Io credo che Zarco proverà a fare come l'anno scorso, ad andare in fuga per vincere la gara. Starà ai più coraggiosi scegliere se seguirlo o meno. Marquez di solito non si tira mai indietro, ma penso che gestire la gomma sarà l'aspetto chiave come l'anno scorso".

Alcuni tuoi colleghi temono anche la durata della gomma anteriore in Qatar. E' una cosa che tocca anche voi?
"Erano tutti molto preoccupati, perché a Losail funziona un po' tutto al contrario e con il passare delle ore si passa dalla media alla morbida, perché la temperatura si abbassa, inoltre c'è più umidità. Io sono riuscito a fare la simulazione di gara con la morbida. Chiaramente devi stare molto attento, perché soffre, però ad esempio ci sono diversi piloti che non ci sono riusciti a finirla. Sicuramente fare la simulazione non è la stessa cosa della gara, ma vedremo perché poi non abbiamo tutto questo tempo per girare nel weekend di gara. La pista sarà in altre condizioni, quindi dovremo vedere un attimo, perché con la durata della gomma anteriore siamo al limite".

Questo è stato il tuo miglior inverno da quando corri in MotoGP: cosa ti manca ancora?
"Mi manca di fare la prima gara (ride). Durante i primi due test mi è mancata un po' di tranquillità, perché sono dimagrito molto e quindi ho fatto un po' di fatica in sella alla moto. Sapevo che stavo lavorando bene e infatti nella simulazione di gara in Qatar non ho faticato troppo. Quello che mi manca in generale credo che lo vedremo alla prima gara. Adesso penso che ce la giochiamo un po' tutti alla pari, anche se guardando al mio 'giardino', Dovizioso ha sempre qualcosina in più a livello di confidenza con la moto. Lui riesce sempre a tirare fuori quell'1% in più che a me manca. Probabilmente al momento lui è più veloce, però io per ora preferisco lavorare su me stesso ed essere costante in tutte le gare. Poi, se si potrà fare il podio vedremo, ma per prima cosa vorrei eliminare i momenti più bassi che ci sono stati nella scorsa stagione".

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